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Poco meno di un mese per le adesioni allo scudo fiscale australiano

 Il mese di giugno è appena iniziato, ma in Australia già si pensa al suo ultimo giorno, visto che si tratterà dell’ultima data utile per i contribuenti oceaniani per aderire all’ancora di salvataggio offerta dal fisco per agevolare il rientro di capitali dall’estero: l’Australian Taxation Office, l’amministrazione finanziaria australiana, ha dunque deciso di non offrire altre proroghe, anche perché questo provvedimento normativo del governo di Canberra intende combattere in maniera seria e mirata l’evasione fiscale, il naturale proseguimento dello scudo fiscale della fine dello scorso anno. Che cosa accadrà a quei soggetti che aderiranno al nuovo scudo? La questione principale in questo caso riguarda le sanzioni: in effetti, nell’ipotesi in cui il totale dei ricavi del contribuente non eccede la soglia dei 15.000 dollari annui, allora la regolarizzazione avrà luogo in modo semplice e con una normale comunicazione del proprio profilo tributario.

 

La situazione cambia, invece, di fronte al superamento del limite sopracitato, dato che si tratta del caso in cui mettersi in regola costerà al contribuente un versamento di una sanzione pari al 10% del capitale che è rientrato. E per i ritardatari di giugno? Chi non riesce a provvedere entro il prossimo 30 giugno vedrà inasprirsi le pene pecuniarie da subire, con percentuali che arriveranno fino al 90%, senza l’opportunità di qualsiasi tipo di dilazione fiscale. Le intenzioni sono buone, le cifre che potrebbe generare il gettito tributario assicurerebbero sonni tranquilli al fisco australiano, eppure il totale di chi è già stato scudato è attualmente davvero misero.

 

Da quando è partito il progetto dell’amministrazione a dicembre 2009, soltanto 4.000 contribuenti si sono messi in regola, mentre le previsioni parlavano di oltre 38.000 soggetti da identificare come possibili evasori. Per il momento sono stati ottenuti 333 milioni di dollari australiani, i quali sono già andati a formare le maggiori imposte del 2010: ci sono ancora queste ultime settimane di giugno, comunque, l’obiettivo è quello di non far diventare un testo normativo così promettente un completo fallimento.