Gli italiani onesti, quelli che pagano le tasse fino all’ultimo euro, nel 79% dei casi bocciano sia gli elusori, sia gli evasori fiscali. Questo è quanto, tra l’altro, è emerso da un’indagine a cura di Confesercenti-Ispo che per parecchi mesi ha monitorato nel nostro Paese il sentiment degli italiani in fatto di fisco, rilevando nello specifico, la necessità di avviare una riforma che garantisca un minor peso fiscale a carico delle imprese e delle famiglie. Quasi otto italiani su dieci, quando si parla dei furbetti che dribblano il fisco, diventano intransigenti ma nello stesso tempo nutrono forti preoccupazioni legate alla crisi. Ma c’è comunque un quinto di italiani che, se non legittima, quantomeno trova una sorta di “giustificazione” nel non pagare le tasse in quella che rappresenta una vera e propria lotta per la sopravvivenza costi quel che costi. A conti fatti, dall’indagine Ispo-Confesercenti, gli italiani che sono indulgenti riguardo al tema dell’evasione fiscale sono spesso i disoccupati, e comunque quelli che in questa fase faticano a riscattarsi dal punto di vista occupazionale e sociale.
Chi ha perso il lavoro, o è in cassa integrazione, infatti, tra le preoccupazioni per il bilancio familiare, e quelle per le quali non si riesce a trovare un nuovo impiego, non sembra scandalizzarsi dinanzi a qualche “furberia” di natura fiscale. Con la conseguenza che dinanzi all’evasione c’è comunque una fetta ampia di italiani che in uno stato di necessità economica, non ha alcun rimorso o senso di colpa.
Intanto nei giorni scorsi Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, ha reso noto che, con riferimento ai primi dieci mesi del corrente anno, l’evasione fiscale nel nostro Paese è cresciuta di quasi il 10%, il 9,7% per l’esattezza, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Come diretta conseguenza, l’Italia conserva con un largo vantaggio il triste primato europeo di Paese con il più alto tasso di evasione davanti a Paesi dell’Est Europa come la Romania, la Bulgaria, l’Estonia e la Slovacchia.
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