Non solo tagli lineari quelli previsti dalla spending review. La Ragioneria di Stato traccia infatti le linee guida utilizzate dai Ministeri per dare attuazione alle norme previste dai decreti varati prima dal Governo Berlusconi e poi dall’esecutivo presieduto da Mario Monti. Ad esempio le norme varate nel 2011 hanno previsto una contrazione della spesa in nome della spending review, di circa 20 miliardi di euro da attuare nel biennio 2012 – 2014. In base a quanto previsto per il 50 per cento dei tagli si è data attuazione tramite programma ministeriale mentre per quanto riguarda la restante parte viene operato un taglio di natura lineare.
Successivamente il decreto n. 95 del 2012 varato dal governo Monti la situazione è stata modificata: è stata infatti contenuta l’entità del taglio prevedendo una riduzione di spesa di 4,4 miliardi di euro da effettuare tra il 2013 ed il 2015. Tuttavia variare sono le tipologie di tagli da effettuare visto che per l’82 % i tagli dovranno essere inerenti a rimodulazioni di voci e per il 18 % saranno di natura lineare. Alla fine i ministeri hanno quindi predisposto i programmi di contenimento della spesa in base alle nuove direttive e si sono avuti casi in cui la riallocazione delle risorse permetterà di generare risparmi maggiori rispetto a quanto preventivato: ad esempio il ministero dell’istruzione ha prodotto un programma in base al quale i risparmi saranno di 198 milioni di euro a fronte dei 173 richiesti. L’eccedenza verrà riallocata in voci di spesa ritenute deficitarie.
Per quanto riguarda i tagli operati dai dicasteri, le riduzioni maggiori si hanno per la spesa del personale. A pagare dazio sono soprattutto indennità, mense e vestiario. Tagli più sostanziosi anche per quanto riguarda la spesa è salita da 671 milioni a 901 milioni di euro nel 2012, da 233 a 547 nel 2013 e da 303 milioni a 530 milioni per il 2014. Previsti meno tagli invece per quanto riguarda i consumi intermedi (sistemi informativi e manutenzioni edifici scolastici).