Scure dell’IRPEF su buste paga

 Da oggi dipendenti e pensionati proveranno sulla loro pelle il taglio dei redditi già annunciato; nessuna sorpresa, ma questo non toglie l’amaro in bocca. Le buste paga saranno più leggere dello 0.33% a causa dell’addizionale regionale. Secondo le prime stime (che rispecchiano una media delle decisioni prese dagli enti locali singoli) la busta paga perderà su base annua da 50 a 200 euro.

Prima l’aumento dei prezzi (con il carburante agli onori della cronaca per la corsa folle ai due euro a litro) e poi la diminuzione del reddito; la furia degli italiani (dipendenti e pensionati in primis) potrebbe essere il vero problema da questo 27 marzo 2012 che vede storicamente l’Italia divisa in due parti estremamente diseguali. Da un lato la classe politica, elogiata dall’estero e dalle più grandi testate giornalistiche, e dall’altro i Cittadini Italiani su cui la pressione fiscale pesa come mai prima di ora.

Federalismo fiscale regionale: rischio aumento tasse locali

 Con l’entrata a regime del federalismo fiscale regionale, si rischia un aumento delle tasse locali fino, complessivamente, a ben sei miliardi di euro. A ricavare questo dato è stato l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre andando ad applicare i contenuti e le disposizioni presenti attualmente nel decreto sul federalismo fiscale regionale in discussione presso la Commissione bicamerale. Al riguardo, innanzi tutto, l’Associazione degli artigiani mestrina fa presente come il dato ricavato, frutto di una stima, sia del tutto teorico in quanto si basa sul presupposto che, a partire dall’anno in corso, e fino all’anno 2015, le Regioni italiane vadano ad aumentare l’aliquota regionale, ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), fino al livello massimo consentito dal Decreto stesso. Ma a quanto ammontano queste aliquote massime?

Federalismo fiscale: il Nord nel breve ci guadagna

 Il federalismo fiscale, nel momento in cui entrerà non solo in vigore, ma anche a regime, andrà ad innescare una vera e propria rivoluzione amministrativa visto che buona parte della tasse che pagano i cittadini rimarrà sul territorio. Questo alla lunga dovrebbe permettere una migliore gestione della cosa pubblica ma anche la presenza di amministratori più responsabili visto che non sarà più lo Stato centrale a garantire le risorse e, spesso, così come avvenuto in passato, a coprire il profondo rosso delle casse regionali, comunali e provinciali. Ma in prima battuta quali aree del nostro Paese trarranno vantaggi immediati e tangibili dal federalismo fiscale? Ebbene, stando ad un Rapporto a cura dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre sarà il Centro Nord, con il federalismo fiscale, ad avere più soldi, mentre il Sud Italia ne avrà meno; a questo risultato l’Associazione degli artigiani mestrina è giunta andando a calcolare proprio le imposte che resteranno con il federalismo fiscale ai Comuni, ed i fondi che non arriveranno più per effetto dei tagli ai trasferimenti statali.

Federalismo fiscale: rischio divario economico per un italiano su due

 Nel nostro Paese un italiano su due, per la precisione il 50,2% della popolazione, teme che l’entrata in vigore del federalismo fiscale contribuirà ad allargare il divario economico tra il Nord ed il Sud del Paese. A rilevarlo è il Censis nel sottolineare come le attese sulla riforma del fisco in senso federalista spacchino in due il Paese. Il Rapporto del Censis arriva tra l’altro proprio oggi, giovedì 3 febbraio 2011, quando da pochissime ore la Commissione Bicamerale, con un pareggio, 15 a 15, ha respinto il Testo sul federalismo fiscale proposto dall’attuale Governo in carica. In ogni caso,il Censis ha altresì rilevato, con una maggioranza al Nord, che poco più di quattro cittadini italiani su dieci ritengono che comunque il federalismo fiscale potrebbe portare nel nostro Paese ad una riduzione dello spreco di denaro attraverso una migliore gestione dei soldi pubblici.

Federalismo fiscale con amministratori responsabili

 In materia di federalismo fiscale non si arriverà da subito, specie nelle Regioni italiane che sono in maggiore difficoltà, ovverosia quelle del Mezzogiorno, ad una riduzione delle tasse. A dichiararlo, nel corso di un convegno promosso dalla Regione Molise, avente come titolo “Per il Sud qualcosa di nuovo:regionalismo e federalismo possono ancora convivere“, è stata Renata Polverini, Governatore della Regione Lazio, la quale in particolare ha sottolineato come serva che si guardi non solo alla riduzione delle tasse, ma anche al miglioramento dei servizi a fronte, per il futuro, della crescita di una classe di amministratori che sia responsabile.

