In Italia essere pensionati non si può certo dire che rappresenti un lusso. Anzi, gli ultimi dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) rivelano come ci siano quasi 1,8 milioni di pensionati che percepiscono mensilmente una prestazione avente un importo sotto i 250 euro, ovverosia ben al di sotto del limite di sopravvivenza. Ma quasi la metà dei pensionati, pari a ben 7 milioni di persone, prendono addirittura meno di 500 euro a conferma di come nel nostro Paese, a fronte di una tassazione elevata anche sui pensionati, e di una spesa previdenziale che tende ad aumentare, gli importi erogati risultino essere alquanto modesti. Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, che ha commissionato a KRLS Network of Business Ethics di effettuare l’identikit del pensionato nel nostro Paese, sottolinea tra l’altro come ad incrementare la media degli importi di pensione contribuisca una piccola percentuale di privilegiati, pari allo 0,4% del totale, che prende addirittura oltre 3.000 euro al mese.
Trattasi di dati che nel complesso sono allarmanti, e che in futuro potrebbero addirittura essere peggiori visto che è assodato il fatto che nei prossimi anni i figli dei padri già pensionati percepiranno una prestazione avente un importo minore. A conti fatti, quindi, vivere di sola pensione è e sarà sempre di più un’utopia specie nel Sud Italia dove, secondo quanto messo in risalto dal presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, ci sono i pensionati più poveri di tutto il Vecchio Continente. Come sovvertire allora questo scenario drammatico?
Ebbene, secondo il Presidente dell’Associazione occorre che venga adottata a livello economico una politica in grado di mettere al centro l’uomo ed i suoi bisogni, e che il sistema pensionistico a livello europeo venga armonizzato. Solo in questo modo le pensioni potranno essere erogate per importi tali da poter garantire quantomeno un sostentamento minimo, ovverosia quello necessario per l’accesso ai mezzi di sussistenza.