Si parla in questi giorni delle tasse che saranno introdotte dal governo Monti, Iva al 23%, patrimoniale o non patrimoniale e, quello che ci si aspetta più di tutti, una riforma sul lavoro. Soprattutto che sia una riforma che agevoli il lavoro. Il Pd esprimera’ in Parlamento una posizione unitaria sulla riforma del mercato del lavoro, come ha affermato con certezza il giuslavorista e senatore Pietro Ichino il quale, a una domanda precisa a margine di una conferenza dedicata alla presentazione del suo libro ‘Inchiesta sul lavoro‘ si é così espresso:
Il Pd e’ la maggior forza politica italiana che ha sostenuto con gran forza il governo Monti – ha precisato -, che ha posto al centro del proprio programma una riforma del mercato. Il Pd dovrebbe confrontarsi con questa impostazione di Monti. Un conto e’ la disciplina di un gruppo politico nel voto che si esprime in Parlamento, altro conto e’ pensare che un grande partito come il Pd debba per forza avere una linea monolitica di proposte. Dire che la mia proposta e’ condivisa soltanto dal 2 per cento del partito e’ una forzatura. La mia posizione e’ condivisa da diversi esponenti di primo piano del Pd, da Enrico Letta a Massimo D’Alema, e in piu’ il mio ddl porta la firma della maggior parte del gruppo.
Il progetto da presentare al Parlamento é quindi ancora da discutere, la manovra tradurrà in misure concrete quelle che sono le aspettative dell’Esecutivo guidato da Mario Monti: equità, rigore, sviluppo. E inizierà con l’estensione a tutti del sistema di calcolo contributivo (facendo salvi i diritti acquisiti), con l’aumento dell’età di pensionamento e col superamento di privilegi e disparità di trattamento. La manovra correttiva che il Governo dovrà approvare prima del Consiglio europeo del 9 dicembre é quasi una realtà, non ci resta che attendere qualche giorno per conoscerne ufficialmente i contenuti.