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Stretta fiscale per le imprese di assicurazione

 L’emendamento depositato ieri dal relatore Antonio Azzollini (Pdl) fissa al 10% la quota di indeducibilità delle variazioni delle riserve tecniche obbligatorie del ramo vita. Con il secondo acconto Ires 2010 le società di assicurazione dovranno quindi fornire all’erario non meno di 88 milioni di euro. La manovra inoltre stabilisce che le modifiche hanno effetto nella misura del 50% anche sul versamento del secondo acconto dell’imposta sul reddito delle societa’ da pagarsi il 30 novembre.

La norma – leggiamo nella relazione – determina un incremento di gettito quantificabile in circa 234 milioni di euro su base annua, determinato applicando alla variazione delle riserve tecniche obbligatorie del ramo vita la percentuale di indeducibilita’ prevista. In base all’andamento medio delle variazioni rilevate l’incremento delle riserve in questione e’ risultato pari a circa 42 miliardi di euro nel 2009.

Non sono mancate le discussioni e le perplessità su questa manovra, chiarite dal presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai, nel suo intervento all’assemblea annuale dell’associazione oggi all’Auditorium Parco della Musica di Roma:

Con l’emendamento verrebbe introdotta una tassazione del 2,75 per cento sul totale della variazione delle riserve matematiche vita, che altro non sono se non debiti delle compagnie verso gli assicurati. Dunque le imprese di assicurazione sarebbero chiamate a pagare un’imposta sui soldi dei risparmiatori e, oltretutto, si verrebbe a compromettere un mercato efficiente che garantisce sicurezza a milioni di assicurati. Non è pensabile che la nostra industria possa essere oggetto di interventi normativi e confusi, occore far quadrare i conti pubblici non deve andare a discapito di imprese sane ed efficienti e che sono già soggette a una tassazione superiore a quella dei loro competitori europei.

Il presidente conclude considerando la manovra contro ogni logica di rilancio dell’economia del paese perchè colpirebbe in maniera indiretta il risparmio (soprattutto quello di lungo periodo), il presidente conclude auspicando un intervento del governo per porre rimedio a questo “grave errore”.

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