Gestione separata: come si calcolano i contributi?

I contributi per i liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata vengono calcolati in virtù dell’applicazione alla base imponibile le aliquote vigenti nell’anno di riferimento nei limiti del massimale previsto per l’anno medesimo.

Oneri fiscali: abbattimento del 25% entro il 2012

 Nel nostro Paese, entro il 2012, gli oneri fiscali dovranno essere abbattuti del 25%. E’ questo l’obiettivo che, in accordo con quanto reso noto ieri dall’Agenzia delle Entrate, ci si è posti in attuazione del cosiddetto “Taglia-oneri amministrativi” introdotto nell’ambito del Decreto Legge numero 112 del 2008. Al riguardo il Dipartimento della Funzione Pubblica, congiuntamente con l’Agenzia delle Entrate, ha fornito dei risultati inerenti proprio le misure degli oneri fiscali ed amministrativi tenendo conto dei classici adempimenti cui sono chiamati le imprese: dalle anticipazioni in conto fiscale del rimborso dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) alle istanze di rimborso del credito Iva e passando per la dichiarazione annuale Iva, la comunicazione dei dati ed il modello 770 semplificato, ovverosia la dichiarazione unificata dei sostituti d’imposta.

Liberi professionisti: credito di imposta e bonus per uscire dalla crisi

 Grazie agli ammortizzatori sociali decine di migliaia di lavoratori dipendenti nel nostro Paese, pur percependo una paga ridotta, hanno comunque evitato di ritrovarsi da un giorno all’altro, a causa della crisi finanziaria ed economica, letteralmente in mezzo alla strada, disoccupati e con zero entrate familiari. Lo stesso non dicasi però per centinaia di migliaia di liberi professionisti, dai dottori commercialisti ai medici e passando per i sociologi, i giornalisti e gli avvocati, che hanno visto diminuire sensibilmente il loro fatturato; ma in molti casi gli studi professionali, colpiti duramente dalla crisi, ed in ragione del 20% rispetto al totale, hanno definitivamente abbassato le saracinesche. Per evitare quella che è in tutto e per tutto un’emorragia, l’Associazione Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, ritiene opportuno che il Governo inserisca tra i settori in crisi anche i liberi professionisti in modo tale da poter beneficiare di agevolazioni quali il credito di imposta ed il bonus occupazione per poter tirare il fiato e riuscire a tirarsi fuori da un tunnel che spesso appare senza uscita.

Imprese: tasse alte e peso burocrazia eccessivo

 La tassazione a carico delle imprese è alta, fin troppo, ma i costi che le imprese italiane devono mettere in preventivo per la propria attività non sono solamente quelli fiscali, ma anche quelli burocratici che spesso incidono fortemente sulle PMI. Non a caso, in accordo con uno studio effettuato dalla CGIA di Mestre, nel nostro Paese la burocrazia alle piccole e medie imprese costa la bellezza di 11,5 miliardi di euro all’anno, ovverosia ben un punto percentuale di prodotto interno lordo italiano. E visto che 95 aziende su 100 in Italia sono micro e piccole imprese, ne consegue che il peso più elevato della burocrazia è a carico delle PMI che hanno meno di dieci addetti. Quando si parla di peso burocratico a carico delle imprese si intende l’iter relativo agli adempimenti di natura fiscale, ma anche e soprattutto i costi burocratici che occorre mettere in preventivo per la gestione del personale, per l’ambiente, la sicurezza e la formazione.

Fisco italiano: non solo tasse, c’è anche la burocrazia

 Nel nostro Paese in materia fiscale non c’è solo il problema legato alle tasse ed in particolare ad una pressione fin troppo elevata; a questo infatti si aggiunge quello della burocrazia fiscale in virtù del fatto che sovente in materia di fisco e tributi, tra risoluzioni, direttive, norme tributarie e circolari ministeriali le “regole del gioco” in Italia cambiano in continuazione. Questo, in sintesi, è lo scenario descritto da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, in base ad un calcolo effettuato, addirittura per difetto, da KRLS Network of Business Ethics che, per conto dell’Associazione, ha provveduto a conteggiare il numero di nuove norme tributarie che in Italia vengono emanate ogni anno. Ebbene, KRLS Network of Business Ethics ne ha contate ben 62.500, con la conseguenza che l’Italia non è solo primatista in Europa per l’evasione, ma anche per la burocrazia fiscale.

