Durante il 2013, per gli uomini si parla in media di redditi pensionistici pari a 19.686 euro. Di contro, le donne scontano un gap di genere pari al 41,4% che le porta ad avere redditi medi di 13.921 euro.
E’ uno dei dati che vengono fuori dal focus dell’Istat sui trattamenti pensionistici, la quale fa riferimento alla base dati del 2013, quando sono state emessi 23,3 milioni di assegni. Il 56,3% ha avuto come beneficiario una donna e il 43,7% un uomo. Le donne, pur rappresentando oltre la metà dei pensionati (8,7 su 16,4 milioni), percepiscono solo il 44,2% dei 273 miliardi di euro complessivamente erogati. Se si guarda ai singoli assegni, il divario tra uomini e donne è ancora più ampio (del 62,2%), ma la distanza si riduce in considerazione del fatto che alle pensionate vanno in media più trattamenti (1,51 a testa) rispetto agli uomini (1,32).
Oltre la metà delle donne (50,5%), notano ancora gli statistici, riceve meno di mille euro al mese, contro un terzo (31%) degli uomini. Ma il numero di uomini (178 mila) con un reddito pensionistico mensile pari o superiore a 5.000 euro è cinque volte quello delle donne (35 mila).
La ricognizione dell’Istat espone anche un approfondimento a livello territoriale, dal quale emerge che sono i pensionati del Lazio a ricevere il reddito medio annuo più elevato (19.549 euro), di quasi il 40% superiore a quello dei pensionati della Basilicata (14.226 euro), che è il più basso tra le regioni italiane. Sul podio, dietro il Lazio, si trovano Luguria (18.515 euro) e Lombardia (18.298 euro). Il podio al rovescio è invece completato da Molise e Calabria. Le difficoltà del Sud sono evidenti: la metà dei pensionati residenti nel Mezzogiorno (50,2% nelle Isole e 49,6% nel Sud) percepisce un reddito pensionistico mensile inferiore ai 1.000 euro.