Frode fiscale, un miliardo di euro in sequestri nel 2015

Riassumendo, lo Stato italiano ha subito nel 2015 un danno patrimoniale superiore ai 4 miliardi. Il dato è contenuto in maniera dettagliata all’interno del consueto Rapporto annuale della Guardia di Finanza presentato oggi. Nell’ambito di 2.644 accertamenti svolti su delega della Corte dei Conti, sono state 8.021 le persone per le quali si ipotizza responsabilità erariale.

La cessione del marchio e il riacquisto sovrapprezzo sono elusivi

 Elusione fiscale: un contribuente realizza un negozio giuridico solamente per pagare meno tasse (vedi anche I contratti che eludono il Fisco possono essere riqualificati). È questa la definizione tipica che si dà di tale fenomeno, ma ci si può avvalere anche delle varie sentenze in ambito giuridico. Una delle ultime pronunce della Corte di Cassazione, ad esempio, è molto utile, in quanto ha stabilito che l’operazione con cui una società cede il proprio marchio per riacquistarlo immediatamente dopo a un prezzo maggiore è considerata elusiva.

I contratti che eludono il Fisco possono essere riqualificati

 Quando dei soggetti privati sottoscrivono dei contratti allo scopo di eludere il Fisco, dunque di ottenere un risparmio d’imposta, è sempre possibile che essi possano essere qualificati dalla nostra amministrazione finanziaria. In effetti, sia l’Agenzia delle Entrate che il giudice tributario hanno la possibilità di realizzare questa “trasformazione”, visto che non ha alcuna importanza lo schema negoziale che è stato adottato dalle parti (vedi anche Le fiamme gialle: in aumento elusione fiscale). Questo principio è stato stabilito in una recente sentenza dalla Corte di Cassazione.

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Gli impegni del governo Monti contro le società di comodo

 Qual è la posizione del governo Monti nei confronti delle società di comodo? Queste ultime, come è noto, sono quelle entità che il legislatore considera non operative e costituite solamente ai fini dell’elusione fiscale, un altro fenomeno da stroncare nel nostro paese: ebbene, l’esecutivo si sta impegnando nel promuovere apposite leggi che siano in grado di stroncare l’elusione stessa, visto che questi comportamenti fiscali vengono troppo spesso trascurati. Bisogna dunque attendersi un vero e proprio giro di vite? I due esempi più classici di società di comodo prevedono aziende che acquistano altre imprese per ridurre la contabilità e versare meno tasse, ma anche la costituzione in spa di un determinato immobile, la strada scelta da coloro che intendono avere meno oneri fiscali nel caso di una eventuale cessione.

Contro l’elusione fiscale una stretta decisiva

 C’è chi evade le tasse senza alcuno scrupolo e chi invece aggira le norme fiscali rispettando formalmente le leggi vigenti, ma aggirandole nel loro aspetto sostanziale. Quanti aggirano, senza infrangerle, le norme tributarie dovranno vedersela presto con una stretta decisa contro l’elusione, che tramite una normativa di contrasto al cosiddetto abuso di diritto si anteporrà a tutti i furbetti del fisco. Questa lotta però non dovrebbe essere un mezzo per aumentare le entrate dello Stato ma un metodo attraverso il quale ridistribuire il reddito a favore di chi le tasse le paga e attraverso gli introiti recuperati si potrebbero ridurre le aliquote. Queste sono almeno le speranze di molti ma, seguendo le esperienze di altri Paesi europei come Francia e Germania, anche il nostro Paese si prepara a distinguere chiaramente il risparmio d’imposta legittimo e il vantaggio fiscale indebito, illecito.

Google tax: l’unione tra Fisco britannico e americano

 Due delle principali amministrazioni finanziarie a livello internazionale, quella americana e quella britannica, sono fortemente unite contro un unico, gigantesco contribuente: si tratta del celebre motore di ricerca Google, il quale avrebbe realizzato una vera e propria truffa fiscale ai danni delle due agenzie. Che cosa ha combinato esattamente il gigante di Mountain View? Nel dettaglio, si parla già diffusamente di centinaia di milioni di sterline che sarebbero stati nascosti al fisco, una evasione tributaria in piena regola, ed è per questo che Washington e Londra stanno collaborando in maniera tanto alacre. I bilanci del 2010 di Google hanno messo in luce un dato piuttosto ambiguo e da chiarire, vale a dire il totale dell’imposta sui profitti da versare alle casse di Sua Maestà, un ammontare troppo basso rispetto a quanto ci si aspetterebbe.

Elusione fiscale: per la Cassazione c’è anche la violazione penale

 Quando si parla di elusione fiscale si è soliti fare riferimento a un fenomeno meno grave rispetto all’evasione: in effetti, si tratta di una pratica considerata non illegale ma che aggira le leggi dal punto di vista sostanziale. Eppure, anche questa è una piaga che deve essere contrastata con la stessa intensità di altre. Sembra pensarla allo stesso modo anche la Corte di Cassazione, la quale in una recente sentenza ha fatto intendere come il risparmio di imposta conseguito mediante attività elusive non può escludere sempre e comunque la violazione di tipo penale, visto che in questo caso si viene a configurare una dichiarazione tributaria infedele. La sentenza fa ben sperare in merito alla criminalizzazione dell’elusione, senza alcuna distinzione tra le condotte poste in essere come violazione dell’articolo 37 bis del Dpr 600 del 1973 (“Accertamento delle imposte sui redditi”, l’articolo in questione fa proprio riferimento alle disposizioni antielusive) e gli abusi del diritto.

