La Sardegna si ribella alle tasse sul lusso, la Finanziaria della Giunta presieduta da Ugo Cappellaci cerca invece di incentivare l’economia e il turismo dell’isola. Le tasse sul lusso riscosse dalla Sardegna tra il 2006 e il 2008 sono illegittime. Jet e yacht privati che si apprestavano a soggiornare in uno dei luoghi più mondani d’Italia non dovranno più pagare durante il periodo estivo. L’ex governatore Renato Soru si era battutto perchè si applicasse la tassa, ma fu subito abolita dal suo successore Ugo Cappellacci.
Cappellacci ha avuto infatti l’Ue dalla sua parte: la tassa è stata giudicata contraria ai principi della libera prestazione di servizi e della libera concorrenza dall’avvocatura generale della Corte di giustizia europea nella persona di Juliane Kokott.
Ci aspettiamo quindi un anno in Sardegna pieno di turisti, all’insegna del divertimento e del lusso, i possessori di yacht, non dovranno più pagare alcuna tassa sul lusso, cosa che invece avveniva fino al 2008. Dichiarata quindi l’illegittimità costituzionale della legge regionale sarda e il contrasto con diverse disposizioni comunitarie tra le quali la libera prestazione dei servizi e la libera concorrenza del mercato.
Quali sono state le cause dell’abolizione della tassa? La mancanza di un fondamento giuridico per l’imposta sulle seconde case a uso turistico, non tarata sulla capacità contributiva. In questo modo non si faceva creare altro che una disparità di trattamento tra residenti e non residenti era stata individuata anche nelle imposte delle plusvalenze per la cessione di fabbricati delle seconde case.
L’avvocato generale ha affermato che
La legge regionale non può giustificare un restrizione alla libera prestazione di servizi. L’imposta sarda ha caratteristiche tali da falsare i rapporti tra imprese concorrenti in quanto rappresenta un aiuto di stato in favore di imprese che svolgono la stessa attività di altre penalizzate dal solo fatto di avere una diversa residenza.