Basterà un’imposta evasa di 30 mila euro per far scattare i reati di dichiarazione fraudolenta o di omessa dichiarazione e di 50 mila per quello di dichiarazione infedele. Questo é quanto previsto dalla manovra di ferragosto, che stata la protagonista indiscussa di questa fine estate. Sono le nuove soglie di rilevanza penale dei reati fiscali con cui parte la stagione di lotta all’evasione fiscale. Carcere per l’evasione sopra i 3 milioni di euro. Il provvedimento di fatto dimezza le soglie.
Prima della manovra infatti chi ometteva la presentazione della dichiarazione commetteva un reato se l’ammontare dei redditi non dichiarati ai fini Irpef era almeno pari a circa 196 mila euro, adesso invece il reato di omessa dichiarazione scatta se si non si presenta una dichiarazione nascondendo circa 86 mila euro di imponibile. Modifiche anche per quanto riguarda la prescrizione dei reati che passa dai 6 anni agli 8 anni, con la manovra finanziaria 2011 inoltre viene previsto che il patteggiamento possa essere richiesto solo nel caso in cui venga estinto il debito fiscale.
Si amplia enormemente la platea degli evasori che rischieranno di rispondere penalmente per l’evasione: prima si trattava di alcune decine di migliaia, oggi sono alcune centinaia di migliaia Le nuove norme saranno un deterrente formidabile. Abbassando le soglie – ha spiegato il direttore centrale dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate Luigi Magistro – si rischia molto di piu’: in sostanza basta meta’ dell’evasione prevista finora, e anche meno, per cadere nel penale. Secondo i nostri calcoli, se prima a rischiare erano alcune decine di migliaia, oggi a rispondere penalmente per l’evasione potrebbero essere centinaia di migliaia. L’obiettivo non e’ di intasare le procure, ma di fare di queste nuove soglie un deterrente, invogliando cosi’ l’evasore a uscire dall’orbita penale e a pagare piu’ imposte. La nuova norma ‘colpisce esclusivamente chi evade in modo plateale, assumendo comportamenti intenzionalmente diretti a non pagare le imposte. Al contrario, la disposizione non colpira’ chi, in buona fede, interpreta in modo errato le norme fiscali.