Marcegaglia: tagliamo le tasse come in Francia

 La Francia taglia l’Irap alle imprese e non manca chi vorrebbe vedere il Belpaese seguire le stesse orme. L’I.R.A.P. è un’imposta regionale che ha sopresso altre tasse quali Iciap, imposta sul patrimonio netto, Ilor, tasse di concessione comunali, tassa sulla partita Iva, tassa salute (contributo SSN). La sua base imponibile si può rilevare dalle scritture contabili. L’aliquota Irap va applicata all’utile d’esercizio, ai guadagni cioè dell’impresa.

Francia: carbon tax e stipendi manager

 Il governo francese pensa a un raddoppio dei prelievi fiscali dalle pensioni dei grandi manager. Potrebbe essere previsto il passaggio dell’aliquota fiscale dal 6 al 12%, sulle pensioni di molti ex dirigenti d’azienda e che sono state oggetto di molte polemiche negli ultimi mesi. Anche in Italia le polemiche si sono fatte sentire: inq uesti giorni il Consiglio dei ministri sta discutendo un nuovo regolamento tramite il quale il nuovo tetto per le retribuzioni è fissato a quota 300mila euro lordi (circa).

Ma non solo stipendi manager: dal prossimo anno, in Francia, entrerà in vigore la tassa carbone e costerà 17 euro per ogni tonnellata di Co2. Oggi lo ha annunciato il presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy. La tassa toccherà la consumazione di gas, petrolio e carbone, ma non si applicherà al consumo di elettricità (in Francia è in gran parte di origine nucleare).

Carbon tax: Francia pronta per il nuovo contributo

 In Francia si discute sulla carbon tax, che aumenterà il costo dei combustibili fossili da parte dei francesi. Il ministro delle Finanze, Eric Woerth, ha annunciato l’inserimento della tassa nella finanziaria 2010. La tassa é stata fissata a 32 euro per tonnellata di CO2 emessa, ma potrebbe esserci un aumento progressivo a 100 euro per tonnellata entro il 2030.

All’inizio partiremo dal prezzo della tonnellata sul mercato, cioe’ 14 euro – ha detto il primo ministro François Fillon -. In seguito metteremo in campo una commissione indipendente incaricata di misurare gli effetti della politica messa in opera e di proporre dei correttivi. La carbon tax e’ un trasferimento di fiscalita’, non una nuova tassa. Per le imprese, sara’ compensata con la soppressione della parte della tassa professionale basata sugli investimenti. Quanto alle famiglie, beneficeranno di una diminuzione della fiscalita’ sul lavoro, sia sull’importo sulle entrate, sia con un calo dei costi sociali.

Francia, è boom per le dichiarazioni online: +30%

 Il 2009 è stato l’anno dei record per le dichiarazioni dei redditi presentate via internet dai contribuenti francesi: il numero di tali documenti elettronici è salito fino a 9 milioni 700mila, vale a dire un aumento di più del 30% rispetto ai dati fatti riscontrare nel 2008. L’annuncio è arrivato tramite una conferenza stampa del ministro del bilancio e dei conti pubblici, Eric Woerth, il quale ha anche dichiarato che l’obiettivo delle oltre 8 milioni di dichiarazioni è stato superato in maniera netta. Quali sono i motivi di questo successo? I contribuenti transalpini sono stati conquistati soprattutto dalle numerose semplificazioni introdotte nell’ambito della presentazione delle dichiarazioni. L’iter procedurale è scandito da tempi e fasi ben precise. Tra aprile e maggio il soggetto che deve effettuare la dichiarazione riceve dal Fisco il modulo già compilato; si ha poi tempo fino al 30 giugno per inviare il modello dichiarativo o, se si usufruisce della modalità elettronica, per presentarlo telematicamente.

