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I porti europei varano una serie di novità fiscali

 I porti dell’Unione Europea si apprestano a vivere un 2011 ricco di novità e innovazioni dal punto di vista tributario: Germania e Spagna, in particolare, sono le maggiori beneficiarie in questo senso, visto che le strutture di Brema e Barcellona sono pronte a introdurre una riduzione di circa dieci punti percentuali relativa ai propri diritti, un’agevolazione del 14% per quel che concerne la tassa sulle merci e un altro taglio del 7% in relazione alle imposte di ancoraggio. Le tariffe in questione, dunque, subiranno delle modifiche rilevanti, ma si tratta soltanto delle prime due esperienze che serviranno poi come esempio anche per le altre capitali del Vecchio Continente. Come mai si è deciso di focalizzare l’attenzione fiscale sul trasporto e sul commercio marittimo?


Tutto è nato dalla decisione di Barcellona di porre in essere tariffe ridotte, una operazione che ha avuto inizio la scorsa estate. In effetti, questa serie di misure rientra a pieno titolo negli incentivi che sono stati promossi dalla legge finanziaria per il 2011, improntata soprattutto a tagli sostanziosi dei canoni demaniali e delle tasse sulle merci destinate all’erario. L’obiettivo è sempre lo stesso, vale a dire la promozione e l’aumento di efficienza dei porti, a fronte di una concorrenza piuttosto forte esercitata da quelli delle altre nazioni. Il ricorso alle infrastrutture diventerà quindi ancora più semplice e vantaggioso.

Anche Brema sta cavalcando la stessa onda: l’iniziativa è quella della Commissione Economia e Porti del Senato della città tedesca, anche se bisogna sottolineare che il blocco delle tariffe non si riferirà a quelle di pilotaggio, previste addirittura in aumento. Lo scalo teutonico (il quale comprende anche la città di Bremerhaven) può vantare un traffico di merci pari a 68,7 milioni di tonnellate, una stima registrata nel 2010 e che proietta la Frei Hansestadt verso ulteriori progressi nel nuovo anno, senza dubbio favoriti da tali progetti fiscali.