Il riscatto della laurea, come descritto dall’INPS, è un istituto che permette di rendere computabili, ai fini pensionistici e previdenziali, gli anni di studio universitari anche se questi non prevedono nessun tipi di contribuzione da parte dello studente.
Tale possibilità è valida, ovviamente, solo a condizione di essere riusciti a conseguire il titolo di studio e gli anni trascorsi a studiare, per chi ha abbandonato gli studi e non ha completato il suo percorso accademico, non possono essere presi in considerazione.
Riscattando gli anni di laurea, in pratica, si trasformano gli anni di studio universitario in un periodo di contributi utile ai fini della pensione ma ad un certo costo.
Infatti, fino ad oggi, per poter ottenere il riscatto della laurea, il lavoratore interessato a questa possibilità di integrazione contributiva degli anni universitari, che hanno portato al conseguimento della laurea, deve verificare se è in possesso di tutti i requisiti e le condizioni che consentono di beneficiare di questo importante istituto, e verificare quali periodi possono ricadere nel computo per essere fatti valere ai fini del conseguimento della pensione.
Il riscatto della laurea va di pari passo con il reddito Irpef di coloro che ne fanno richiesta, con la necessità di dover presentare il proprio contratto di lavoro e, sulla base di questo contratto sarà possibile ottenere la somma individuata come onere di riscatto in modo che gli anni di studio possano finalmente essere classificati come anni di lavoro a tutti gli effetti, che contribuiranno al futuro raggiungimento dell’età pensionabile.
Una volta verificato il tutto, il lavoratore in possesso di laurea, diploma di laurea, specializzazione o dottorato, deve presentare la domanda per via telematica all’Inps, e pagare l’onere per il riscatto, dato che il riscatto contributivo degli anni di laurea non è gratuito ma è a pagamento, anche se fiscalmente deducibile.
Quindi, prima di presentare la richiesta di riscatto di laurea è necessario rendersi conto quanto costerà riscattare gli anni di studio e se ciò può, a tutti gli effetti, risultare vantaggioso o meno in base all’impegno economico da sostenere, dato che l’onere è calcolato dall’INPS sulla base dei diversi sistemi che regolano le liquidazioni previdenziali, a seconda del periodo durante il quale ricadono gli anni di studio oggetto del riscatto.
Così facendo il lavoratore, una volta calcolato il costo del riscatto della laurea, può pagare quanto dovuro in unica soluzione o al massimo in 120 rate mensili senza interessi sulla rateizzazione, tramite bollettini MAV.
Il costo del riscatto può dunque rivelarsi un impegno abbastanza importante sotto l’aspetto economico, penalizzando chi non è in condizione di affrontare questo esborso monetario, nonostante permetta di ottenere un evidente vantaggio futuro.
Per questo motivo, un’ipotesi al vaglio del Governo, sta prendendo in considerazione la possibilità di introdurre una forma di riscatto della laurea gratuito per tutti coloro nati tra il 1980 e il 2000 che oggi sono iscritti a un corso di laurea.
Tale ipotesi però non sarà valida per chi si è già laureato, perché sarebbe insostenibile come impegno economico da parte dello Stato.