Come ribadito molte volte una delle criticità che qualora venisse risolta potrebbe garantire un notevole afflusso di ossigeno alle imprese in difficoltà sono proprio i crediti vantati dalle aziende nei confronti dello Stato. Sono infatti bloccati diverse centinaia di miliardi di euro di pagamenti che lo Stato deve, o gli enti locali, devono effettuare per forniture eseguite dalle aziende nei mesi scorsi.
Un decreto (per altri provvedimenti normativi leggi anche tassa licenziamento), denominato sblocca debiti, potrebbe a breve risolvere, almeno parzialmente il problema e tentare quindi di pagare almeno una parte dei crediti vantati. Il dl, che a meno di particolari sorprese dovrebbe fare la sua comparsa tra pochi giorni, grazie a diverse norme contenute che sono immediatamente operative, dovrebbe consentire di sbloccare circa il 50 % dei crediti che le aziende (leggi anche aziende comunicazione dati familiari)vantano nei confronti degli enti pubblici. Gli enti locali con i conti in ordine grazie all’allentamento del patto di stabilità potranno pagare immediatamente le aziende fornitrici, mentre regioni o comuni con scarsa liquidità potranno richiedere un credito allo Stato attraverso un’apposita dichiarazione.
La liquidità immessa all’interno del sistema economico ha notevoli dimensioni: si parla infatti di circa 40 miliardi di euro ( di cui 20 miliardi nel secondo semestre 2013 e la restante parte nel 2014) che andrebbero ad impattare sullo 0,5 % del pil italiano (leggi anche dati pil pubblicati dallistat). Una buona notizia è anche il fatto che il criterio di pagamento seguirà sia un ordine cronologico (e verranno pertanto pagate dapprima le fatture più vecchie) e successivamente si guarderà anche al soggetto creditore: saranno preferite aziende ed enti non finanziari mentre si metteranno in coda gli istituti di credito.
Il varo del decreto, come spiegato dal ministro Grilli, sarà possibile grazie all’ok dato alla procedura da parte della commissione europea. IN particolare la commissione europea ha avallato l’operazione visto che non si crea nuovo debito pubblico, ma, come spiegato dai tecnici italiani, si rimborsa vecchio debito pubblico generando nuova spesa ma sempre nel rispetto del limite del 3 % del rapporto deficit pubblico /pil.
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