Le tasse sul turismo generano polemiche

 Non voluta da molti operatori nel settore, è però stata applicata in molte città d’Italia. Stiamo parlando della tassa di soggiorno, balzello che i turisti sono costretti a pagare all’albergatore, il quale é considerato sostituto d’imposta, obbligato dunque a pagare, e in tempi brevi, anche in caso di mancato o di ritardato pagamento del cliente. Le tariffe variano da città a città e per una notte si può sborsare fino a 5 euro. Dobbiamo ammettere però che con questa tassa di soggiorno l’Italia non farebbe altro che allinearsi alle altri grandi città europee e internazionali.

Iva: richiamo formale dell’Ue su due direttive

 Un nuovo richiamo formale dell’Unione Europea ha visto come protagonista principale l’Italia: per quale motivo si è reso necessario l’intervento di Bruxelles nei confronti del nostro paese? La Commissione Europea ha invitato in maniera formale a conformarsi a quanto previsto dalla legislazione comunitaria in merito al sistema comune di imposta sul valore aggiunto e al contrasto dell’evasione fiscale collegata alle importazioni. In pratica, la richiesta esplicita è andata nella direzione dell’adozione e della comunicazione delle misure nazionali che hanno come obiettivo questi due argomenti. Sono due anche i riferimenti che valgono dal punto di vista normativo.

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Per arginare la crisi occorrono 100 mld di tasse

 La crisi del debito pubblico graverà sui cittadini. Almeno questo é quello che si inizia a prospettare. Più tasse per tutti per salvare l’Italia, per conseguire l’obiettivo dell’azzeramento del deficit occorreranno tra il 2012 e il 2014 circa 100 miliardi di tasse aggiuntive alle quali bisogna aggiungere 40 mld di taglio alle spese pubbliche. La previsione e’ della Confcommercio che oggi ha riunito a Milano i propri Stati generali dove si é discusso della crisi e del vero incubo per l’impresa italiane: la recessione che ormai s’intravede nitida all’orizzonte.

Tasse universitarie: classifica atenei più costosi

 Gli studenti universitari del Sud pagano meno tasse, lo conferma una speciale classifica stilata dalla Federconsumatori circa i costi degli atenei italiani. Gli atenei più accessibili, almeno dal punto di vista economico, sono quelli meridionali. Sono invece più care le università del Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto), costano ben il 13,5% in più rispetto a quelle meridionali. Le tasse al Nord oltretutto sono aumentate per l’anno accademico in arrivo dell’8.2% per la prima fascia di reddito, del 15,54 per la terza fascia e del 23,23% per la fascia massima. Il primato spetta all’università di Parma, gli studenti pagano infatti una retta pari a 1005,87 euro, mentre coloro che scelgono delle facoltà umanistiche pagano 890,05 euro. A seguire, al secondo posto, l’Università di Verona. Le facoltà più economiche sono invece quelle di Bari e Bologna.

La tassa più odiata rimane il canone RAI

 È inutile, possiamo girare e rigirare le carte come vogliamo, ma la tassa peggio digerita dallo stomaco (o forse più dalle tasche) degli italiani rimane il canone RAI. Sarà perchè il servizio offerto non é più gradito da accettare di dover pagare, sarà perchè arriva alla fine dell’anno proprio quando abbiamo già prosciugato la tredicesima… Un sondaggio realizzato dall’Ifel, il centro studi dell’Anci, l’associazione dei comuni, in collaborazione con l’istituto di rilevazioni Swg ha rilevato gli italiani non solo non considerano tutte le tasse allo stesso modo ma non le considerano tutte ugualmente ingiuste e soprattutto, per il 29,8% degli 8mila intervistati, nessun ente pubblico spende in maniera corretta il gettito derivante dai tributi.

