Tunisia: l’evasione fiscale incide sui conti pubblici

 L’attuale situazione politica della Tunisia, come è ormai noto a tutti, non è delle migliori: ad aggravare questo quadro si è aggiunta dal carattere più prettamente economico, la quale ha messo in luce l’enorme disagio fiscale che sta vivendo la nazione africana. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dal Global Financial Integrity, infatti, il governo di Tunisi avrebbe perso addirittura 1,16 miliardi di dollari per quel che concerne il 2010 e i flussi di capitali illeciti. Le statistiche sono piuttosto eloquenti ed è emerso un calo netto dei capitali utili per il paese, i quali sono finiti all’estero e hanno gonfiato ancor di più il debito pubblico. L’evasione del fisco e il riciclaggio del denaro sono i due principali responsabili di questo disastro finanziario, come spesso accade nei casi di trasferimenti illeciti dei fondi.

Tasse più odiate: la top ten dell’Associazione Contribuenti Italiani

 E’ l’aggio esattoriale la tassa più odiata dagli italiani. A rivelarlo è Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, in accordo con uno studio a cura di Krls Network of Business Ethics realizzato proprio su commissione da parte dell’Associazione nella prima settimana del corrente mese di gennaio. L’indagine, in particolare, è stata effettuata prendendo a riferimento un campione casuale di cittadini residenti in Italia che sono stati intervistati telefonicamente. Al secondo posto di questa speciale classifica c’è quella che secondo Contribuenti.it, così come messo in evidenza da tempo, è la tassa più evasa nel nostro Paese; stiamo parlando del canone rai, mentre al terzo posto tra le tasse più odiate c’è il bollo auto. Al quarto poco ci sono le accise sulla benzina, sull’energia elettrica e sul metano che contribuiscono a zavorrare le bollette di luce e gas unitamente al pieno di benzina alla pompa.

Evasione fiscale: quando i conti non tornano al Fisco

 Si può evadere il Fisco dichiarando tutti i redditi percepiti ma, nello stesso tempo, andando ad “appesantire” la dichiarazione dei redditi o con costi inesistenti, oppure con costi non direttamente collegati all’attività che si esercita e, quindi, costi a tutti gli effetti indebitamente portati in deduzione e/o in detrazione. Questo è quanto, in Campania, ha scoperto la Direzione Provinciale delle Entrate di Salerno a carico di tre professionisti che, infatti, dichiaravano i redditi percepiti ma ciò nonostante i conti non tornavano anche perché sono state rilevate ampie differenze tra quanto dichiarato ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (Iva), e quanto dichiarato ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). Ebbene, a seguito delle indagini fiscali effettuate a carico dei tre professionisti, l’Agenzia delle Entrate ha recuperato somme che complessivamente ammontano a ben mezzo milione di euro.

Evasione fiscale: nel 2011 verrà introdotto lo spesometro

 I consumi privati diventeranno il nuovo punto di riferimento del 2011 per l’Agenzia delle Entrate e la sua lotta nei confronti dell’evasione fiscale: il nuovo anno verrà infatti caratterizzato da uno strumento piuttosto innovativo, quello che in molti hanno già ribattezzato come “spesometro”. Di cosa si tratta esattamente? Lo spesometro verrà utilizzato per dar vita a un accertamento sintetico ancora più approfondito, visto che altro non è che l’elenco da trasmettere all’amministrazione finanziaria da parte degli operatori economici, un novero che dovrà ricomprendere le stime più importanti in relazione all’Iva. Le novità in previsione sono già molte: si va dalla richiesta del codice fiscale al contribuente privato nell’ipotesi di acquisti di importi particolari, fissati adeguatamente dalle stesse Entrate, fino ad altri approfondimenti minuziosi, anche se la procedura in questione deve essere ancora limata e ultimata.

Fisco: Sicilia, scoperta evasione a Canicattì

 Il Fisco in Sicilia, a Canicattì, ha scovato ricavi non dichiarati per un controvalore pari ad oltre 500mila euro. Questo dopo che le indagini finanziarie hanno alzato il velo su dati contabili che solo in apparenza sembravano ineccepibili. Nel dettaglio, le analisi e gli approfondimenti degli “007” del Fisco sono partite da bilanci dichiarati sempre in perdita e redditi irrisori dei soci. La società nel mirino del Fisco, in particolare, è stata una società di capitali operante nel settore del commercio all’ingrosso di pellicce e di tappeti. I funzionari dell’Agenzia delle Entrate su tale società hanno avuto più di un sospetto visto che presentava un forte indebitamento nei confronti di due soci; questi ultimi, a loro volta, da un lato dichiaravano redditi troppo esigui, e dall’altro manifestavano un tenore di vita elevato.

