Stampa e vendita di libri in proprio: la disciplina fiscale

 Quando si vendono in maniera abituale e mediante un’apposita libreria delle opere che sono scritte e stampata personalmente si produce un reddito di impresa che è utile approfondire ai fini delle imposte dirette: spesso può sorgere il dubbio che un’attività simile non possa essere equiparata a quella peculiare di lavoro autonomo. Ebbene, un riferimento importante in questo senso è senza dubbio il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir, il Dpr 917 del 1986), il cui cinquantatreesimo articolo è molto chiaro.

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Tassa possesso computer bocciata

 Gli utenti italiani titolari di una connessione a banda larga potranno tornare a dormire sonni tranquilli: non pagheranno il sovrapprezzo proposto dalla FIEG per risollevare il settore dell’editoria cartacea alle prese con la crisi. Sia il segretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti che Paolo Gentiloni, esponente del PD ed ex ministro delle Comunicazioni hanno bocciato la tassa.

Bonaiuti auspica piuttosto una veloce convocazione degli stati generali dell’editoria, previsti per giugno. Durante questo evento gli editori dovranno presentare proposte concrete per tagliare i costi attuali senza penalizzare eccessivamente il settore e soprattutto evitando di far pesare balzelli ai titolari di connessione a banda larga. La bocciatura del provvedimento avviene dopo il parere contrario anche di diverse associazioni dei consumatori cui si era aggiunto anche un comunicato di Anti Digital Divide, associazione che riunisce cittadini utenti della Rete.

Tassa su internet per salvare l’editoria

 Il presidente della Fieg, la Federazione degli editori dei più grandi giornali italiani, Carlo Malinconico ha formulato nel corso di un convegno dedicato alla crisi dell’editoria una proposta di “mini tassa” per chi ha la connessione a internet e quindi si avvale dei contenuti anche editoriali della rete, ovviamente per sostenere il settore in forte crisi. A legittimare la proposta, Malinconico ricorda come in Germania sia stata creata una “tassa sul computer” e propone un prelievo di entità modesta, dal costo di un caffè al mese, un piccolo contributo da tutti per un settore che risente della congiuntura economica.