La Danimarca ci ripensa: la tanto acclamata fat tax, la tassa sui grassi saturi, verrà abolita a partire da quest’anno. Si tratta di una misura fiscale che è stata introdotta nel corso del 2011 per contrastare il troppo frequente utilizzo di burro, olio, formaggio, panna e prodotti di crema. I primi dubbi avevano cominciato a serpeggiare già verso la fine dello scorso anno (vedi La Danimarca cambia idea sulla tassazione dei cibi grassi), ma ora c’è anche l’ufficialità. Gli effetti dell’imposta, infatti, non sono stati quelli sperati.
Danimarca
Esenzione fiscale per i marittimi danesi imbarcati secondo il DIS
Da Lussemburgo è giunta una indicazione piuttosto precisa per quel che riguarda la disciplina fiscale della navigazione marittima: in effetti, i giudici comunitari hanno dovuto affrontare la questione di un ricorso che era stato presentato da una società operante in tale ambito, convinta che si potesse contestare la tassazione agevolata nei confronti dei marittimi imbarcati a bordo di mezzi iscritti in Danimarca presso il registro internazionale. La situazione è piuttosto particolare. Nel paese scandinavo, di cui si è parlato per argomenti di altro tipo di recente (La Danimarca cambia idea sulla tassazione dei cibi grassi), vi sono due distinti registri per la navigazione.
La Danimarca cambia idea sulla tassazione dei cibi grassi
Sembrava si potesse trattare di un modello virtuoso da seguire, ma ora c’è un clamoroso dietrofront: a luglio si parlava della tassazione dei cibi grassi e del successo del modello danese, visto che questa Fat Tax era destinata a modificare molte abitudini alimentari scorrette, riducendo il consumo di determinati cibi e aumentando la vita media della gente. Ecco perché si è provveduto a tassare ingredienti come la margarina, l’olio, il latte e il burro, ma il paese scandinavo ha cambiato idea in questi ultimi giorni. In effetti, il governo di Copenaghen ha compiuto un passo indietro da questo punto di vista, spiegando i motivi della impraticabilità delle imposte sul cibo spazzatura.
Tassazione dei cibi grassi: il successo del modello danese
Meno cibo spazzatura e più lavoro: può essere questo lo slogan ideale per descrivere l’ultima campagna fiscale di cui si sta rendendo protagonista la Danimarca. Il paese scandinavo ha introdotto una imposta sui cibi maggiormente responsabili dell’obesità, come ad esempio il cioccolato, le caramelle e le bibite gassate. L’obiettivo è stato quello di poter aggiungere altri tre anni all’aspettativa media di vita; allo stesso tempo, però, esiste anche una tassa che grava sui grassi saturi e che è volta a ridimensionare i vari tributi che sono stati introdotti per colpire il mondo del lavoro.
Danimarca: debutto ufficiale per la Fat Tax
I cittadini danesi che possono dirsi realmente in sovrappeso od obesi non sono poi tantissimi, soltanto il 10% dell’intera popolazione: eppure il governo di Copenaghen ha deciso di introdurre una misura fiscale che si rivolge proprio a loro, una tassa che va a colpire per l’appunto i grassi saturi del cibo. Vi sono due obiettivi, uno maggiormente “di facciata”, vale a dire la tutela della salute delle persone, mentre il secondo è più squisitamente economico e mira a rimpolpare le entrate dell’erario, dato che la “fat tax” dovrebbe essere in grado di garantire un gettito tributario pari a duecento milioni di euro. Il debutto ufficiale è avvenuto proprio nel corso della giornata di ieri, una data storica anche perché una imposta simile è stata ipotizzata in molti altri paesi (in primis gli Stati Uniti), ma mai applicata nel concreto.