Anche quest’anno, a causa della crisi finanziaria ed economica, per molti contribuenti soggetti agli studi di settore non sarà facile rispettare i criteri di congruità previsti da tale strumento; nel 2009, infatti, specie per i liberi professionisti, lavoratori autonomi, e le piccole imprese esportatrici, i ricavi sono nuovamente scesi ed i profitti o i compensi si sono ulteriormente ridotti. Anche per quest’anno il Fisco, in virtù di questa situazione, ha comunque deciso di mettere a punto per il 2010, a valere sull’esercizio 2009, lo strumento dello studio di settore con i correttivi anticrisi per venire incontro alle aziende ed ai lavoratori con partita Iva in apnea a causa delle difficoltà congiunturali. Ebbene, in virtù di questa novità annunciata nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate, ma ampiamente attesa ed in linea con le richieste delle Associazioni di categoria, la Cgia di Mestre ha effettuato uno studio al fine di rilevare quali settori dell’economia e quindi quali aziende abbiano sofferto maggiormente nel 2009 a causa della crisi.
In cima troviamo, in base al Rapporto dell’Associazione degli artigiani mestrina, le aziende metalmeccaniche che in media hanno fatto registrare lo scorso anno ricavi in contrazione di oltre un terzo rispetto all’esercizio 2008; a seguire ci sono le aziende impegnate nella fabbricazione del carbone e nella raffinazione e, sul terzo gradino del podio di questa classifica delle aziende maggiormente in crisi, le falegnamerie.
Poi al quarto posto ci sono le società che producono apparecchi elettrici e macchinari meccanici, al quinto quelle della plastica e della gomma, e poi il tessile, pelletteria e calzature. Quelli indicati dalla Cgia di Mestre sono comparti che nel nostro Paese hanno perso a causa della crisi decine di migliaia di posti di lavoro, e che rappresentano il nostro made in Italy; di conseguenza, secondo la Cgia di Mestre su questi comparti l’applicazione degli studi di settore da presentare quest’anno, a valere sui risultati 2009, dovrebbe essere calibrata in modo tale da tener conto del fatto che la crisi ha avuto degli effetti più pesanti.