Equitalia: più riscossione e meno ganasce fiscali

 Nel 2009 l’attività di Equitalia è stata caratterizzata da maggiori importi riscossi tra tributi, sanzioni ed interessi, ed un numero minore di ipoteche e di ganasce fiscali. In particolare, secondo quanto reso noto da Equitalia nei giorni scorsi, l’Agente pubblico della riscossione ha recuperato nei dodici mesi ben 7,7 miliardi di tributi evasi comprensivi delle sanzioni e degli interessi previsti ed applicati per Legge. Questo è avvenuto sia grazie ad una maggiore efficienza nelle attività di riscossione, sia a seguito di una migliore collaborazione tra il Fisco ed i contribuenti, con la conseguenza che nelle casse dello Stato sono arrivati più soldi. In particolare, tutte le somme incassate, da destinare poi in servizi e beni per la collettività, sono state in toto riversate agli Enti creditori, ovverosia, tra gli altri, i Consorzi, i Comuni, l’Erario e l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

Niente fermo contabile per sospendere il rimborso Iva

 Nel caso venga presentata un’istanza di rimborso ai sensi del Dpr 633 del 1972, il Fisco non può avvalersi dell’istituto del “fermo contabile” (lo strumento amministrativo introdotto dal Regio decreto 2440 del 1923), visto che la disciplina relativa all’Iva impone alcune garanzie nei confronti dell’Erario per proteggerlo da eventuali indebiti rimborsi d’imposta. Questa disposizione è quanto si evince dall’ordinanza che la Cassazione ha provveduto a pubblicare lo scorso 1°luglio. La sentenza si riferisce a un ricorso presentato contro la sospensione del rimborso del credito Iva relativo al 2005; la Commissione tributaria ha accolto il ricorso esulla stessa linea di pensiero si è “schierata” anche la sentenza dei giudici di appello, motivando il tutto con la violazione dell’articolo 69 del Regio decreto. La Cassazione ha invece respinto lo stesso ricorso prendendo a riferimento il fatto che in tema di rimborsi, esistono specifiche garanzie nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, una condizione, dunque, che preclude il ricorso all’istituto del fermo amministrativo.

 

Cartelle esattoriali: quasi un milione di auto a rischio fermo amministrativo

 Per quasi un milione di proprietari di automobili in Italia le vacanze rischiano di trasformarsi in un incubo, visto che sono state recapitate o sono in corso di recapito la bellezza di 400 mila raccomandate per cartelle esattoriali non pagate, ma in maggioranza “pazze” in quanto vengono indicati importi già pagati o non dovuti. E così, secondo quanto rivela e mette in risalto Contribuenti.it, l’Associazione Contribuenti Italiani, per quasi un milione di vacanzieri si preannuncia un’estate da “bollino rosso“; l’Associazione, in particolare, sta monitorando in questi ultimi giorni l’attività della società di riscossione Equitalia, constatando come delle 400 mila raccomandate ben 200 mila siano già state recapitate, mentre altre 200 mila stanno per essere consegnate nell’ambito di quella che è una nuova ondata di ganasce fiscali.

Riscossione crediti insoluti: il fermo amministrativo

 Cosa si rischia quando non si paga una cartella esattoriale? Ebbene, attraverso l’operato di un agente per la riscossione, le Regioni, i Comuni, l’INPS, ma anche l’Agenzia delle Entrate, possono provvedere, al fine di riscuotere i crediti insoluti, a procedere al fermo amministrativo una volta trascorso il termine di Legge di sessanta giorni per il pagamento della cartella esattoriale. Con la procedura del fermo amministrativo, che non è altro che una pratica coattiva e forzosa di riscossione del credito, l’agente della riscossione punta a riscuotere il credito, che può essere costituito da  tasse, contributi previdenziali, ma anche il canone RAI, attraverso il pignoramento di beni mobili e immobili. Per il pagamento tramite cartella esattoriale di piccoli importi, di norma viene recapitato al soggetto che deve pagare un sollecito, ma quando l’importo è elevato si passa subito all’invio del “preavviso di fermo“; nel caso in cui il soggetto che deve pagare non provvede a saldare il dovuto, si passa all’iscrizione del provvedimento e, per gli importi elevati, al “fermo” dell’autoveicolo o di più autoveicoli intestati al debitore.