C’è una data ben precisa che i contribuenti ancora non in regola con i versamenti fiscali devono segnare con un bel cerchio rosso: in effetti, tutti quei soggetti che non hanno provveduto a tale adempimento entro lo scorso 16 novembre avranno ora una settimana per regolarizzare la loro situazione, ovviamente soltanto nel caso in cui essi siano obbligati al pagamento in forma unitaria dei contributi coinvolti. Il riferimento va anche a coloro che non hanno posto in essere dei versamenti in misura sufficiente a quanto richiesto dall’amministrazione finanziaria. Il ravvedimento avverrà in un modo ben preciso: le imposte e le ritenute saranno infatti incrementate di valore dagli interessi legali, oltre che dalla consueta sanzione pecuniaria in forma ridotta (la misura è pari al 2,5%).
Il contribuente potrà accedere a questa possibilità utilizzando un apposito documento fiscale, il modello F24 da trasmettere in via telematica e ideato per coloro che sono in possesso della partita Iva, ma c’è anche una seconda opzione, vale a dire l’F24 che si può rinvenire presso gli istituti di credito, i concessionari e le agenzie delle poste (questa seconda scelta è relativa a coloro che non sono titolari della partita Iva). C’è da ricordare, tra l’altro, un dettaglio non trascurabile, ovvero il fatto che i sostituti di imposta possono cumulare gli interessi che sono dovuti all’imposta.
L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione da tempo i codici tributo da sfruttare al momento della compilazione: sono davvero molteplici e ognuno di essi si riferisce a una specifica situazione. Gli esempi principali, in tal caso, sono quelli del codice 8901, il quale identifica la sanzione pecuniaria dell’Irpef, ma sono molto importanti anche il codice 1994 (interessi sul ravvedimento relativi all’addizionale regionale), il codice 8904 (sanzione pecuniaria per l’Imposta sul Valore Aggiunto) e il codice 1990, il quale viene utilizzato per indicare gli interessi sul ravvedimento dell’Ires (Imposta sul Reddito delle Società).