Il redditometro tiene “sotto scacco” gli evasori fiscali; lo strumento ideato dal Governo permette al Fisco un controllo completo del reddito dichiarato e delle spese sostenute dai singoli, che vengono raccolte in sette tabelle con più di cento voci complessive.
L’idea di base è che per il possesso di certi beni o per l’acquisti di certi servizi deve necessariamente corrispondere un determinato reddito minimo, che possa giustificare la liquidità necessaria al pagamento dei beni o dei servizi. In parole povere ad ogni bene o servizio viene assegnato un determinato importo che moltiplicato per il coefficiente restituisce un importo.
Secondo le tabelle diffuse dall’Agenzia delle Entrate vi è un ordine secondo cui i beni ed i servizi vengono presi in considerazione e moltiplicati per il coefficiente opportuno. Gli importi ottenuti vengono presi in percentuale a scalare e sommati restituiscono il reddito minimo ipotetico che deve essere stato dichiarato per giustificare le voci di cui sopra.
Se la distanza tra reddito ipotetico e reddito dichiarato e sfavorevole oltre al 25% allora scattano i controlli per il soggetto, che diventa a questo punto un potenziale evasore fiscale. Le tabelle del redditometro vengono continuamente aggiornate e forniscono tutti gli strumenti necessari al calcolo del reddito presunto.
Da quanto è stato ideato il redditometro i rientri delle auto di lusso (detenute in certi casi limite anche da persone che dichiaravano meno di un operaio) è stato notevole e risentito dai concessionari, così come la vendita delle barche, considerate ancora un bene di lusso.