Dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato infondato il ricorso presentato da un privato cittadino contro le misure prese nei suoi confronti (tv sequestrata) per non aver pagato il canone di abbonamento al servizio pubblico, c’è qualcuno che invece non solo non vuol far pagare il canone ma anche desidera eliminare la pubblicità della tv di Stato.
I giudici di Strasburgo hanno infatti deciso che il signor Antonio Faccio debba pagare la tassa anche se non desidera guardare la Rai poiché l’imposta è dovuta per il solo fatto di possedere una televisione.
La tassa non viene pagata in cambio della ricezione di un canale particolare – si legge in una nota dei giudici – ma è un contributo a un servizio per la comunità.
Il governo spagnolo probabilmente eliminerà la pubblicità dalla tv pubblica. Nella penisola iberica si sta pensando di introdurre una tassa del 3% sugli introiti delle televisioni private iberiche, qualora venisse approvata la proposta di eliminare spot e promozioni dalle reti del servizio pubblico. Lo riferisce il quotidiano El Pais, dove si legge di un’altra tassa dello 0,9% sulle entrate degli operatori di telecomunicazioni che consentirebbe di finanziare il network di stato. Zapatero annuncia quindi meno pubblicità sui due canali della tv pubblica, Tve1 e Tve2. Ma così facendo si avrebbe una perdita di 550 milioni di euro per Tve.
Di fatto la crisi sta colpendo anche la Spagna ed uno dei primi effetti sono le entrate dell’advertising, ciò nonostante i canali pubblici continuano ad essere tempestati da pubblicità. La tv pubblica otterrebbe per compensare lo stop alla pubblicità 250 milioni dalla tassa sullo spazio radioelettrico, 190 dalle compagnie di telecomunicazioni e 140 dalla tassa sulle tv commerciali. Inoltre queste ultime avrebbero maggiori introiti poichè chi desidera fare pubblicità del proprio prodotto potrebbe rivolgersi solo a loro e non alla tv di Stato.