Se la questione dell’otto per mille fosse un romanzo, il titolo più azzeccato sarebbe sicuramente “A volte ritornano”, anche se i contenuti sarebbero meno spaventosi dell’omonima serie di racconti di Stephen King: più precisamente, il riferimento in questione deve andare alla quota di gestione statale, visto che i fondi verranno utilizzati dopo diverso tempo per far fronte alle finalità originarie, come ad esempio i finanziamenti dei progetti contro la fame nel mondo o gli interventi contro le calamità naturali, piuttosto che per le missioni di pace all’estero come è avvenuto più spesso negli ultimi anni. Si tratta di un ritorno molto atteso, oltre che una pagina importante della lunga storia dell’otto per mille.
Questa iniziativa fiscale è nata con l’introduzione della legge 222 del 1985, vale a dire le disposizioni sugli enti ecclesiastici nel nostro paese e il loro relativo sostentamento; il testo ha fatto sì che dal 1990 una quota del gettito dell’Irpef (l’otto per mille appunto) fosse destinata a scopi sociali e umanitari, senza dimenticare gli intenti più strettamente religiosi gestiti dalla Chiesa cattolica. C’è un articolo ben preciso che sembra ora essere stato rispolverato adeguatamente col ritorno all’antico di tale quota: in effetti, l’articolo 38 della legge citata in precedenza prevede espressamente che i fondi liquidati siano utilizzati, in relazione alla gestione dello Stato, per gli interventi di tipo straordinario volti a contrastare la fame nel mondo, per far fronte alle calamità naturali, per assistere i rifugiati e, infine, ai fini della conservazione dei beni culturali.
Attualmente è l’Anci l’ente che beneficia delle risorse più sostanziose della ripartizione tributaria: l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani può anche contare su un finanziamento pari a ben 8,2 milioni di euro, una misura che ha il fine di promuovere l’accoglienza di chi richiede la protezione internazionale. I 144 milioni di euro totali verranno comunque suddivisi tra 337 enti diversi, con la Chiesa ovviamente in prima fila.