Evasione fiscale: i controlli sulle imprese apri e chiudi

 Uno dei “trucchetti” attraverso il quale le imprese tutt’altro che oneste evadono il Fisco è quello relativo alle cosiddette aziende “apri e chiudi”, ovverosia imprese che di norma cessano l’attività entro un anno magari dopo aver portato avanti un core business, se così possiamo dire, basato solo sull’emissione di fatture false. Queste imprese fittizie vengono comunemente definite come “cartiere”, proprio perché producono fatture legate a transazioni inesistenti su beni e servizi. Ebbene, grazie ad un apposito Decreto Legge, il numero 78 del 31 maggio del 2010, l’Amministrazione finanziaria dello Stato ha ora più margini di manovra per poter andare a scovare, controllare e sanzionare, spesso anche con rilevanze e risvolti di natura penale, queste imprese che a volte sono “apri e chiudi”, ed altre volte in perenne perdita agli occhi del Fisco.

Compensazione Iva: controlli e recuperi si spostano a Venezia

 In materia di compensazioni sull’imposta sul valore aggiunto (Iva), ed in particolare sui controlli e sulle irregolarità, la macchina amministrativa dell’Agenzia delle Entrate si sposta ufficialmente presso il Centro operativo di Venezia, che per l’occasione è stato oggetto di un restyling. A darne notizia nella giornata di ieri, mercoledì 30 marzo 2011, è stata proprio l’Amministrazione finanziaria dello Stato a seguito di un provvedimento che è stato firmato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate. I controlli riguardano le verifiche sui crediti Iva annuali ed infrannuali che vengono portati in compensazione, per importi sopra il livello dei 10 mila euro, senza passare per i canali telematici dell’Amministrazione finanziaria dello Stato. Una volta effettuate le verifiche, e riscontrate le irregolarità nelle operazioni di compensazione, il Centro operativo di Venezia ha altresì la competenza di poter sia emettere per questi crediti degli atti di recupero, sia andare a gestire per tali somme l’iscrizione a ruolo e la gestione dei versamenti in sede di acquiescenza.

Categorie IVA

Evasione fiscale: Campania, due indagini fruttano un milione di euro

 Recupero da evasione fiscale, nella Regione Campania, per un totale di un milione di euro, attraverso due distinte indagini a Salerno; una, in particolare, ha riguardato un nullatenente con l’elicottero, e l’altra un pizzaiolo con il reddito rigorosamente “doppiozero”. Questo è quanto ha rivelato con un comunicato ufficiale la Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Campania nel precisare che l’indagine sul nullatenente con l’elicottero è stata portata avanti dal Fisco attraverso l’accertamento sintetico, mentre l’altra si è basata sull’analisi, da parte degli “007” del Fisco, di forniture di farina in nero. Nel dettaglio, a carico di un contribuente il Fisco ha rilevato, a fronte della dichiarazione alle Entrate di redditi irrisori o nulli, il possesso di un elicottero, ma anche un’auto fiammante ed una casa lussuosa. Di riflesso, l’Agenzia delle Entrate ha ricostruito il reddito del contribuente evasore fiscale dall’anno 2005 al 2008 accertando oltre 285 mila euro di evasione e quasi 94 mila euro di tasse evase.

Evasione fiscale: maxi-frode carosello a Bologna

 Nella Regione Emilia-Romagna il Fisco, ed in particolare l’Agenzia delle Entrate di Bologna, ha messo a segno un maxi-recupero da evasione a carico di una società bolognese attiva nel comparto del commercio di componenti informatici. L’importo evaso ammonta a ben diciotto milioni di euro per effetto del classico meccanismo truffaldino di andare a maturare crediti sull’imposta sul valore aggiunto (Iva) inesistenti attraverso l’utilizzo delle cosiddette “cartiere”, ovverosia società fittizie la cui unica attività è quella di andare a produrre ed emettere fatture false. In particolare, all’azienda bolognese è stato contestato il fatto che a fronte della dichiarazione di un reddito imponibile pari a 15 mila euro, tanti quanti in un anno ne guadagna un impiegato, il fatturato era invece di ben tredici milioni di euro. Dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, i giudici hanno ritenuto congrue le ragioni del Fisco in sede di accertamento con il conseguente fatto che a carico della società il debito tributario, tra sanzioni ed imposte da pagare, è balzato a 18 milioni di euro.