Pressione fiscale e crisi: liberi professionisti in affanno

 Quello che sta per chiudersi in Italia sarà un anno orribile per i liberi professionisti, i quali più di tutti, al pari delle piccole imprese e micro imprese, hanno risentito degli effetti nefasti della crisi finanziaria ed economica. Non a caso, Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, in base a delle rilevazioni effettuate dallo Sportello del Contribuente, ha denunciato come con la pessima congiuntura abbiano chiuso il 14% degli studi professionali, ovverosia la bellezza di 300 mila attività gestite dai liberi professionisti: dai giornalisti ai veterinari e passando per i medici, i biologi, i dottori commercialisti, i sociologi e gli avvocati. D’altronde la crisi, oltre ad aver innescato una stretta creditizia come non si vedeva da decenni, ha causato, a scapito dei professionisti, il mancato incasso di parcelle da parte di soggetti, su tutti le imprese in crisi, che si sono trovati non solo a corto di liquidità, ma in molti casi hanno portato direttamente i libri in Tribunale.

Studi di settore Basilicata: redditi avvocati sotto la media nazionale

 In Basilicata esercitare la professione di avvocato non sembra facile. Basti pensare che alla Cassa forense gli iscritti sono poco più di 1.300, ma di questi ben 900 conseguono un reddito che non supera i 13 mila euro annui. Il dato, in particolare, è stato reso noto dal rappresentante degli Ordini professionali all’Osservatorio regionale istituito di recente per mettere a punto in materia di studi di settore degli adeguamenti in linea con le tendenze economiche locali. Su scala nazionale, gli iscritti alla Cassa forense sono quasi 137 mila, ragion per cui solo l’1% circa degli avvocati iscritti è lucano; il reddito medio degli avvocati della Basilicata, in base ai dati del 2006, è pari a 26.272 euro rispetto ad una media nazionale di 49.213 euro annui, ragion per cui sono evidenti le difficoltà dei legali della Basilicata nel poter dichiarare somme che possano essere congrue e coerenti con gli studi di settore. Nella regione il 63,7% degli avvocati iscritti alla Cassa forense è uomo, ed il 36,3% è donna, mentre in termini numerici gli avvocati sono maggiormente iscritti all’ordine di Potenza, ed a seguire Matera, Melfi e Lagonegro.

Studi di settore: punto per punto le novità

 L’Agenzia delle Entrate, con la circolare numero 29/E, ha fatto il punto come ogni anno sugli studi di settore, ed in particolare sulle novità che riguardano l’adozione di tale strumento da parte di tutti i contribuenti che vi rientrano. Tra le novità a “lunga scadenza”, c’è quella relativa alla messa a punto di “studi di settore federali“, ovverosia studi di settore che non tengono conto solamente del settore economico di appartenenza, ma anche di prezzi e tariffe adottate a livello territoriale sia per la cessione di beni, sia per la prestazione di servizi. E proprio per mettere a punto studi di settore “in senso federale“, nonché adattati al territorio di appartenenza del contribuente, i Comuni italiani avranno un ruolo attivo nella messa a punto dei nuovi studi di settore, visto che entreranno a far parte, con una partecipazione attiva, sia degli Osservatori regionali, sia della Commissione degli esperti. Ad essere migliorati in futuro saranno anche gli indicatori di normalità sia per le imprese, sia per i liberi professionisti, grazie ad un affinamento del grado di precisione che sarà possibile in virtù di approfondimenti e studi basati sull’analisi economica.

Modello Unico 2009 persone fisiche: chi deve e chi non deve presentarlo

 Si fanno sempre più stretti i tempi per predisporre quest’anno il modello Unico 2009 e per pagare le relative imposte in base all’ammontare dei redditi percepiti lo scorso anno. Trattasi, in particolare, di un appuntamento “classico” per milioni di liberi professionisti, titolari di partita IVA in genere e lavoratori autonomi che sono chiamati alla trasmissione, in via telematica, del modello Unico 2009 Persone Fisiche. Ebbene, i soggetti che, in via obbligatoria, devono presentare il modello Unico 2009 Persone Fisiche sono sia quelli che, avendo percepito un reddito nel 2008, non rientrano nelle condizioni di esonero previste, sia tutti coloro che per Legge sono obbligati alla tenuta delle scritture contabili. In genere, chi detiene obbligatoriamente le scritture contabili è un titolare di partita IVA, ed in tal caso la trasmissione del modello Unico 2009 Persone Fisiche risulta essere obbligatoria anche se nel 2008 dal soggetto non è stato conseguito alcun reddito. Pur tuttavia, le persone fisiche che rientrano nelle condizioni di esonero della presentazione del modello possono comunque, in via opzionale, procedere alla trasmissione del modello Unico 2009 Persone Fisiche nel caso in cui il contribuente debba presentare detrazioni o deduzioni di imposta non attribuite in via parziale o totale.

