Il nuovo redditometro, stando alle dichiarazioni dei vertici dell’agenzia entrate non dovrebbe prendere in considerazione scostamenti minori di 12 mila euro annui tra reddito presunto e reddito dichiarato. Il numero degli accertamenti emanati con questo strumento non dovrebbe superare i 40 mila euro e comunque si tenterà di controllare le posizioni per i quali gli scostamenti sono più rilevanti. Pertanto prima dell’emanazione dell’accertamento l’amministrazione finanziaria dovrà comunque tenere conto di una sorta di “franchigia” entro la quale l’erario non dovrebbe inviare alcun accertamento.
Il direttore centrale Befera ha precisato che grazie ad informatica e nuovi strumenti sono migliorati i servizi offerti all’utenza oltre che la lotta all’evasione. L’amministrazione finanziaria è sempre concentrata su nuovi strumenti in gradi di scovare potenziali sottrazioni di materia imponibile all’erario, un fenomeno che raggiunge cifre notevoli nel nostro paese: L’imponibile non dichiarato si aggira infatti intorno ai 120 miliardi di euro. Alla fine l’agenzia delle entrate è riuscita a recuperare un gettito in linea con il 2011 a cui vanno aggiunte anche le somme derivanti dalle rateazioni già accordate (alla fine il conto dovrebbe aggirarsi intorno ai 22 miliardi di euro di incassi).
Inoltre i vertici dell’amministrazione hanno anche precisato che il redditometro entrerà operativamente in vigore successivamente all’emanazione di una circolare esplicativa da parte dell’agenzia, circolare che ancora non è stata nemmeno abbozzata. Naturalmente il provvedimento seguirà le linee guida dettate dal decreto, dove vengono anche elencate le possibilità di difesa che ha il contribuente.
Sempre sul redditometro il presidente della Corte dei Conti precisa che è necessario comunque evitare l’uso di informazioni non verificate. Sul punto tutto gli addetti ai lavori sembrano concordi sul fatto che, come precisato dal presidente della commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria Leo, gli strumenti statistici debbano avere sempre meno considerazione, a beneficio degli elementi certi che vengono inseriti in dichiarazione e che compaiono in anagrafe tributaria o che sono comunque reperibili da parte dell’amministrazione.