Categorie IVA

Evasione fiscale: Campania, nuovi Comuni per il recupero del sommerso

 Aumentano anche nella Regione Campania i Comuni alleati con il Fisco nella lotta e nel contrasto all’evasione fiscale con il conseguente recupero del sommerso. Nei giorni scorsi, infatti, la Direzione Regionale delle Entrate della Campania, guidata dal Direttore Enrico Sangermano, ha sottoscritto tre protocolli di intesa con altrettanti Comuni al fine di poter mettere in atto un’azione di contrasto all’evasione fiscale attraverso delle segnalazioni qualificate che, lo ricordiamo, permettono ai Comuni di andare ad incassare ben un terzo delle maggiori imposte riscosse dal Fisco a titolo definitivo. I nuovi tre Comuni della Campania che hanno siglato l’accordo anti-evasione con le Entrate sono quelli di Vico Equense, di Ischia e di Cervino che portano sinora a quota 31 il numero di Comuni alleati nella Regione Campania con il Fisco nel recupero del sommerso.

Compensazione Iva Enti locali

 Per i Comuni, in merito alla compensazione dei crediti sull’imposta sul valore aggiunto (Iva) oltre i 15 mila euro, la revisione equivale al rilascio del visto di conformità. A chiarirlo con una risoluzione, la numero 90/E pubblicata venerdì scorso, 17 settembre 2010, è stata l’Agenzia delle Entrate nel precisare come per i Comuni la certificazione rilasciata dall’organo di revisione, singolo o collegiale, equivalga allo stesso tipo di “vigilanza” connessa al rilascio del visto di conformità in quanto presuppone lo stesso tipo di controllo. Per gli Enti locali, quindi, visto di conformità e sottoscrizione della dichiarazione da parte del revisore singolo, nel caso di Comune più piccolo, o da parte del collegio, pari a sono ai fini della compensazione dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) sopra i 15 mila euro.

Categorie IVA

Auto di lusso: Fisco scopre frode Iva a Forlì

 Con il classico schema truffaldino della cosiddetta “frode carosello”, nel cesenate un rivenditore di auto di grossa cilindrata sfruttava operazioni inesistenti per andare ad effettuare in maniera indebita delle detrazioni sull’imposta sul valore aggiunto (Iva). A rivelarlo è stata l’Agenzia delle Entrate, Direzione regionale dell’Emilia-Romagna, a seguito delle indagini che il Fisco, avvalendosi della collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, ha effettuato con i propri “007” negli anni dal 2005 al 2007; da queste indagini effettuate dai funzionari dell’Amministrazione finanziaria dello Stato è emersa una maxi-frode Iva per un controvalore totale di evasione pari a ben 19 milioni di euro. Si è trattato, quindi, di un vero e proprio “carosello” truffaldino di auto di lusso andando a maturare crediti Iva attraverso delle fatture false. Ebbene, la truffa non solo è stata scoperta a Forlì-Cesena dall’Agenzia delle Entrate, ma la Commissione tributaria provinciale di Forlì ha confermato che gli accertamenti mossi e condotti dagli “007” del Fisco risultano essere fondati.

Categorie IVA

Crediti Iva inesistenti: vittoria del Fisco in Campania

 Nella Regione Campania il Fisco ha incassato una nuova vittoria in materia di imposte, stavolta dinanzi alla Commissione tributaria provinciale di Napoli per un importo pari a ben 63 milioni di euro costituiti, in particolare, da crediti sull’imposta sul valore aggiunto (Iva) inesistenti. A darne notizia è stata la Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate nel far presente come siano stati considerati legittimi, a scapito di una società che opera nel comparto dei metalli ferrosi, gli avvisi di accertamento che sono stati emessi dall’Ufficio Grandi contribuenti dell’Agenza delle Entrate della Regione Campania proprio per le detrazioni indebite che sono state effettuate sull’imposta sul valore aggiunto (Iva); inoltre, sempre dinanzi alla Commissione tributaria provinciale di Napoli, sono stati altresì disconosciuti anche i rilievi procedurali che sono stati sollevati dai contribuenti nell’impostare la loro difesa.

Categorie IVA

Rimborsi Iva: frode carosello sull’asse Bologna – San Marino

 Attraverso il classico sistema truffaldino delle cosiddette frodi carosello, una società con sede a Bologna è riuscita ad accumulare, avvalendosi di società compiacenti, la bellezza di oltre 650 mila euro in crediti IVA, maturati in maniera indebita, attraverso la vendita di telefonini che, venduti da Bologna a San Marino poi ripercorrevano la stessa strada in direzione opposta. Questo è quanto rivela la Direzione Regione dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna nel sottolineare come a carico della società bolognese il Fisco abbia scoperto ben 1,3 milioni di euro di rimborsi fiscali non dovuti. In pratica la società di Bologna, operante nel ramo della vendita al dettaglio di apparecchi audio-video, cedeva telefoni cellulari per un controvalore pari a svariati milioni di euro a delle imprese di San Marino con il duplice obiettivo di truffare il Fisco e di vincere la concorrenza.

