Parlare di tasse è sempre un argomento che scalda gli animi in Italia. L’evasione, secondo le ultime rilevazioni del Centro Studio Confindustria, si aggira oggi intorno ai 125 miliardi di dollari. Valori molto alti, nonostante i buoni risultati della lotta all’evasione. L’economia sommersa risulta così pari al 20% del Pil. Uno studio del Centro sulle scienze sociali di Berlino ha messo in relazione la fedeltà fiscale con il patriottismo dei cittadini. Secondo Kai A. Konrad e Salmai Qari i due fattori vanno di pari passo e sono direttamente proporzionali. Sembra che i paesi che sono riusciti a coltivare l’attaccamento alla patria, soprattutto gli Stati Uniti, sono anche quelli in cui il fenomeno dell’evasione e del sommerso sono meno diffusi, quindi meno ostentata. E su questo argomento ha voluto dire la sua, il presidente dei vescovi, card. Angelo Bagnasco.
evasione
Fisco e tributi: fedeltà fiscale degli italiani in calo
Dal mese di luglio del 2005 al luglio di quest’anno, ovverosia nell’arco di cinque anni, la fedeltà fiscale dei cittadini/contribuenti italiani è crollata di ben 11 punti percentuali, passando dal 28,94% al 17,83%. A rilevarlo è stata Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani nel far presente come tale dato, in quanto indice della cosiddetta Tax Compliance, misuri la qualità del rapporto tra i Fisco ed i contribuenti. Più di norma tale indice sale, più sulla carta dovrebbero diminuire sia le evasioni fiscali, sia il contenzioso tributario; ma chiaramente la tendenza in forte calo legittima l’aspettativa che le cose stiano andando in senso diametralmente opposto. Ma cosa incide sulla fedeltà fiscale degli italiani? Ebbene, al riguardo Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani ha posto l’accento sul fatto che a concorrere sul peggioramento dell’indice della Tax Compliance è la burocrazia che ai soli contribuenti in possesso di partita Iva viene a costare complessivamente nel nostro Paese la bellezza di 19,2 miliardi di euro all’anno.
Vip nel mirino del fisco: da Boldi a Vasco Rossi
Sembra che i vip non possano avere pace: la Guardia di Finanza punta il mirino contro chi problemi di soldi non ne ha e a quanto ipotizzato non paga le tasse. Si tratta ovviamente per il momento di supposizioni sulla base di indagini delle autorità competenti ma il tutto resta ancora da verificare, ci tengono a precisare gli interessati. Caso della vita: era il 1992 e Massimo Boldi si preparava alle vacanze di Ferragosto in compagnia di un amico e due modelle bionde, era il set di “Sognando la California” quando le Fiamme Gialle fecero irruzione dullo yacth affermando che la barca fosse intestata a una società svizzera.
Liechtenstein: le Entrate incassano 25 milioni dalla lista fiscale
Vaduz, capitale del Principato del Liechtenstein, è divenuta il nuovo centro nevralgico per quel che concerne la lotta all’evasione fiscale condotta dall’amministrazione finanziaria italiana: in effetti, il nostro Fisco è già riuscito a incassare ben 25 milioni di euro dalla lista del noto paradiso fiscale, denominata appunto “lista Vaduz”, anche se potrebbe trattarsi soltanto della punta dell’iceberg. La riscossione in questione continuerà ancora e si parla già con una certa sicurezza delle attività dei contribuenti del nostro paese nella Liechtenstein Global Trust Treuhand, le quali farebbero lievitare in maniere decisiva l’ammontare totale. L’elenco è divenuto famoso circa due anni fa, quando l’Agenzia delle Entrate ne è entrata in possesso ed ha potuto appurare l’esistenza di queste situazioni anomale. In pratica, tutto è nato quando Heinrich Kieber, ex dipendente della fondazione poc’anzi citata, si è visto sottrarre l’intero database.
Emersione degli affitti in nero a Roma e Milano
Affitti in nero a Roma: l’evasione vale 272 milioni di euro all’anno in termini di maggiore Irpef versata, il federalismo fiscale promette di far lievitare i nuovi tributi incassati dai comuni fino quasi a raddoppiarli. 400 milioni di euro é invece la cifra che si otterrebbe annoverando anche il comune di Milano. Tanto potrebbe il gettito, complessivamente, nelle casse del comune di Roma e in quelle del comune di Milano tassando gli affitti sommersi con la cedolare secca al 20%. I dati emergono da un’indagine del Sole 24 ore, che riporta anche una classifica delle città con il maggior numero di affitti in nero.
