Il Tribunale civile di Napoli ha dichiarato il redditometro illegittimo. Lo strumento di lotta all’evasione fiscale composto da oltre 100 voci, è da mesi ormai sulla bocca di tutti, politici compresi, ma ora il giudice napoletano ne ha denunciato i metodi ritenuti lesivi dei diritti personali. Di tutt’altro avviso Alessandro Cotto, amministratore delegato del centro studi Eutekne, il quale ha dichiarato che questa sentenza non vale in pratica nulla, aggiungendo che molto probabilmente si tratta di un’iniziativa di carattere mediatico.
La sentenza del giudice è giunta dopo un ricorso presentato da un pensionato, il quale si è lamentato del redditometro definendolo un mezzo troppo invasivo che va a ledere la sfera della privacy, analizzando tutte le voci del redditometro, anche quelle mediche. Si fa riferimento anche ai diritti sanciti dalla Costituzione e nella nota del giudice si legge che “il redditometro non può sacrificare la sfera privata del singolo cittadino e che il cittadino viene privato “del diritto ad avere una vita privata”.
Pronta la risposta dell’Agenzia delle Entrate (che punta a incassare 815 milioni nel 2013 sui primi 35.000 contribuenti), direttamente dal direttore Attilio Befera, il quale ha detto che “l’Agenzia è decisa a fare appello contro la decisione del giudice”, la quale ricordiamo, rappresenta un singolo caso; solamente se si arrivasse ad una sentenza in Corte di Cassazione, questa potrebbe avere ripercussioni su tutti i cittadini. Anche se ricordiamo che non è la prima volta che lo strumento di controllo finisce sotto l’occhio del ciclone: infatti il redditometro era stato dichiarato incostituzionale anche secondo l’Adusbef, il quale contestava che sia a carico del cittadino l’onere della prova per giustificarsi da eventuali spese fatte eccedendo il reddito dichiarato.
Per ora dunque, non cambia nulla e il redditometro partirà come previsto a marzo.
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