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Prima casa: eredi esclusi dal bonus in caso di falsa dichiarazione

 Una delle ultime risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate è stata piuttosto chiara in merito alla disciplina fiscale della prima casa: si tratta, per la precisione, della circolare 33/E che è stata pubblicata giusto due giorni fa e che ha contemplato una fattispecie particolare, vale a dire la falsa dichiarazione collegata all’agevolazione fiscale dell’abitazione. In effetti, nell’ipotesi di dichiarazione non veritiera, il bonus in questione viene inevitabilmente a decadere in relazione all’immobile, ma ciò non vale soltanto per chi ha dichiarato, ma anche per tutti coloro che sono coinvolti nella successione o nella donazione. Il falso è quello viene espresso in merito al possesso dei requisiti per conseguire il beneficio tributario, quindi le sanzioni pecuniarie del caso operano ad ampio raggio. La differenza con gli altri casi di decadenza è notevole: quando la residenza non viene sottoposta a trasferimento entro il termine di un anno e mezzo, o quando la casa viene ceduta nei cinque anni senza un contemporaneo riacquisto, l’imposta maggiorata della sanzione riguarda soltanto il dichiarante e non anche gli altri contribuenti menzionati in precedenza.


L’agevolazione a cui stiamo accennando è quella contenuta in uno specifico testo normativo, la Legge 342 del 2000 (“Disposizioni in materia di imposte sui redditi”), che parla espressamente di decadenza nel momento in cui si trasferisce un immobile che è oggetto di donazione e successione: la misura fissa dell’imposta catastale e di quella ipotecaria ricomprende tutti gli eredi e i donatari che posseggono i requisiti per farne uso.

Non sono necessarie, inoltre, ulteriori dichiarazioni, come già ribadito dieci anni fa dalla stessa amministrazione finanziaria. La falsa dichiarazione porta inevitabilmente all’inefficacia dell’atto; se invece si rivende l’edificio entro i cinque anni successivi all’acquisizione e non se ne acquista un altro entro i dodici mesi, allora i coeredi e gli altri donatari sono salvi dalle sanzioni, ovviamente quando ci troviamo di fronte alla prima casa, vale a dire la riduzione d’imposta e non l’abitazione principale, concetto ben diverso.