Veneto: 1,3 miliardi sottratti al Fisco recuperati
L’economia italiana è fuori dalla recessione, lo conferma il rapporto redatto dal Centro Studi di Confindustria. Ma i dubbi, nonostante il rapporto, continuano ad aleggiare. L’economia sommersa stenta a salire in superficie: I dati sull’evasione fiscale in Italia sono impressionanti’, ha sottolineato il presidente di Confindustria e sostiene che i proventi della lotta all’evasione devono andare ad abbassare le tasse e non a coprire i buchi nei conti pubblici. Il Veneto inizia a fare i conti con la lotta all’evasione: la Guardia di finanza nei primi mesi del 2010, ha ottenuto risultati notevoli in confronto agli anni passati. I dati veneti, divulgati precisamente alla cerimonia per il 236esimo anniversario della fondazione del corpo della Finanza, rilevano che da gennaio a maggio è emersa l’evasione di oltre 270 milioni di Iva (411 violazioni, +21,5% rispetto al 2009), 1,3 miliardi di mancata dichiarazione dei redditi da sottoporre a tassazione. Gli evasori in totale sono stati 338 evasori totali.
Affitto immobili: Siena, scoperti quattro milioni di redditi evasi
In Toscana l’Agenzia delle Entrate ha messo a segno un nuovo “colpo” in materia di lotta all’evasione fiscale andando a scovare ben quattro milioni di redditi non dichiarati e legati, dal 2005 al 2009, ad un’attività Web nel settore degli affitti immobiliari. Nel dettaglio, a carico di una persona fisica residente nella Provincia di Siena, la Direzione provinciale delle Entrate di Siena ha scovato i quattro milioni di redditi evasi a partire dalla segnalazione relativa ad un sito Internet che si faceva letteralmente scudo, al fine di evadere, di una società straniera avente la sede nel Liechtenstein. Sul portale Web di affitti immobiliari venivano indicati i recapiti che facevano risalire alla persona fisica nella Provincia di Siena, ma per i pagamenti doveva essere effettuato il bonifico su un conto corrente di una banca del Liechtenstein. L’attività, dal 2005 al 2009, ha riguardato la proposta di affitti per case vacanza, anche di pregio, unitamente a case coloniche ristrutturate nei confronti di potenziali turisti ma anche agenzie di viaggio sia estere, sia italiane.
Fini chiede meno tasse e burocrazia
Fini ritorna a parlare della questione Nord, motore economico del Paese e come riuscire a farlo ripartire, ma, allo stesso tempo, non dimenticando la questione meridionale purtroppo nelle mani della criminalità organizzata. Il presidente chiede così una riduzione delle tasse e una semplificazione della burocrazia. La pressione fiscale in Italia è molto alta: dopo i 30.000 euro di reddito l’aliquota marginale irpef sale al 40 %, l’irap supera il 5%, l’IVA su ogni acquisto incombe sui prodotti. Le tasse troppo alte, sono tra i motivi principali che inducono gli italiani ad evadere.
Riviera romagnola: le Entrate riscontrano delle incongruenze
La spiaggia della Riviera Romagnola comincia a scottare e ancora più calda sarà per coloro che si sono resi protagonisti delle incongruenze fiscali che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad accertare: l’operazione, condotta dalla direzione provinciale di Ravenna è riuscita addirittura a far confluire una somma pari a 650.000 euro, denaro che verrà restituito allo Stato, visto che l’attività di controllo della nostra amministrazione finanziaria ha appurato dei fatti penalmente rilevanti. Cosa è successo esattamente? Il protagonista della vicenda in questione è stato uno stabilimento balneare della riviera della Romagna, luogo che attira ogni estate tantissimi turisti; l’indagine della Guardia di Finanza ha messo in luce alcune novità relative a dei redditi di impresa del periodo compreso tra il 2005 e il 2007. In particolare, c’è da sottolineare come in questo caso siano emerse delle incongruenze tributarie quantomeno ambigue per quel che concerne i ricavi che venivano dichiarati in maniera effettiva e gli incassi delle stesse imprese.