Evasione fiscale: ristorazione, menu completo di violazioni a Siracusa

 Il conto del Fisco è diventato salato, nella Regione Sicilia, a carico di un ristoratore del siracusano, con gli “007” dell’Agenzia delle Entrate che hanno scoperto un’evasione fiscale pari a ben 780 mila euro. Il ristoratore, in particolare, presentava ogni anno una dichiarazione dei redditi non superiore ai 7 mila euro, ovverosia meno di un lavoratore precario con contratto di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa a progetto, il cosiddetto co.co.pro per intenderci. Questo “grazie” a false ricevute fiscali consistenti in semplici fogli di carta. Trattasi, in accordo con quanto rivela con un comunicato ufficiale la Direzione regionale Sicilia dell’Agenzia delle Entrate, di un caso strano che ha attirato il Fisco dopo un’attenta attività di indagini e di verifica, a partire da una segnalazione da parte dei Vigili Urbani, che poi ha portato all’emissione di un avviso di accertamento pari, come accennato, a 780 mila euro circa. 

Scudo fiscale: rimpatrio giuridico se l’emersione è complicata

 Se, a causa di cause oggettive non dipendenti dalla volonta del contribuente, non è possibile avvalersi per lo scudo fiscale del rimpatrio fisico entro la data del prossimo 31 dicembre 2010, allora può scattare come soluzione “salvagente“, comunque entro la scadenza sopra indicata, quella del rimpatrio giuridico. Questo è quanto ha precisato l’Agenzia delle Entrate con una risoluzione, la numero 122/E, emanata in data odierna, lunedì 29 novembre 2010, in merito all’adesione allo scudo fiscale per operazioni di emersione che, come sopra accennato, risultano essere complicate per le attività detenute all’estero. Tutto ciò, in ogni caso, ha piena validità non solo se si rispetta la scadenza del 31 dicembre 2010, ma anche se il rimpatrio giuridico viene gestito dalla stessa fiduciaria alla quale è stata presentata originariamente la dichiarazione di emersione. In questo caso il rimpatrio fisico con quello giuridico vengono equiparati se, ad esempio, ci sono difficoltà nel liquidare e/o nel disinvestire le attività, oppure se ci sono dei contenziosi in corso con i gestori esteri.

Evasione fiscale: Entrate e Inps incrociano le banche dati

 Grazie ad un accordo di durata pari a ben cinque anni, l’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale da un lato, e l’Agenzia delle Entrate dall’altro, hanno ufficialmente rafforzato la propria collaborazione nel campo delle misure e delle azioni di contrasto all’evasione fiscale. A darne notizia in data odierna è stata proprio l’Amministrazione finanziaria dello Stato nel sottolineare come in prima linea nell’accordo ci sia non solo lo scambio di informazioni, ma anche verifiche mirate a fronte di un coordinamento operativo reso più efficace attraverso dei meccanismi di cooperazione informatica. A firmare l’intesa antievasione sono stati Antonio Mastrapasqua, Presidente dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, e Attilio Befera, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, per quella che porterà ad un recupero più rapido ed efficace delle somme evase a livello fiscale e contributivo attraverso proprio un potenziamento delle rete del controllo e dell’accertamento unitamente ad uno scambio di informazioni che sarà sistematico e nel pieno rispetto della privacy.

Redditometro: accertamento sintetico non congruo per tre italiani su quattro

 Nel nostro Paese ben tre contribuenti su quattro, in base allo strumento redditometro, dichiarano un reddito al Fisco che risulta essere non congruo rispetto sia ai consumi reali, sia al tenore di vita sostenuto. A ribadirlo nei giorni scorsi è stata l’Associazione Contribuenti.it, la quale ha inoltre fatto presente come l’evasione fiscale nel nostro Paese continui a crescere con un tasso di incremento che, nel periodo da gennaio a settembre 2010, è stato pari al 9,2%. Il redditometro, che non è altro che una forma di accertamento sintetico, a conti fatti rivela come ogni anno all’appello manchino al Fisco svariati miliardi di euro da evasione fiscale. La stima dell’imponibile evaso su tutto il territorio nazionale non è di facile rilevazione, ma le somme sottratte all’erario ogni anno, in accordo con quanto riportato da Contribuenti.it, si aggirano sui 156 miliardi di euro, ovverosia una somma pari all’incirca ad otto volte l’ultima manovra di correzione dei conti pubblici messa a punto dal Governo italiano.

Evasione fiscale: contrasto più efficace con scambio informazioni

 Con i tagli ai trasferimenti alle Regioni da parte dello Stato centrale, le somme recuperate dalle attività di contrasto all’evasione fiscale rappresentano a conti fatti l’unica vera e nuova fonte di entrate per il sistema pubblico. Ad affermarlo è stato l’on. Riccardo Nencini, Assessore al bilancio ed ai tributi della Regione Toscana, il quale ha altresì sottolineato come maggiori saranno le risorse recuperate, maggiori saranno i servizi e le politiche di sostegno a favore sia dei cittadini, sia delle imprese. Per recuperare più risorse secondo l’Assessore serve agevolare e potenziare lo scambio di informazioni tra i vari settori delle Amministrazioni Pubbliche, e per questo nelle ultime settimane la Regione Toscana ha in alcuni casi rinnovato, ed in altri stipulato specifiche intese e protocolli con l’Agenzia delle Entrate, con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) e con la Guardia di Finanza.

