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Sisma giapponese: il paese può ripartire grazie al fisco

 I sondaggi lasciano sempre il tempo che trovano, ma in molti casi possono anche fornire delle informazioni molto interessanti: è il caso dell’indagine che è stata condotta dopo un mese esatto dal terremoto che ha sconvolto diverse aree del Giappone, provocando danni e vittime. Gli orientamenti sono ben delineati e mettono in luce anche e soprattutto un interesse marcato nei confronti di tasse e imposte. Secondo il 38% dei giapponesi che sono stati coinvolti in tal senso, si potrebbe puntare a una pressione fiscale ancora più intensa, visto che questa fetta della popolazione sarebbe favorevole a una operazione simile, ma soltanto nel caso in cui il gettito di denaro ottenuto in questa maniera fosse poi sfruttato per finanziare adeguatamente la ricostruzione del paese. Un’altra buona fetta degli abitanti intervistati (il 31% per la precisione) è più propenso nei riguardi di una manovra di governo che sia improntata all’aumento tributario e alla contemporanea emissione di titoli obbligazionari.


Infine, una percentuale minore, vale a dire il 13% del totale, ha affermato di ritenere opportuno e sufficiente il ricorso ai bond. Ciò vuol dire che c’è una buona fiducia nei confronti di tasse e imposte come attrici protagoniste della ricostruzione nazionale del Giappone: i danni sono stati quantificati complessivamente in venticinque trilioni di yen e dei nuovi piani strategici sono più che mai urgenti.

Il piano annunciato sin dal momento della tragedia dal primo ministro Naoto Kan dovrebbe essere in dirittura d’arrivo e si parla della fine di questo mese per l’avvio definitivo. Di cosa si tratterà esattamente? Secondo le indiscrezioni più accreditate, l’aumento della pressione fiscale dovrebbe rimanere in testa alla lista delle priorità: ciò che sembra più scontato è il taglio della cosiddetta “corporate tax”, ovvero la tassa da applicare alle imprese statali, la quale comunque era già prevista in calo all’inizio del 2011 per tutto il resto dell’anno, passando più precisamente dal 39,5 al 34,5%.