Tassa.li: l’app smartphone per segnalare gli evasori

 Evasori fiscali? Adesso basterà un’applicazione per smascherarli. O almeno ci proverà. Che il problema dell’evasione possa essere risolto con un cellulare forse potrebbe sembrare un’utopia, ma non si sa mai e tutto potrebbe essere. Anche perchè chi ci ha lavorato non propriamente il primo sprovveduto: Edoardo Serra, laureato del Politecnico di Torino ha sviluppato una app per iPhone e Android, denominata Tassa.li per segnalare le attività commerciali che non rilasciamo lo scontrino fiscale oppure la fattura. Il funzionamento dell’applicazione è semplice: dopo il nostro acquisto presso un rivenditore furbetto che non ci lascia fattura, su una mappa possiamo registrare il luogo dove è collocato il negozio “evasore”, indicando anche la categoria commerciale nonché l’importo speso. La segnalazione sarà quindi geo-localizzata e anonima: il servizio infatti non permette che siano specificati nè il nome dell’attività commerciale né tantomeno quello nostro.

Italia-San Marino, l’intesa fiscale è vicina

 Italia e San Marino non hanno vissuto un rapporto molto disteso negli ultimi tempi, soprattutto se si considera il problema della trasparenza fiscale: ora, invece, il dialogo sembra finalmente decollato, così confermato con grande ottimismo da Franco Frattini, ministro degli Esteri. Lo stesso discorso non si può fare, invece, per la Svizzera, dato che per ottenere una collaborazione simile si dovrà attendere ancora del tempo. Che cosa è successo di preciso? Il nostro paese e la piccola Repubblica del Titano sono in procinto di siglare un fondamentale accordo relativo all’ambito tributario, un’intesa che dovrebbe vedere la luce nei prossimi mesi autunnali e che prevede una sinergia sempre più marcata tra le due polizie, in modo da scongiurare il problema più annoso da questo punto di vista, vale a dire quello delle doppie imposizioni.

Maxievasione, la fabbrica in nero

 Ma la Mastrotto Group é un’azienda che produce l’un per cento della produzione mondiale di pelle e dove le Fiamme Gialle hanno scoperto ben 800 dipendenti irregolari. Ma anche tutti gli altri numeri sono sconvolgenti: 106 milioni di euro evasi, 1,3 miliardi di redditi occultati, un milione e mezzo di versamenti Irpef di contributi Inps non pagati perchè appunto i lavoratori erano in nero, tonnellate di pellame vendute in nero, per un valore intorno ai 10 milioni, per un totale di Iva evasa per due milioni. Un’azienda che é finita nel mirino delle fiamme gialle e che dovrà pagare per questa irregolarità. Irregolarità che per alcuni sono quasi “naturali” o “necessarie”, per sopravvivere in un Paese dove la tassazione raggiunge livelli altissimi rispetto agli altri Paesi, quasi il 50%, un vero e proprio salasso.

Evasione fiscale: é la cultura a dover cambiare

 È l’affermazione del presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, che commenta alcuni dati preoccupanti: dai 205 controlli effettuati tra giugno e agosto in strutture ricettive dalla Guardia di finanza sono emerse 178 mancate emissioni di ricevute fiscali; le 150 mancate emissioni di scontrini fiscali da parte di alberghi, pubblici esercizi e ristoranti nel week end ferragostano. In questo periodo le Fiamme Gialle si concentrano soprattutto sulle attività balneari perché spesso in questo settore c’è un’evasione più elevata. Cresce così l’evasione fiscale in Italia che si conferma primatista europeo con il 51,1% del reddito imponibile non dichiarato.

Evasione: 7 parrucchieri su 10 non rilasciano ricevuta

 Quando si offre un servizio probabilmente può essere più facile evitare di rilasciare lo scontrino fiscale. Uscendo da un negozio con una busta carica di spesa dinanzi a un controllo della Guardia di Finanza, sicuramente non é possibile celare un acquisto. Diverso è il caso di chi offre dei servizi, nello specifico: i parrucchieri. Uscire ben pettinate da un saloon risulta (almeno secondo i parrucchieri) meno “rischioso” di un acquisto dal negozio sotto casa non munito di scontrino. Molti parrucchieri infatti non rilasciamo lo scontrino in 7 casi su 10. E’ questo ciò che è emerso dell’inchiesta condotta da Krls Network of Business Ethics per conto di ”Contribuenti.it Magazine” dell’Associazione Contribuenti Italiani, presentata in questi giorni a Portoferraio (Isola d’Elba). I metodi volti a ridurre o eliminare il prelievo fiscale attraverso la violazione di specifiche norme fiscali sono in aumento. Tipicamente avviene attraverso operazioni di vendita effettuate senza emissione di fattura o di ricevuta o scontrino fiscale, in questo modo si profila il caso di “vendita in nero”.

