Il trasporto aereo mondiale non vive certo un periodo troppo roseo. Nel 2008 le compagnie aeree nel mondo hanno infatti registrato perdite per 5 miliardi di dollari. Anche il 2009 si annuncia in negativo: le perdite previste ammontano a 2,5 miliardi di dollari, secondo le nuove stime rese note oggi a Ginevra dall’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata).
L’orizzonte e’ cupo. In termini di ricavi, affrontiamo il peggiore contesto degli ultimi 50 anni – ha commentato così i dati Giovanni Bisignani, direttore generale e Ceo della Iata -. Operando in Italia e in Europa non serve una struttura confrontabile con la vecchia Alitalia ma con Easyjet e Ryanair. L’anno prossimo solo il Nord America dovrebbe registrare risultati positivi nel 2009. Per le compagnie europee si profilano invece perdite decuplicate a un miliardo di dollari.
Nel 2009 il traffico passeggeri subirà un calo del 3%, dopo un aumento del 2% nel 2008, e si trattera’ del primo declino dal calo del 2,7% del 2001, anno degli attentati dell’11 settembre.
Come resistere alla crisi? Dopo i bagagli in eccesso a pagamento eccone un’altra pensata dal patron della Ryanair, compagnia low cost: presto sui voli della compagnia aerea irlandese per andare in bagno si dovrà pagare. L’amministratore delegato Michel O’Leary ha infatti annunciato in un’intervista alla Bbc che la compagnia aerea low cost sta valutando di inserire una specie di tassa da far pagare per poter usufruire del servizio toilette.
Una cosa alla quale abbiamo pensato nel passato e a cui stiamo pensando ancora – ha annunciato O’Leary – è la possibilità di applicare una sorta di parchimetro alla porta del bagno dove i viaggiatori possano inserire oggi una sterlina (1,12 euro), per poi passare a un penny in futuro. Non penso ci sia nessuno nella storia di Ryanair che sia salito a bordo con meno di una sterlina in tasca.
Eppure nonostante la crisi anche nel settore del trasporto aereo, Myair.com annuncia una crescita del load factor (il coefficiente di riempimento dell’aeromobile: percentuale dei posti effettivamente occupati rispetto a quelli disponibili sul velivolo) del 6,2% nel primo trimestre 2009 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Esiste quindi davvero la necessità di questa tassa?