Modello Unico 2009: come, dove e a chi presentarlo

 Per gli imprenditori e per tutti coloro che, in possesso di partita IVA, esercitano arti e professioni, si avvicina a grandi passi l’appuntamento con Unico 2009 e con il relativo pagamento delle tasse che quest’anno, per chi rientra nell’ambito degli studi di settore, potrà avvenire nel mese di luglio senza la “consueta” maggiorazione dello 0,40%. Il modello Unico 2009 è disponibile gratuitamente, con le relative istruzioni, sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, e può essere compilato e trasmesso in via telematica direttamente dal contribuente, oppure quest’ultimo può sempre e comunque avvalersi di un intermediario abilitato alla trasmissione. Gli intermediari, inoltre, a fronte di un corrispettivo possono compilare il modello per conto del contribuente, il quale è chiamato a consegnare al professionista tutta la documentazione necessaria per il calcolo delle imposte.

Nuovi studi di settore: ecco chi paga più tasse

 Nei giorni scorsi, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a mettere a disposizione dei contribuenti soggetti agli studi di settore il software “Gerico 2009” al fine di ricavare il valore dei ricavi e dei compensi presunti rispetto a quelli che effettivamente sono stati conseguiti. “Gerico 2009” è stato presentato con i “correttivi anticrisi”, ovverosia con delle sezioni aggiuntive che tengono conto della crisi economica e che quindi contribuiscono rispetto alla media storica a far abbassare a carico del contribuente il volume d’affari o dei compensi per lo studio di settore di competenza. Ma con “Gerico 2009” il contribuente che vuole “adeguarsi” allo studio di settore paga realmente meno tasse? Ebbene, in base ad un Rapporto a cura della CGIA di Mestre, senza un “rimodellamento” degli studi di settore ci sono alcune categorie di contribuenti che rischiano seriamente di dover pagare più tasse rispetto allo scorso anno.

Versamento imposte: pochi i soldi in cassa. Persone fisiche e imprese “preferiscono” le sanzioni

 Tira brutta aria quest’anno per lo Stato in materia di entrate fiscali. La crisi finanziaria ed economica ha avuto già il suo impatto sui primi due mesi del 2009, con entrate fiscali per l’erario in calo di quasi il 7% su base annua, ma per i prossimi mesi è difficile che la tendenza al ribasso possa essere spezzata. Sia le persone fisiche, ovverosia liberi professionisti, ditte individuali e titolari di partita IVA in genere, sia un vero e proprio esercito di piccole e medie imprese strozzate dal calo delle commesse, dalle difficoltà di accesso al credito, e da conseguenti livelli, molto scarsi, di liquidità, si apprestano infatti, molto probabilmente, a pagare le tasse a rate con le relative sanzioni. A conti fatti, quindi, molti contribuenti con partita IVA provvederanno a predisporre il modello Unico 2009, ma si terranno ben lontani dal versare le tasse nel mese di giugno in un’unica soluzione; anzi, molti probabilmente a giugno “salteranno” il giro iniziando a pagare a rate, da luglio a novembre, in cinque mensilità e con l’applicazione delle relative sanzioni legate al pagamento in ritardo rispetto ai termini previsti.

Bassi redditi e fisco pesante per i liberi professionisti

 Tra qualche settimana per i liberi professionisti e per i titolari di partita IVA arriverà il momento di “fare i conti” con la dichiarazione dei redditi. Tra saldo IRPEF 2008, acconto IRPEF 2009 e addizionali regionali molto spesso le somme da pagare sono elevate, ma mai come quest’anno, complice la crisi economica, rischiano di essere insostenibili anche optando per il pagamento rateale.

Ad accorgersi di tutto ciò è stata anche Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, la quale ha rilevato come siano parecchie le categorie di professionisti in palese difficoltà: dai veterinari ai medici passando per i dottori commercialisti, i giornalisti ma anche la categoria degli avvocati che di norma non se la dovrebbe passare male.