Fisco servizi funebri, scoperta evasione in Veneto

 Nuovo “colpo” dell’Agenzia delle Entrate, stavolta in Veneto, ed in particolare a Bassano del Grappa dove è stata scoperta un’evasione da oltre un milione di euro nell’industria del “caro estinto”, ovverosia nei servizi funebri, attraverso sia omessi ricavi, sia l’adozione di procedure contabili finalizzate a truccare i conti. Nel dettaglio, l’Agenzia delle Entrate a Bassano del Grappa, a seguito di opportune verifiche a carico di molte aziende locali, ha scovato una sacca di evasione per complessivi 1,12 milioni di euro circa dopo che gli “007” del Fisco hanno passato al setaccio sia le agenzie di onoranze funebri, sia i produttori di articoli funerari. In particolare, per quel che riguarda i produttori di articoli funerari, il Fisco ha accertato ricavi omessi, e quindi evasi, per oltre 911 mila euro in base al numero di verghette acquistate cui sarebbe dovuto corrispondere un determinato numero di casse fabbricate.

A Parma riscontrata un’evasione familiare da 350.000 euro

 Una buona famiglia è l’ornamento della città, dice un antico proverbio italiano: ma nel caso in questione, c’è stato un vero e proprio ribaltamento del detto popolare, con la città che non si vanta certo del nucleo familiare. Tutto è nato da un indagine condotta dagli ispettori dell’Agenzia delle Entrate. La nostra amministrazione finanziaria, più precisamene la direzione di Parma, è riuscita ad appurare una vendita in nero da parte di una società emiliana, con i soci che erano pronti a versare il denaro fatturato in nero sui conti correnti dei propri congiunti. Si è trattato, nello specifico, di un caso che ha riguardato un’azienda attiva in prevalenza nella produzione e commercializzazione degli articoli in plastica, ovviamente da diffondere nel capoluogo di provincia e nell’intero hinterland.

Scudo fiscale: giro di vite sui falsi rimpatri

 In materia di scudo fiscale è scattato il test relativo alla verifica. A darne notizia in data odierna, venerdì 8 ottobre 2010, è stata l’Agenzia delle Entrate che al riguardo ha annunciato che è pronto il relativo vademecum per gli uffici del Fisco che, in sede di controllo, potranno tra l’altro andare a caccia dei falsi rimpatri caratterizzati, ad esempio, da attività patrimoniali o finanziarie che siano state valorizzate rispetto al reale in misura superiore; oppure sempre attività patrimoniali o finanziarie che, in sede di rimpatrio giuridico, non sono state affidate ad intermediari del nostro Paese; oppure ancora operazioni di scudo fiscale inerenti attività finanziarie o patrimoniali dichiarate ma che poi in effetti non sono stare realmente trasferite in Italia. In merito alle criticità sopra citate, l’Agenzia delle Entrate, ed in particolare gli Uffici nelle fasi di “verifica“, porranno maggiormente l’attenzione sia sulle modalità di rimpatrio, sia sulla natura delle stesse attività rimpatriate.

Contenzioso tributario: il Fisco vince con le dichiarazioni di terzi

 Nuovo “colpo” dell’Agenzia delle Entrate, stavolta nella Regione Veneto, ed in particolare nel Comune di Thiene dopo che l’Amministrazione finanziaria dello Stato ha scovato e smascherato una società immobiliare che ha occultato al Fisco la bellezza di 1,18 milioni di euro, e che ha visto le Entrate vincere dinanzi alla  commissione tributaria di Vicenza anche a seguito delle dichiarazioni di terzi che hanno contribuito a convincere i giudici. Questo è quanto, in sintesi, ha reso noto in data odierna, mercoledì 6 ottobre 2010, la Direzione regionale del Veneto dell’Agenzia delle Entrate nel rivelare come oggetto dei controlli siano stati parecchi atti di compravendita immobiliare con prezzi indicati inferiori a quelli di mercato e con i mutuatari che, invece, andavano a stipulare mutui per importi decisamente superiori. Il Fisco, in particolare, è risalito ai maggiori e reali prezzi di compravendita degli immobili utilizzando sia i dati dell’OMI, l’Osservatorio Mercato Immobiliare, sia le testimonianze dei mutuatari con 13 acquirenti su un totale di 50 che hanno ammesso d’aver versato alla società immobiliare più denaro rispetto a quello effettivamente indicato nel rogito.