In Italia sarebbe necessario un inasprimento della tassazione sui giochi al fine di renderli meno appetibili, ma anche per abbassare nel nostro Paese la febbre da gioco che, nei casi più gravi di giocatori affetti da ludopatia, crea disagio sociale e problemi rilevanti all’interno del nucleo familiare. Questa, in particolare, è stata una delle proposte formulate nei giorni scorsi da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, nel far presente come nei primi otto mesi di quest’anno, in base ad una rilevazione effettuata dall’Associazione attraverso lo Lo Sportello Antiusura, in Italia le perdite legate ai giochi legalizzati siano aumentate a carico degli italiani del 13,6%. Questo in controvalore significa che in otto mesi quest’anno i giocatori hanno lasciato sul tavolo oltre seicento milioni di euro in più rispetto allo scorso anno.
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Tasse sui giochi rimpinguano casse dello Stato
Nel nostro Paese la tassazione sui giochi serve a rimpinguare le casse dello Stato italiano. A sottolinearlo è l’Associazione Contribuenti.it che, in virtù di questo fatto, mette in evidenza come in Italia, nonostante il gioco provochi dipendenza al pari, in sostanza, a droghe ed alcol, questo non venga percepito in tal senso dall’Erario e soprattutto dalle Istituzioni con la conseguenza che ci sono ben 29 milioni di italiani che partecipano ai giochi legalizzati a fronte dello sviluppo di un fatturato annuo che, in base agli ultimissimi dati, è pari alla bellezza di 54 miliardi di euro. Dei ventinove milioni di italiani “giocatori”, ben sette milioni di questi giocano addirittura con una frequenza settimanale contribuendo a versare allo Stato una buona fetta di quella che l’Associazione Contribuenti.it bolla senza mezzi termini come la “tassa sugli imbecilli”.
Giochi d’azzardo legalizzati: una manna per il Fisco
Lo Stato non incassa soldi solo attraverso il pagamento di tasse, tributi e contributi, ma anche con la cosiddetta “tassa sugli imbecilli“, ovverosia quegli introiti derivanti da chi per una vita gioca un po’ a tutto sperando di vincere quei soldi che permettano di riscattare una vita. Nel nostro Paese, il consumo e l’abuso di alcol e droghe viene visto come un problema sociale per la collettività e di salute per il singolo, mentre la dipendenza da gioco non viene riconosciuta dallo Stato, e chissà perché, come una malattia sebbene a livello psichiatrico, invece, venga catalogata come una vera e propria patologia. E così, tra il Superenalotto che presenta un montepremi per il “6” fuori da ogni logica razionale, ed il poker on line legalizzato, non mancano le tentazioni di chi, affetto in maniera latente dal vizio del gioco, rischia di entrare nel tunnel della dipendenza. Ai tempi della crisi, tra l’altro, il fatturato dei giochi di Stato anziché scendere aumenta a conferma di come gli italiani, sempre più disperati, sperano in un full d’assi o in una sestina vincente per ottenere ciò che non gli è permesso nella vita reale.