Evasione fiscale: quando i costi non tornano nel bilancio

 Hanno un controvalore pari a ben sei milioni di euro, in provincia di Brescia, le tre vittorie in contenzioso da parte dell’Agenzia delle Entrate presso la Commissione tributaria. A darne notizia è l’Amministrazione finanziaria dello Stato nel precisare che le tre vittorie in contenzioso sono state ottenute dall’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Salò a seguito di avvisi di accertamento a carico di alcune imprese che operano sul territorio di Brescia. A seguito di una segnalazione da parte della Guardia di Finanza, infatti, il Fisco ha contestato l’emissione di fatture inesistenti da parte di un’azienda edile bresciana che, sulla base dei movimenti bancari, hanno fatto emergere i pagamenti di queste fatture fittizie ed i successivi riaccrediti delle somme che sono stati effettuati dallo stesso soggetto.

Evasione fiscale edilizia con le compensazioni indebite

 A Ravenna l’Agenzia delle Entrate ha stanato un’impresa che utilizzava il Fisco come un Bancomat andando a portare in compensazione crediti inesistenti e, di conseguenza, andando ad accumulare nel tempo un vero e proprio tesoretto. L’evasione fiscale scoperta, comprendendo le imposte non versate, le sanzioni e gli interessi, ammonta a ben due milioni di euro che quindi ora l’impresa ravennate, operante nel settore dell’edilizia, dovrà restituire al Fisco a conclusione dei controlli avviati dalla Direzione Provinciale delle Entrate. In particolare, secondo quanto si legge in una nota emessa dalla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Regione Emilia-Romagna, l’indagine a carico dell’impresa edile è partita nel 2007 con gli “007” del Fisco che hanno rilevato come la ditta da un lato non versava le ritenute sui debiti da lavoro dipendente, e dall’altro andava a portare in compensazione crediti inesistenti sull’imposta sul valore aggiunto (Iva) andando a creare un doppio danno all’Erario visto che poi il Fisco, in base alle somme che risultavano dalle compensazioni illecite, doveva andare a riversare gli importi agli enti previdenziali.

Compensazione imposte: attenzione ai crediti Iva

 Siamo entrati nel vivo per quel che riguarda la presentazione di Unico 2010 e la liquidazione delle imposte, ma per il versamento delle tasse occorre fare molta ma molta attenzione ad avvalersi della compensazione, specie per quel che riguarda i crediti sull’imposta sul valore aggiunto (Iva). A ricordarlo è l’Agenzia delle Entrate nell’Annuario del Contribuente 2010 visto che proprio dall’inizio del corrente anno occorre seguire una specifica procedura per portare in compensazione i crediti Iva superiori al livello dei 10 mila euro. In tal caso, infatti, occorre prima presentare la dichiarazione e poi avversi della compensazione solo a partire dal giorno 16 del mese successivo; in più, se il credito Iva è superiore ai 15 mila euro occorre altresì che nella dichiarazione venga apposto dai soggetti abilitati il visto di conformità. In generale il credito di imposta con il meccanismo della compensazione permette di poterlo sfruttare per il versamento di importi a debito.

Compensazioni Iva: al via le nuove disposizioni

 E’ quella del 16 marzo 2010 la prima data utile per poter effettuare le operazioni di compensazione dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) cosiddette “oltre soglia”, ovverosia per crediti di imposta che, riferiti all’anno 2009, superano il livello dei diecimila euro. A farlo presente  l’Agenzia delle Entrate nel sottolineare che l’operazione è possibile solo a patto d’aver presentato, entro lo scorso 28 febbraio 2010, la dichiarazione annuale Iva. In scia all’entrata in vigore delle nuove disposizioni in materia di compensazione Iva “oltre soglia”, l’Agenzia delle Entrate in data odierna, martedì 9 marzo 2010, ha incontrato le Associazioni di categoria e gli Ordini professionali con l’obiettivo di illustrare le relative modalità operative e, quindi, facilitare l’applicazione delle nuove disposizioni che, lo ricordiamo, sono state messe a punto all’interno del cosiddetto Decreto anticrisi varato dal Governo nei mesi scorsi.

Dichiarazione Iva: si può presentare sganciata da Unico

 L’obbligo relativo alla dichiarazione Iva all’interno del modello Unico resta valido solamente per quei contribuenti che ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) presentano un saldo a debito, mentre per chi vanta dei crediti Iva può “affrettare” i tempi e presentare l’istanza sganciata dal modello di dichiarazione unificata. A farlo presente è stata l’Agenzia delle Entrate che in merito alle procedure per la compensazione Iva sta provvedendo a mettere a punto una circolare operativa finalizzata a sciogliere ogni dubbio. In particolare, sulla dichiarazione Iva i contribuenti possono letteralmente giocare d’anticipo presentando l’istanza sganciata da Unico nel periodo dall’1 febbraio al 30 settembre con la finalità o di chiedere il rimborso dell’imposta, oppure di portare le somme a credito in compensazione.