La commissione Finanze del Senato ha dato il via libera al decreto di delega fiscale, introducendo uno strumento di contrasto all’evasione fiscale, il cosiddetto contrasto di interessi.
Il contrasto di interessi indica un contrasto di interessi fra un venditore e un compratore, quando la convenienza a evadere dell’uno trova un ostacolo nella convenienza a rendere nota la transazione da parte dell’altro soggetto. Quindi i contribuenti potranno dedurre dalla dichiarazione dei redditi scontrini e ricevute e saranno invogliati a richiedere anzi ad esigere gli scontrini per poter usufruire di maggiori detrazioni.
Ad oggi non c’è un vantaggio nel chiedere scontrino o ricevuta fiscale quando si paga un bene o un servizio, ma con il nuovo decreto gli scontrini diventano più importanti e varranno come sconti sulle tasse da pagare.
Questo sistema esiste già negli Usa, dove i consumatori chiedono senza eccezioni le ricevute per poi scaricare dalle tasse una parte delle spese regolarmente fatturate.
Giuliano Barbolini, relatore dell’emendamento, sostiene che il contrasto d’interessi dovrà essere selettivo, e concentrarsi «con particolare riguardo nelle aree maggiormente esposte al mancato rispetto dell’obbligazione tributaria». “L’utilizzo delle banche dati e il redditometro possono essere strumenti utili ma da soli non bastano”, ha aggiunto il parlamentare.
Si tratta in pratica di uno strumento che incentiva la partecipazione dei contribuenti all’estirpazione dell’economia sommersa, una misura concreta di lotta all’evasione fiscale. Il provvedimento deve passare al vaglio all’Aula e poi alla Camera e in seguito ottenere il via libera di Montecitorio. Il tutto entro Natale.
Intanto l’esecutivo sarebbe pronto a mettere la questione di fiducia su un maxiemendamento alla delega fiscale in Senato, prevedendo l’accorpamento delle agenzie fiscali già da dicembre e non slitti a giugno. La Lega ha votato contro, dichiarando che il “governo che spreme i contribuenti”.
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