La sanatoria delle cartelle ha fatto sì che ad oggi sono 90.000 gli italiani che hanno aderito facendo incassare 335 milioni di euro. La possibilità di aderire era stata prorogata dal governo con il decreto Salva-Roma bis al 28 febbraio. Rimane però il problema della cartelle “incagliate” nei comuni soprattutto a Milano. La questione, sollevato nei giorni scorsi dal Corriere della Sera, sarà la base di incontri tra Equitalia e Poste che poi implicheranno anche i comuni.
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A Milano e in varie zone del nord ci sono problemi per la notifica degli atti ai cittadini in quanto se assenti le cartelle devono per legge essere lasciate al comune. Equitalia, che inoltra le cartelle su segnale dei comuni e degli enti locali e statali, e Poste, che tratta il servizio di notifica, hanno già intrapreso contatti con i comuni delle zone interessate per fare fronte al problema. La legge prevede il deposito degli atti in comune se il contribuente non è in casa. Equitalia e Poste hanno già previsto dallo scorso anno, come da contratto, un passaggio in più a casa del contribuente per evitare difficoltà.
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Ma se anche al secondo passaggio il contribuente non è in casa l’atto deve essere notificato obbligatoriamente al comune. «In questi giorni abbiamo ricevuto molte segnalazioni dei cittadini su problemi negli appuntamenti fissati dal Comune di Milano per ritirare le cartelle – ha detto la vicepresidente di Cittadinanzattiva Isabella Mori– Le date si sono sovrapposte e i documenti che dovevano essere ritirati sono stati confusi». «I comuni – ha spiegato il responsabile relazioni esterne di Equitalia Giovanni Lombardo – sono parte del processo di notifica previsto dalla legge e quindi è chiaro che anche loro devono attrezzarsi per dare un servizio efficiente ai cittadini».