Nel 2013 entrerà in vigore un aumento delle pensioni del 3 per cento per effetto della cosiddetta perequazione automatica (un aumento applicato annualmente dall’Inps a tutte le pensioni, per adeguarne l’importo agli aumenti del costo della vita, vale a dire all’inflazione), ma non per tutti. Questo è quanto ha stabilito il decreto interministeriale del 16 novembre, pubblicato nella G.U. del 27 novembre.
La perequazione automatica viene attribuita sulla base della variazione del costo della vita con effetto dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento e si commisura al rapporto percentuale tra il valore medio dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo all’anno di riferimento e il valore medio dell’indice relativo all’anno precedente.
Il 2012 ha segnato l’avvio della riforma pensioni firmata dal ministro Fornero che ha apportato grandi cambiamenti al sistema previdenziale italiano, tra le quali la decisione di rendere le pensioni dei precari ridotte del 15%.
Il decreto del Ministero dell’economia, in collaborazione con quello del lavoro, ha stabilito l’aumento pensione dal prossimo anno, tranne però per i titolari di trattamento pensionistico superiore a 1443 euro, mentre la pensione minima dal prossimo anno sale da 481 a 495,43 euro al mese.
Sale anche l’assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantacinquenni privi di altri redditi, che passa da 429,41 a 442,29 euro al mese, mentre la pensione sociale raggiunge 364,50 euro al mese. Quest’anno è prevista anche una tredicesima più ricca per i pensionati, che a dicembre riceveranno 155 euro in più.
Con la manovra salva Italia è stata bloccata la perequazione automatica, per il biennio 2012-2013, delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo suscitando grandi dibattiti soprattutto da parte dei sindacati, con il risultato che il limite per l’esclusione dall’adeguamento Istat è stata portata da due a tre volte il trattamento minimo Inps.
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