La verità porta sempre alla vittoria: il motto ufficiale della Repubblica dell’India può essere applicato in maniera ugualmente utile anche al suo sistema fiscale. In effetti, questo mercato emergente deve sì fare i conti con una contrazione del prodotto interno lordo, ma comunque le entrate tributarie godono ancora di ottima salute. Il gettito dell’ultimo periodo d’imposta, il 2012 per la precisione, ha sfiorato gli ottocento miliardi di dollari: questi 785 miliardi sono un record piuttosto incoraggiante, ma bisogna andarci cauti da questo punto di vista, dato che i metodi di calcolo che vengono sfruttati nel continente asiatico sono differenti da quelli a cui siamo abituati, pertanto si rischiano le approssimazioni.
India
India-Ocse, patto d’acciaio sulla trasparenza fiscale
Anche l’India, come altri paesi da molto tempo a questa parte, ha capito che conviene percorrere la strada della trasparenza fiscale: si inserisce in questa nuova consapevolezza l’intesa che è stata sottoscritta dal paese asiatico con l’Ocse, un accordo della durata di tre anni che è volto a rendere ancora più incisivo questo scambio di informazioni finanziarie. I due firmatari sono Angel Gurria, segretario generale dell’organizzazione parigina, e Pranab Mukherjee, ministro delle Finanze del paese emergente, i quali si sono incontrati qualche giorno fa a Nuova Delhi. Il dialogo e la collaborazione dal punto di vista tributario sono i cardini su cui si regge l’accordo stesso, con l’India che si deve impegnare a una maggiore partecipazione in questo senso.
India-Svizzera: accordo fiscale per l’accesso alle banche elvetiche
Dal momento in cui il Double Taxation Avoidance Agreement verrà ratificato dai Parlamenti di India e Svizzera, la nazione asiatica avrà un importante accesso alle informazioni relative ai depositi bancari elvetici e ai conti dei clienti: come è stato spiegato di recente, la partnership tra i due paesi dovrebbe rivestire un ruolo fondamentale e potrebbe essere approvata dal parlamento indiano entro il prossimo mese. I commenti dell’ambasciatore svizzero a Nuova Delhi, Philippe Welti, sono state comunque piuttosto particolari; in particolare, si è sottolineata la differenza tra la frode e l’evasione fiscale. Che distinzione esiste a Berna e dintorni? La frode fiscale viene percepita come un vero e proprio crimine, mentre l’evasione non lo è, nonostante sia proibita dalla legge. In effetti, non bisogna dimenticare che le regole per gli istituti di credito dei quattro cantoni sono abbastanza rigide e precise, tanto che sono stati registrati ben settanta trattati bilaterali e altri accordi tributari.
India e Isole Mauritius, le insidie dell’alleanza tributaria
Il clima tropicale, le spiagge da sogno e la ricca vegetazione: sono queste le prime immagini che ci vengono in mente se pensiamo alle Isole Mauritius, la nazione insulare da sempre conosciuta come “stella e chiave dell’Oceano Indiano”. Ma l’ex colonia britannica rappresenta in questo momento soprattutto l’ultimo dei paradisi fiscali in ordine temporale, con delle prospettive di crescita che non possono non preoccupare. Questo discorso si ricollega idealmente alla recente visita del presidente statunitense Obama in India, paese elogiato dal leader della Casa Bianca per la sua flessibilità e per le previsioni economiche e produttive a basso costo; ma lo stato asiatico ha anche posto in essere delle alleanze fin troppo pericolose con diversi centri offshore, nonostante i gettiti apprezzabili che vengono annunciati a tutto spiano.
L’India bandisce il turismo fiscale iniziando da Singapore
L’India e la sua finanza nazionale sono tra i più esposti per quel che riguarda i paradisi fiscali internazionali: l’allarme è stato lanciato, non molto tempo fa, dall’amministrazione tributaria del paese asiatico, ma sembra che sia stata trovata una soluzione abbastanza efficace in questo senso, così come è stato annunciato da Pranab Mukherjee, il ministro delle Finanze, in occasione di una interrogazione parlamentare. Si punta dunque tutto sui cosiddetti centri “offshore”, partendo anzitutto con Singapore, fino ad arrivare ai centri europei. Il Central Board of Direct Taxes, l’autorità delle Entrate indiane, intendono in questo modo raccogliere il maggior numero di informazioni fiscali possibili: recandosi direttamente in questi paesi, infatti, ci sono più possibilità di ottenere riscontri veritieri sulla reale situazione finanziaria.
Dazi: India aumenta tassa importazione acciaio
Il “dazio all’importazione” é un dazio doganale, dazio antidumping e di compensazione. Rappresenta un’imposizione all’importazione, la Dogana si occupa delle entrate della merce estera. La Dogana é un organismo di natura pubblica preposto quindi al controllo dell’entrata e dell’uscita delle merci dal territorio nazionale, sia che si tratti di materiali a seguito dei viaggiatori che di trasporto di merci. Tutte le merci devono prima essere classificate, cioè abbinate ad un numero specifico. La Dogana ha infatto un prontuario diviso in Sezioni e Capitoli ordinati per tipologia merce. Non è un prontuario internazionale, difatti ogni singolo Stato può suddividere ulteriormente le merci comprese in queste voci.
Spesso io dazi vengono imposti sulle importazioni per proteggere l’economia nazionale dalla concorrenza estera o dal dumping, da cui appunto i dazi antidumping.