La nuova imposta mineraria prevista dal governo australiano dovrebbe più bassa rispetto all’ammontare previsto dal Tesoro della nazione oceaniana: in pratica, l’importo in questione è quello relativo ai prossimi due anni (2013 e 2014), tanto che si potrebbero anche ridurre le stime sui profitti per colossi come Bhp Billiton, Rio Tinto Limited e Ubs Ag. Le principali compagnie attive nel comparto estrattivo, tra cui possiamo ricordare anche Fortescue Metals Group Limited, dovranno quindi pagare quasi due miliardi di dollari australiani nel corso del prossimo anno fiscale, mentre nel 2014 la spesa dovrebbe scendere fino a 1,4 miliardi di dollari australiani.
Australia
In Australia si tassa anche l’arretratezza tecnologica
Quando si pensa di aver finalmente scovato la tassa più strana e bizzarra al mondo, ecco che subito spunta un nuovo “campione”: bisogna spostarsi in Australia per capire di cosa si tratta, visto che un rivenditore di un negozio di elettronica del paese oceaniano ha deciso di introdurre l’imposta sulla arretratezza tecnologica. Che cosa si intende esattamente con questo termine? L’esercizio commerciale in questione, Kogan per la precisione, intende tassare i propri utenti che vogliono acquistare direttamente dal sito web e che per realizzare questa operazione si avvalgono del vecchio e impopolare browser di Microsoft, vale a dire Internet Explorer 7. Come si può giustificare una decisione del genere?
In Australia arriva la carbon Tax
Tasse in arrivo in pieno green style per i grandi centri inquinanti australiani. L’Australia è tra i più importanti produttori mondiali di Co2 per singolo abitante. I maggiori 500 produttori di CO2 del paese troveranno un nuovo balzello a cui far fronte all’interno della prossima manovra finanziaria. Sarà prevista una tassa sulle emissioni che ammonterà a 23 dollari australiani per tonnellata di CO2 prodotta, quindi un aggravio di circa 17 euro. Una tassa il cui gettito sarà destinato a finanziare lo sviluppo e la crescita delle energie rinnovabili e pulite. Il governo di Julia Gillard ha deciso anche di creare una vera e propria Agenzia per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, 10 miliardi di dollari australiani saranno stanziati per la concretizzazione di questo progetto. Sempre sul carbone arriverà un’ulteriore novità a partire dal 2015.
Carbon Tax, nuove discussioni in Australia
L’Australia vive ancora con fervore il dibattito relativo alla cosiddetta “carbon tax”: come è noto, si tratta della misura fiscale volta a colpire le risorse energetiche più inquinanti, un argomento molto sentito nella nazione oceaniana. Talmente sentito che una alleanza industriale sta preparando nel dettaglio il lancio di una campagna di svariati milioni di dollari, in modo da scoraggiare il premiere Julia Gillard dall’introdurre questa imposta. La spaccatura è dunque profonda, da una parte c’è il governo con le sue ambiziose politiche green, dall’altra la Australian Trade and Industry Alliance, la quale è composta dalla Minerals Council nazionale, dall’Australian Food and Grocery Council e dall’Australian Coal Association, tutte pronte a difendere gli interessi dei loro settori.
Australia: dal forum di imprese una nuova tassa sulle miniere
L’Australia si appresta a ospitare un forum ad ampia partecipazione e di primario interesse dal punto di vista fiscale: in effetti, saranno presenti imprese, unioni lavorative, comunità e università per discutere di una possibile modifica del sistema tributario, visto che il governo di Canberra punta con decisione a guadagnare il sostegno del Parlamento per una nuova imposta sulle miniere. L’intento principale è quello di massimizzare le opportunità offerte dalle risorse primarie della nazione. Il primo ministro Julia Gillard ha sottolineato come il suo esecutivo abbia bisogno di un supporto pubblico importante per le sue ultime proposte in ambito fiscale, tra cui appunto quella che prevede di applicare una tassa sui profitti delle compagnie attive nel comparto minerario, oltre a un tributo volto a finanziare la ricostruzione del paese dopo i devastanti cicloni degli ultimi mesi.
Australia: il governo rimodula tassa sui minerari
Tasse in diminuzione per le compagnie minerarie australiane. Il governo infatti ha raggiunto un accordo con le più importanti imprese dell’industria mineraria per la tassa sui profitti, decidendo per un’imposta meno pesante. L’accordo ha stabilito l’applicazione di un’aliquota di circa il 30% rispetto al 40% inizialmente proposto ed è stata battezzata con il nome di Minerals Resource Rent Tax. Proposta dalla neoeletta premier Julia Gillard, sarà applicata all’estrazione del ferro e del carbone. La nuova Minerals Resource Rent Tax prevede quindi l’applicazinoe di un’aliquota del 30% sui profitti anziché del 40% come previsto dal precedente governo Rudd e dovrebbe comunque generare un extragettito di 1,5 miliardi di dollari. L’accordo ha soddisfatto entrambi le parti, con le società minerarie che pagheranno più tasse ma meno di quanto inizialmente stimato, mentre il governo si assicura comunque un gettito aggiuntivo. Tuttavia la tassa non ha soddisfatto tutte le società del settore per le quali la tassa mette comunque in pericolo il settore delle risorse in Australia e gli investimenti stranieri.