Sono stati pubblicati alcuni dati riguardo il fare impresa in Italia. E sono dati alquanto contrastanti, perché mentre il rendimento del capitale investito in azienda è basso, dal 1999 al 2008 il tasso di investimento medio è stato del 20,8 per cento contro una media europea del 20,9 per cento.
A preoccupare sono i dati relativi ai rendimenti, dove rispetto al 3,7 per cento della Germania, troviamo il nostro paese fermo al 0,6 per cento, il che significa che praticamente non conviene investire in industria in Italia.
Ma il vero problema è produttività di questo capitale, anche perché è stato calcolato che su 2.032 società con sede ed attività in Italia, il return on investment, cioè rendimento netto del capitale, delle è stato pari al 5,8 per cento, che non è bastato a remunerare il costo medio ponderato del debito salito al 7,2 per cento.
Aumenta il numero delle Srls, quel tipo di società che si può costituire con un capitale sociale da 1 a 999,99 euro. Ebbene, le Srls sono cresciute di circa 40 al giorno, soprattutto al Sud. In testa troviamo la Campania, con 892 srl nate negli ultimi 6 mesi. Mentre quelle a capitale ridotto, sono state 240. La Campania è seguita dal Lazio, dalla Lombardia e dalla Sicilia. Anche la Puglia vanta numeri superiori a Veneto ed Emilia Romagna.
Un’altra buona notizia riguarda le imprese a conduzione femminile: sono aumentate di oltre 7 mila unità rispetto al 2011, con un incremento dello 0,5 per cento. Ora il totale delle imprese femminili è pari a 1.434.743; le donne vanno forte soprattutto nel Sud e Isole; crescita apprezzabile in Lombardia (+1.928), nel Lazio (+1.555 imprese) e in Toscana (+1286).
Infine, nel 2010 le imprese a controllo estero presenti sul territorio nazionale sono 13.741 e occupano circa 1,2 milioni di addetti. Esse generano un fatturato pari a 468 miliardi partecipando al 16,1 per cento dell’intero fatturato economico del Paese.