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Soppressione INPS, Inail, provincie

 Comuni e Province sono gli enti che per primi si confrontano con i cittadini, ne ascoltano le esigenze e cercano, sulla base della precisa realtà in cui vivono, di dare loro risposte. Gli enti locali conoscono la vita di quel territorio e probabilmente sono i più idonei a comprenderne le necessità. D’altra parte l’eccessiva spesa, le “poltrone inutili”, come vengono spesso definite da chi preferirebbe una minore spesa senza un’abolizione totale degli enti locali. Provincia, Prefettura ma anche Inps, Inail, Ufficio scolastico provinciale, Motorizzazione civile e Camera di Commercio sono gli enti probabilmente destinati a soppressione dopo il decreto legge numero 138 del 13 agosto 2011 emanato dal governo e contenente la norma che abolisce gli enti con meno di 300mila abitanti e i comuni d’Italia con popolazione al di sotto dei mille abitanti.

Il provvedimento – sottolinea il presidente del Consiglio Provinciale di Benevento Giuseppe Maria Maturo – non mette in discussione solo la sorte dell’Ente Provincia (cioè della Rocca dei Rettori), ma anche dell’intera articolazione della presenza dello Stato e dei suoi organismi sul territorio a cominciare dalla Prefettura. In altri termini, sono soppressi tutti gli Uffici provinciali periferici dell’organizzazione statuale (Ufficio Scolastico, Motorizzazione Civile, Inps, Inail, Camera di Commercio, etc) con un depauperamento dei servizi pubblici assolutamente drammatico per le aree interne del Nord Est della Campania e con il conseguente, prevedibile, ulteriore depauperamento dei servizi ad essi collegati.

 

Sono 36 le province sotto i trecentomila abitanti che rischiano la soppressione per effetto della manovra all’esame del Consiglio dei ministri. Come ha specificato Berlusconi in questi giorni, la soppressione scatterà in realtà sulla base dei dati che verranno raccolti nel censimento in programma entro il 2011, e scatteranno man mano alla scadenza dei mandati elettivi. Il Governo ha voluto effettuare questi tagli, secondo quanto precisato dai portavoce, non per annullare l’autonomia di piccole province o comuni, ma per dare un taglio a una spesa che potrebbe essere indirizzata verso altri tipi di iniziative. Le province e i comuni non rimarranno senza una guida, il capoluogo più vicino si farà carico di ogni esigenza.