Mi piacerebbe aprire un ristorante! Dice il giovane ventenne agli amici in comitiva. Sì, ma lo sai, le spese sono tante, la gestione del locale, il personale, le materie prime…. il pizzo. Si tratta di una forma di estorsione praticata dalla criminalità che consiste nel pretendere il versamento di una percentuale sull’incasso o di una quota fissa da parte di chi ha un’attività economica in cambio di una “protezione” dell’attività.
Sì, perchè in molte realtà meridionali il pizzo é una tassa dovuta. Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio parlando di ripresa economica:
I segnali di ripresa vanno irrobustiti puntando su Pmi, servizi e turismo, oltre che sul ruolo che deve giocare il Sud: è il Mezzogiorno che deve segnare il goal della crescita.
Secondo Sos Impresa, un’associazione legata alla Confesercenti, il giro d’affari annuo della mafia ammonta a 90 miliardi di euro, che corrispondono a circa il 6% del PIL italiano.
Fino a quando non si spezzeranno queste relazioni – afferma il direttore del mensile Antimafia Duemila, Giorgio Bongiovanni – e anche un solo picciotto sarà pronto a diventare boss, sussisterà il pericolo per la nostra democrazia.
Abbiamo fatto una delibera in cui tutte le Associazioni territoriali del Mezzogiorno hanno preso una decisione molto importante: l’obbligo di denuncia degli imprenditori che vengono vessati dalla mafia e l’obbligo di sospensione o espulsione, dalla Confindustria – ha affermato recentemente Emma Marcegaglia -. Occorre una decisione che rafforza il nostro impegno in prima linea contro la criminalità.
Sosteniamo un rigoroso impegno per la tutela della legalità e contro la criminalità – ha sottolienato Sangalli stavolta con riferimento all’evasione, sempre in tema di illegalità -. Se facessimo più confronti e meno scioperi sarebbe positivo: da tempo chiediamo un riforma fiscale che semplifichi le procedure e che riduca la pressione complessiva, privilegiando i redditi da lavoro. L’evasione fiscale è una patologia che taglia trasversalmente tutta la società e l’economia.
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