In America alcuni plurimilionari hanno espresso la volontà di pagare più tasse in virtù di servizi sociali migliori e per affrontare al meglio la crisi economica del sistema. Gli ultimi a dire che sarebbero disposti a pagare più tasse, sono stati i super ricchi della borsa di Parigi, che dalle pagine del Nouvel Observateur hanno chiesto a Sarkozy di pagare “un contributo eccezionale” per dare una mano al paese. Tra i firmatari compaiono i numeri uno di L’Oreal, Total, Société Générale, Danone, Air France e altri supermanager.
Il primo della serie era stato il milionario Warren Buffett, con la sua affermazione aveva attirato l’attenzione dei media mondiali. Così in molti si chiedono se anche tra i milionari italiani emergerà qualcuno che possa fare una tale proposta. Risponde presto la numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia: “I ricchi già pagano molte tasse”.
In Italia la situazione è completamente diversa, da noi una tassa di quel tipo servirebbe soltanto a far pagare di più chi le tasse le paga già con un prelievo che complessivamente sfiora il 50%. A differenza dei francesi abbiamo uno Stato inefficiente e sprecone, una spesa pubblica che è arrivata al 52% del Pil, un’evasione fiscale record – spiega Marcegaglia -. Di un contributo da parte dei ricchi sarei disposta a parlarne se in Italia avessi la garanzia che lo Stato si ritirasse, riducesse i suoi confini. Il patrimonio immobiliare pubblico arriva a 500 miliardi di euro. Da noi le società controllate dagli enti locali sono per 4/5 in perdita. Occorre eliminare la Robin Tax sulle industrie energetiche e aumentare l’Iva di un punto, al 21%. Sarebbero esclusi tutti i beni di prima necessità nelle casse statali arriverebbero 4,6 miliardi di euro e non vedo proprio, con una crescita stentata allo 0,8%, come possa aumentare l’inflazione. Con l’Iva e le pensioni il decreto del governo diventa accettabile, anche se manca del tutto la parte sulla crescita , mentre della proposta del Pd – conclude – mi piacciono le liberalizzazioni, la lotta all’evasione fiscale, le politiche sulla crescita e pro-industria.