Evasione fiscale: settore edile, condanna penale a Treviso

 Condanna esemplare, in provincia di Treviso, per un imprenditore edile che deve al Fisco la somma rilevante di 3,5 milioni di euro. Per effetto di operazioni atte a sottrarsi in maniera fraudolenta al pagamento delle imposte, l’imprenditore ha incassato la condanna non solo fiscale, ma anche penale a fronte di somme per cui, tra le maggiori imposte rilevate dall’Amministrazione finanziaria dello Stato, le sanzioni e gli interessi, si è arrivati, come sopra accennato, a 3,5 milioni di euro. La condanna è arrivata per tutta una serie di operazioni fraudolente, a partire da quelle “tipiche” di chi tenta di dribblare il Fisco, ovverosia l’inserimento nella contabilità di fatture false al fine di far lievitare i costi e quindi pagare meno tasse; le fatture in questione, emesse da imprenditori non solo trevigiani, ma anche dell’area del Nord Italia, sono risultate essere associate ad operazioni inesistenti.

Sconti infragruppo: non si configura una elusione fiscale

 La Corte di Cassazione ha aggiunto un altro tassello alla disciplina fiscale del cosiddetto transfer pricing: secondo la Suprema Corte, infatti, quando aziende del nostro paese e società di nazionalità estera pongono in essere delle operazioni con sconti infragruppo, queste stesse attività non hanno alcun rilievo in relazione a tale normativa. Si tratta di una sentenza piuttosto controversa e che è andata a sciogliere i dubbi sorti in merito a un contenzioso degli anni Novanta, quindi piuttosto datato. Se le imprese coinvolte fanno parte di un gruppo, la loro valutazione deve avvenire necessariamente al “valore normale”, vale a dire quel valore che rappresenta il prezzo di libera concorrenza, le condizioni che sarebbero state stabilite da parti completamente indipendenti. Nel dettaglio, questa disputa aveva riguardato un’impresa italiana e altre consociate alle prese con degli sconti solitamente non adottati sulle cessioni di beni simili a società indipendenti.

Informatica e alimentari: operazioni antievasione a Caserta

 Ammontano ad oltre 4,7 milioni di euro le somme riscosse dall’Agenzia delle Entrate a Caserta nell’ambito di un’operazione antievasione, a tutto campo, nei settori dell‘informatica e degli alimentari. Sotto i riflettori dell’Amministrazione finanziaria dello Stato, in accordo con quanto rivela una nota emessa dalla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Campania, sono finite a Caserta le smart card, ma anche i latticini e le bibite per quella che nel complesso è stata un’attività antievasione a tutto tondo. Nel dettaglio, a valere su ben quattro anni di imposta, una società svizzera ha versato all’Erario, senza attivare il contenzioso, ben 3,5 milioni di euro circa. Questo perché la società, benché svizzera, ed operante nel settore della produzione delle smart card, presentava nella Provincia di Caserta una stabile organizzazione.

Fisco e Comuni: Calabria, nuovi accordi antievasione

 E’ stato siglato giovedì scorso, 14 aprile 2011, nella Regione Calabria, un accordo anti-evasione tra il Comune di Cetraro e l’Agenzia delle Entrate nell’ambito di quella collaborazione che porta gli Enti Locali ad incassare il 33% delle maggiori somme riscosse dell’Erario a titolo definitivo in base alle cosiddette segnalazioni qualificate. Anche quella tra il Fisco e il Comune di Cetraro, in Provincia di Cosenza, è una collaborazione che si basa sullo scambio strutturato di informazioni che poi porta all’acquisizione da parte dell’Agenzia delle Entrate delle segnalazioni qualificate che, a loro volta, possono portare all’avvio di accertamenti. I settori interessati, nello specifico, sono quelli inerenti le professioni, il commercio, il territorio e l’urbanistica, ma anche il patrimonio immobiliare, la proprietà edilizia, le residenze fittizie all’estero, nonché situazioni caratterizzate da una elevata capacità contributiva a fronte invece di redditi ufficialmente dichiarati al Fisco largamente inferiori al tenore di vita del contribuente stimato anche in funzione dei servizi fruiti e dei beni posseduti.

Evasione fiscale e residenze societarie fittizie

 Un’azienda che fa affari e prende le decisioni in Italia, non può ingannare il Fisco andando invece a “trasferire” in un Paese estero non solo la sede, ma anche tutti i conti correnti bancari, le utenze, e tutti i verbali relativi alle assemblee e tutti gli altri elementi formali. Questo è quanto, in particolare, è emerso a Savona, dove la competente Commissione tributaria provinciale ha dato ragione all’Agenzia delle Entrate in merito ad un’azienda ligure con la residenza palesemente “esterovestita”. Secondo quanto rivela la Direzione regionale dell’Agenzia delle Entate della Liguria con una nota, la decisione dei giudici ha permesso al Fisco, tra imposte e sanzioni, il recupero di somme pari ad oltre un milione di euro.

Elusione fiscale: una questione di famiglia a Milano e Vicenza

 L’elusione fiscale è un fenomeno di cui si parla meno diffusamente rispetto all’evasione, eppure anch’esso rappresenta una piaga da contrastare nella maniera più efficace possibile: come è noto, si tratta di una serie di tentativi di ridurre il carico tributario attraverso lo sfruttamento opportuno di agevolazioni, esenzioni e facilitazioni. Uno degli ultimi accertamenti posto in essere dalle direzioni provinciali di Milano e Vicenza della nostra amministrazione finanziaria ha consentito di portare alla luce proprio una vicenda di questo tipo. In effetti, quattro fratelli che risiedono nelle due province avevano posto in essere una operazione elusiva piuttosto complessa; al termine dei controlli di rito è stato possibile accertare il mancato versamento di ben quindici milioni di euro nelle casse statali, pagamento a cui i contribuenti coinvolti hanno provveduto immediatamente.