Scure dell’IRPEF su buste paga

Da oggi dipendenti e pensionati proveranno sulla loro pelle il taglio dei redditi già annunciato; nessuna sorpresa, ma questo non toglie l’amaro in bocca. Le buste paga saranno più leggere dello 0.33% a causa dell’addizionale regionale. Secondo le prime stime (che rispecchiano una media delle decisioni prese dagli enti locali singoli) la busta paga perderà su base annua da 50 a 200 euro.

Prima l’aumento dei prezzi (con il carburante agli onori della cronaca per la corsa folle ai due euro a litro) e poi la diminuzione del reddito; la furia degli italiani (dipendenti e pensionati in primis) potrebbe essere il vero problema da questo 27 marzo 2012 che vede storicamente l’Italia divisa in due parti estremamente diseguali. Da un lato la classe politica, elogiata dall’estero e dalle più grandi testate giornalistiche, e dall’altro i Cittadini Italiani su cui la pressione fiscale pesa come mai prima di ora.

Perdere ulteriore potere d’acquisto su base annua non farà altro che ridurre il potenziale rilancio dell’economia secondo alcuni, ed in effetti sarà proprio così; se le famiglie riescono a stento ad arrivare a fine mese, probabilmente eviteranno nuovi acquisti ed anzi incrementeranno quando possibile l’evasione fiscale data dalla disperazione, su cui proprio in questo periodo c’è la stretta sui controlli. Il Paese quindi è chiamato ad un’ulteriore “prova di forza” che ha come protagonisti ancora una volta la fascia sempre più in difficoltà di Italiani.

Tornando ai numeri, si tratta per gli stipendi di 1200 euro al mese di una “perdita” di 51 euro annui, per una busta baga invece di 3200 euro l’aumento costerà 137 euro annui e per una busta paga media di 2200 euro dovremmo versare 94 euro annui in più.

L’impatto sulle fasce minori è ovviamente il più critico e costringe ad una nuova frenata nei consumi prevista nei prossimi mesi oltre che un maggiore indebitamento delle famiglie.

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