 

Meno tasse e giù i prezzi: la ricetta anticrisi per i ristoranti francesi

 A Parigi anche i ristoranti mostrano i segnali della crisi: hanno perso tra il 20 e il 50 per cento degli introiti da gennaio a marzo. La performance preoccupante nonostante in molti abbiano introdotto i «menù della crisi» per tentare di invitare i francesi a non abbandonare ka buona tavola e il piacere di un pasto servito e riverito al tavolo. Ma non v’è nulla da fare, in Francia, specie i piccoli ristoranti indipendenti, sono in grande difficoltà, e si trovano costretti o a chiudere oppure a ridurre drasticamente il personale.

Così dato che il menù della crisi non ha sortito i sperati effetti, il governo ha pensato di andare in soccorso di ristoranti e bistrot. Il presidente Sarkozy ha incaricato il governo di negoziare un’intesa con le categorie interessate e a partire dal primo luglio, un’altra iniziativa a favore dei ristoratori potrebbe portare nei loro locali una boccata di ossigeno, e qualche cliente in più. Di cosa si tratta? l’intesa porterà alla riduzione dell’Iva sulla ristorazione dal 19,6 al 5,5 per cento. In cambio di questa agevolazione il presidente chiede ai ristoratori certezza di un sensibile calo dei prezzi e adozione di una politica di assunzioni nel settore interessato.

Categorie IVA

Aspetta la firma di Tremonti il decreto per diminuire gli interessi di mora

 Vi é mai capitato di pagare in ritardo le tasse? Probabilmente non sono pochi coloro che, come a scuola, alzerebbero le mani. Quest’anno però potrebbe riservare una bella sorpresa per i contribuenti “pigri” ovvero coloro che pagano a rate o in ritardo imposte sui redditi, Iva e Irap (Unico e 730 compresi). Il Fisco ha deciso di rivedere i tassi di interesse che i contribuenti devono pagare su rate o pagamenti tardivi allo scopo di attuare una riduzione.

Non dovremmo attendere molto poichè é già terminato il lavoro istruttorio: il decreto è arrivato agli uffici tecnici del ministero dell’Economia e attende la firma finale di Giulio Tremonti. Il decreto all’esame di Tremonti si basa su una delega contenuta nella Finanziaria 2008 (l’ultima del Governo Prodi). La legge prevede che con decreto del ministro dell’Economia siano stabilite le misure, anche differenziate, degli interessi per versamento, riscossione e rimborsi nei limiti di tre punti percentuali di differenza rispetto al tasso legale, attualmente al 3% annuo, salva la determinazione degli interessi di mora. Si prevede un sistema di interessi articolato su diversi livelli (per esempio, al 3% per le dichiarazioni), lo scopo é sempre quello: aiutare la popolazione in una situazione di disagio economico dovuto alla recessione e favorire l’accesso alla rateazione. Ma l’aiuto in una fase di congiuntura economica molto difficile compenserebbe la perdita del gettito per il fisco? Il taglio dei tassi, infatti, potrebbe portare un beneficio immediato, di cassa, a imprese e professionisti, ma bisognerà poi confrontare anche le perdite delle casse dello Stato.

Sarkozy: No aumento tasse ricchi

 Dopo la proposta di Megale nel salotto di “Domenica in” che poneva al centro dell’attenzione i ricchi guadagni dei supermanager con il cui stipendio si paga l’equivalente della retribuzione annua di migliaia di persone persone tra impiegati e operai, Nicolas Sarkozy strizza il naso. Sono molti a insistere per una revisione della tassazione tale da prelevare più denaro dai contribuenti più ricchi, ma il presidente francese non pensa affatto di aderire con alcuna riforma tributaria.

L’idea è quella di aumentare il prelievo fiscale per i cittadini che guadagnano più di 300 mila euro all’anno. Una specie di Robin Hood Tax, atta a “togliere dai ricchi per dare ai poveri”. Un gesto di solidarietà nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, che sono quelle che maggiormente soffrono a causa della grave crisi economica in atto (ogni giorno migliaia di francesi perdono il proprio posto di lavoro, e il governo ha dovuto stanziare 2,6 miliardi di euro per frenare l’aumento della disoccupazione).