Sanzioni dichiarazione infedele

 Secondo una ordinanza della Corte di Cassazione del 2011, la sanzione per la dichiarazione infedele è dovuta sempre, a prescindere dal fatto che l’imposta non dichiarata venga riscossa oppure abbia bisogno della compensazione (vedi anche Dichiarazione Imu, ecco le eventuali sanzioni). Il reato di dichiarazione infedele, il quale è previsto dal Decreto legislativo 74 del 2000 (“Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”), viene commesso da chi si pone il fine di evadere le imposte sui redditi e l’Imposta sul Valore Aggiunto.

Cassazione: la doppia punibilità nelle fatture false

 Che lo si voglia o no, l’evasione fiscale occupa in maniera ingombrante le cronache di ogni singola giornata italiana: ne è una chiara testimonianza l’ultima sentenza della Corte di Cassazione, la quale è intervenuta su un caso che riguardava l’emissione e l’uso di fatture per operazioni fasulle da parte di una stessa persona. In questo caso, i giudici di Piazza Cavour hanno concordato che si ha a che fare con due condotte proprie. Questo vuol dire che non si può far rientrare la fattispecie in quanto previsto dal nono articolo del Decreto legislativo 74 del 2000 (“Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”), il quale vieta la punibilità doppia. Quest’ultima ha quindi ragione di esistere in situazioni simili a quella appena menzionata.

La Cassazione interviene sui reati relativi alle fatture false

 La decisione potrebbe sembrare strana, ma dato che proviene dal massimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, non si può che prenderne atto. Quasi tre settimane fa, infatti, i giudici di Piazza Cavour hanno tentato di tracciare un limite tra il reato di emissione e quello che prevede lo sfruttamento di fatture relative a operazioni inesistenti: in pratica, come stabilito in maniera puntuale dagli “ermellini”, il contribuente si macchia del reato di emissione di fatture false quando le sottopone a contabilità dopo averle ricevute, nonostante non le abbia inserite all’interno della dichiarazione dei redditi.

Elusione fiscale: per la Cassazione c’è anche la violazione penale

 Quando si parla di elusione fiscale si è soliti fare riferimento a un fenomeno meno grave rispetto all’evasione: in effetti, si tratta di una pratica considerata non illegale ma che aggira le leggi dal punto di vista sostanziale. Eppure, anche questa è una piaga che deve essere contrastata con la stessa intensità di altre. Sembra pensarla allo stesso modo anche la Corte di Cassazione, la quale in una recente sentenza ha fatto intendere come il risparmio di imposta conseguito mediante attività elusive non può escludere sempre e comunque la violazione di tipo penale, visto che in questo caso si viene a configurare una dichiarazione tributaria infedele. La sentenza fa ben sperare in merito alla criminalizzazione dell’elusione, senza alcuna distinzione tra le condotte poste in essere come violazione dell’articolo 37 bis del Dpr 600 del 1973 (“Accertamento delle imposte sui redditi”, l’articolo in questione fa proprio riferimento alle disposizioni antielusive) e gli abusi del diritto.