Fisco e tributi: in Toscana più rigore e più equità

 Un Fisco che sia da un lato rigoroso, e dall’altro più equo e più amico. E’ questo l’obiettivo, in Toscana, da parte dell’Amministrazione regionale che dopo i buoni dati sul recupero dei tributi evasi ora vuole puntare alla revisione dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente. Questo è quanto ha dichiarato il Governatore Enrico Rossi nel cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro che, a partire dalla Guardia di Finanza e passando per l’Assessorato regionale competente, hanno assicurato un forte incremento del recupero da evasione tributaria nel corso dell’anno appena conclusosi. E’ stata infatti registrata una crescita del recupero da evasione tributaria pari ad oltre il 45% senza tener conto degli incassi una tantum. Includendoli la somma, al novembre 2010, sale a 141 milioni di euro con un incremento del 62,33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Trattandosi di dati che non includono lo scorso mese di dicembre, l’Amministrazione regionale non esclude che si possa arrivare a 150 milioni di euro complessivi di tributi recuperati, ovverosia ben 60 milioni di euro in più rispetto alle previsioni.

Irpef, Iva e Irap: cosa cambia con il federalismo

 Quello del federalismo fiscale è e sarà nel nostro Paese un processo lento e lungo visto che solo nel 2018 si arriverà ad una piena e totale attuazione che stravolgerà i meccanismi di tassazione con lo Stato che, in particolare, non staccherà più “assegni” a Province ed Enti locali, e con un’autonomia fiscale che sul territorio dovrebbe garantire autosufficienza e meno sprechi con vantaggi per tutti. Questo è quanto ci si aspetta, ma chiaramente solo davanti ai fatti compiuti ed ai dati ufficiali si potrà capire se effettivamente il nuovo modello federalista potrà, tra l’altro, contribuire ad arrestare un’emorragia caratterizzata da un debito pubblico che, anno dopo anno, non fa purtroppo altro che aumentare. E allora, cosa accadrà nel breve, nel medio e nel lungo termine per imposte come l’Irpef, l’Irap e l’Iva?

Addizionali Irpef e Irap: le maggiorazioni nella Regione Lazio

 A valere sull’anno di imposta 2010, nella Regione Lazio scattano delle maggiorazioni sia sull’addizionale sull’imposta regionale sulle attività produttive (Irap), sia sull’addizionale sull’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). A comunicarlo è stata la Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate del Lazio nel precisare che la maggiorazione è pari allo 0,15% per l’addizionale sull’imposta regionale sulle attività produttive, e dello 0,3% per l’addizionale sull’imposta sul reddito delle persone fisiche; l’effetto della maggiorazione scatta sull’acconto Irap che dovrà essere versato entro il prossimo mese di novembre, mentre l’incremento dello 0,30% dell’addizionale Irpef andrà a produrre i sui effetti a partire dall’anno 2011. In particolare, per l’anno 2010 l’aumento dell’addizionale Irpef andrà ad interessare i lavoratori dipendenti il cui rapporto contrattuale terminerà entro l’anno.

Pressione fiscale Lombardia: bassa quella sulle imposte “manovrabili”

 In Lombardia, su un lavoratore dipendente, grava in media un importo pari a 267 euro annui di tasse legate alle addizionali regionali. Il dato, in particolare, si ricava da un recente studio effettuato dalla Cisl, ma sul quale la Regione Lombardia, in particolare, ha tenuto a precisare ed a mettere in evidenza come la pressione fiscale sui lavoratori, riguardo alle imposte “manovrabili” dalla Regione, sia alquanto bassa. Nel dettaglio, infatti, di quei 267 euro citati solo il 14,5%, corrispondente a meno di 40 euro, rappresenta in effetti una quota parte di tasse volute ed introdotte dalla Regione, mentre la restante parte è semplicemente frutto di imposte statali obbligatorie sulle quali, chiaramente, la Regione Lombardia non può per nulla metter mano.

Modello Unico 2009: gli errori da evitare con l’F24

 Scaduti i termini per la presentazione del modello 730/2009 da parte dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, con l’entrata del mese di giugno si avvicina l’appuntamento con la compilazione del modello Unico 2009 da parte dei titolari di partita IVA. Ma per mettersi in regola con il fisco non basta compilare correttamente e trasmettere il modello della dichiarazione dei redditi; occorre altresì versare correttamente le imposte, tramite il modello F24, senza incorrere in errori formali. A tal fine, l’Agenzia delle Entrate ha stilato una vera e propria “classifica” degli errori più frequenti che i contribuenti commettono quando pagano le tasse con il modello F24; tra gli errori più comuni c’è quello relativo al codice tributo, mediante il quale con il modello F24 viene univocamente identificata l’imposta che si sta versando. Sono frequenti infatti gli errori relativi a versamenti dell’IRPEF scambiando un codice per un altro, così come molto spesso si sbaglia ad indicare, riguardo alle addizionali regionali, il codice della Regione corretto.