Evasori che non si pentono di evadere
Oggi il sole 24 ore ha pubblicato un’intervista che potrebbe far riflettere tutti i cittadini italiani, politici, imprenditori. Il giornalista ha intervistato un imprenditore che possiede un chiosco in Grecia: oltre a vendere giornali, commercia anche bevande, dolciumi, fazzoletti di carta, gelati e piccoli souvenir. Il chiosco è aperto 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana, ma ha dichiarato al fisco 5mila euro. Dobbiamo crederci che i suoi guadagni siano così bassi? E’ lo stesso interessato (ovviamente rimane anonimo) a rispondere:
Ho dichiarato più della media dei miei colleghi e comunque ho pagato poco o niente di tasse – sottolinea l’anonimo imprenditore -. Non mi preoccupo della crisi economica perché ho due case, una ad Atene, e una al mare, inoltre ho un’automobile. Non sono pentito di aver mentito al fisco. I nostri politici, tutti, hanno mentito all’Europa prima dicendo che eravamo più poveri di quanto fosse in realtà per poter avere accesso a più fondi strutturali e successivamente li hanno truccati di nuovo per ridurre il deficit ed entrare nell’euro così da poter guadagnare sul ribasso dei tassi e distribuire altre prebende.
Paradisi fiscali: adesso tocca a San Marino
Sebbene San Marino sia nella White list per l’Ocse, dopo aver firmato oltre 20 accordi per lo scambio di informazioni, per l’Italia, Roma considera non collaborativi tutti i paesi con i quali non c’è un accordo contro le doppie imposizioni, anche se tra i due paesi è stato siglato quello sullo scambio di informazioni. Da oggi, in base a un regolamento attuativo che contiene norme di contrasto alle frodi fiscali, i soggetti con partita Iva che hanno scambi sia in entrata che in uscita con San Marino, devono comunicarlo alla agenzia delle entrate, fornendo i dati identificativi dei soggetti con i quali effettuano l’operazione.
Mi riservo di valutare con i tecnici il contenuto del provvedimento di cui avevamo esaminato le linee nei giorni scorsi – ha sottolineato il segretario alle Finanze, Gabriele Gatti – Osservo, tuttavia, che fra San Marino e l’Italia esistono già accordi per la comunicazione di tutte le operazioni commerciali.
Istat: in Italia livello fisco insostenibile
La pressione fiscale in Italia ha raggiunto livelli che oltrepassano il limite, questa la dichiarazione di Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, che aggiungendo che per il sindacato
e’ indilazionabile l’apertura immediata del confronto tra Governo e Forze sociali per realizzare una riforma fiscale, utile a sostenere la ripresa economica del nostro Paese, che deve partire dalla riduzione dette tasse sul lavoro, in modo particolare ai lavoratori dipendenti e pensionati.
Nel 2009 la pressione fiscale complessiva è risultata pari al 43,2%. Lo rende noto anche l’Istat, sottolineando che il dato é superiore rispetto al 42,9% del 2008. Sembra abbia contribuito una riduzione del Pil superiore a quella registrata dal gettito fiscale. Si registra inoltre una diminuzione delle imposte dirette del 7,1% nel 2009, quelle indirette del 4,2%, mentre i contributi sociali effettivi dello 0,5%.
Tasse: donne pagano di più ma guadagnano meno
La Caaf Cgil di Brescia (centro autorizzato assistenza fiscale) dalla prossima settimana si apre per le consulenze sulle denunce dei redditi. Nel 2009 nella provincia di Brescia sono stati elaborati dai consulenti della Camera del Lavoro 69mila dichiarazioni 730, con un incremento del 2,1% (esattamente 1.453 pratiche) rispetto all’anno precedente.
Le donne che si sono servite di questo servizio sono state 27.161 e 41mila e 943 uomini per un totale dichiarato lordo pari a un miliardo 386 milioni 591 mila e 210 euro. Sembrerebbe che le donne guadagnano leggermente meno, 16.161 euro, mente gli uomini una media di 22.589 euro e qualche spicciolo.
Emilia Romagna: tasse locali troppo alte secondo Cisl
La pressione fiscale di Regione, province, comuni in Emilia Romagna costa 1.584 euro a testa, contro i 1.319 del resto d´Italia. Lo sottolinea la Cisl emiliano-romagnola che colloca la regione al terzo posto dopo Lazio e Lombardia per pesantezza delle tasse e si prepara a presentare una serie di rivendicazioni alla presidenza della Regione in un convegno organizzato per sabato mattina in via Milazzo.
La fiscalità in Italia è insostenibile e ingiusta – afferma il segretario regionale Giorgio Graziani – l´86% dei contribuenti paga il 90% delle imposte.
Nel 91% dei Comuni emiliani l’addizionale Irpef incide per 109 euro in media, rispetto ai 104 euro del dato medio italiano. Il segretario regionale della Cisl Giorgio Graziani sostiene che in Emilia Romagna si pagano più tasse ma si hanno anche servizi di una qualità superiore al resto del Paese.