Italia primato per l’evasione fiscale della comunità cinese

 I cinesi stanno sommergendo la nostra economia, é facile accorgersene. Qualsiasi cosa noi compriamo riporta la scritta “Made in China” e se talvolta invece leggiamo “Made in P.R.C.” non fraintendiamo, significa Popular Republic Chinese. I loro prodotti costano pochissimo rispetto a quelli Made in Italy e mentre la qualità meriterebbe un capitolo a parte, sono in molti a preferire risparmio e convenienza, soprattutto in questo periodo di turbolenze finanziarie. L’Associazione Contribuenti Italiani ha aumentato la dose con i dati di una indagine sugli imprenditori e commercianti cinesi che… non pagano le tasse.

Tassa sul celibato, uno sguardo al passato

 Oggigiorno siamo soliti meravigliarci per l’aumento delle tasse, l’imposta sul cibo spazzatura e addirittura quella imposta dalle compagnie aeree sugli obesi. Eppure anche in passato ci sono state tasse perlomeno… che probabilmente oggi riterremo inconcepibili. Un esempio su tutti? L’imposta sul celibato fu un tributo in vigore in Italia durante il periodo fascista. Il proposito era quello di favorire i matrimoni e, di conseguenza, incrementare il numero dei bambini nati. Mussolini infatti puntava molto sui giovani e le giovani italiane e lo scopo era quello di aumentarne la popolazione. Secondo l’ideologia fascista infatti una popolazione numerosa era indispensabile per perseguire gli obiettivi di grandezza nazionale che l’Italia a quei tempi si era prefissata. L’aumento della popolazione inoltre avrebbe permesso di avere un esercito il più numeroso possibile.

Federalismo fiscale a rischio con la manovra

 Con la manovra triennale di correzione dei conti pubblici varata per Decreto dall’attuale Governo di centrodestra, rischia di far “chiudere” i Comuni. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione dura di molti Sindaci di Comuni italiani a seguito dei contenuti di una manovra che, tra l’altro, a detta di molti rischia di far “saltare” anche il federalismo fiscale. “Le mosse del governo ci impediscono letteralmente di vivere“, ha dichiarato in data odierna, mercoledì 6 luglio del 2011, Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno, nonché coordinatore delle Anci regionali. Per il primo cittadino di Livorno, non a caso, la manovra triennale di correzione dei conti pubblici, oltre ad avere l’effetto di deprimere la crescita del nostro Paese, “mette una pietra tombale sul federalismo“.

Addizionali comunali: sorprese sgradite in busta paga

 Con le prime leggi del federalismo fiscale regionale, si iniziano a fare già i primi prelievi, sotto forma di tasse aggiuntive, dalle tasche dei consumatori, come se tutti gli aumenti che già ci sono non bastassero! Sono questi infatti i primi effetti “nefasti” della riforma in senso federalista e, in particolare dell’autonomia di Province e Regioni a livello impositivo. Secondo quanto riportato dall’Associazione Altroconsumo, già nelle prossime settimane i lavoratori, proprio “grazie” al federalismo fiscale, potrebbero trovare sgradite sorprese in busta paga a causa dell’aumento delle addizionali, così come brutte notizie arrivano per l’Rc auto, sempre più cara a causa dei ripetuti rincari alle tariffe applicate dalle compagnie di assicurazione, ma lo stesso dicasi ora anche dal fronte della tassazione visto che l’imposta sull’assicurazione di responsabilità civile per l’auto potrà essere innalzata fino ad altri 3,5 punti percentuali.