Giulio Tremonti propone quattro gruppi di lavoro, ciascuno dei quali con un obiettivo specifico assegnato per realizzare un’idea precisa, la più precisa possibile, sulle risorse finanziarie disponibili e mobilizzabili per la riforma. Tremonti ha così comunicato le intenzioni sulla riforma fiscale, con una lettera inviata ai sindacati e alle imprese che partecipano al tavolo sulla riforma. Le macro-aree che saranno assegnate ai team saranno: bilancio pubblico e patrimonio pubblico; economia non osservata; erosione fiscale; sovrapposizione tra Stato fiscale e Stato sociale. Ciascuna squadra avrà inoltre un proprio leader: Piero Giarda (Università Cattolica), Enrico Giovannini (Istat) coordinerà invece l’analisi sull’impatto dell’economia non osservata sui flussi finanziari; il gruppo presieduto da Vieri Ceriani di bankitalia si occuperà dell’erosione fiscale; infine, Mauro Marè valuterà la sovrapposizione, spesso irrazionale, che nei decenni passati si è stratificata, tra Stato fiscale e Stato sociale.
Bilancio
Berlusconi sulle tasse: per ora niente tagli
L’attuale situazione di crisi non permette nessuna possibilita’ di riduzione delle imposte’, ha sottolineato il premier Silvio Berlusconi -. La situazione attuale del debito pubblico comportera’, solo di interessi, una spesa di 8 miliardi di euro all’anno. In questa situazione e’ fuori discussione poter pensare a un taglio delle imposte.
E sempre in questo contesto, secondo Berlusconi, e’ da prevedere tempi lunghi anche per la riforma fiscale.
Chi quindi sperava di pagare meno dovrà pazientare. Nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, Berlusconi ha negato che nel futuro del governo ci sia un taglio delle tasse e ha scatenato la reazione dell’opposizione che accusa il premier di non mantenere le promesse e di essere irresponsabile.
Unindustria: è crisi, chiediamo meno tasse
Il presidente degli industriali Maurizio Marchesini in una lettera inviata ai sindaci di tutta la
Sui turisti incombe la tassa di soggiorno
Più turisti e più spese. Lo sviluppo del turismo ha positive conseguenze sull’occupazione ed anche sul Pil di un Paese, ma rende inevitabilmente necessari una serie di servizi. Ecco quindi che si profila un aumento fisiologico delle spese che l’amministrazione deve affrontare in termini di servizi.
Così il governo pensa a una tassa sul turismo, che probabilmente non si chiamerà così ma si tratterà comunque di un contributo che il turista dovrà pagare per soggiornare nel Belpaese. Probabilmente il turista sarà inoltre ignaro della tassa poichè questa sarà inclusa nel costo dell’alloggio e dovrebbe variare in base alle stelle dell’hotel (da uno a cinque euro al giorno).