A Napoli Agenzia delle Dogane e Fisco sono riuscite a unire in maniera proficua le loro forze, contribuendo a stanare ben ventisei milioni di euro di imponibile e altri cinque di Imposta sul Valore Aggiunto evasa: si tratta delle somme recuperate in seguito alla scoperta di una frode carosello piuttosto massiccia, la quale ha coinvolto il capoluogo partenopeo e si è caratterizzata per fatture e operazioni false nell’ambito del settore informatico. Che cosa è successo di preciso? Il meccanismo funzionava in modo ingegnoso: in effetti, la frode veniva realizzata attraverso il coinvolgimento di aziende fittizie, grazie soprattutto a un vero e proprio stravolgimento a causa dell’acquisto di ogni quota societaria possibile.
Napoli
Tassa di soggiorno a Napoli: albergatori in rivolta
La tassa di soggiorno è ormai realtà anche a Napoli: ci si sta abituando al fatto che la maggior parte dei comuni italiani si affidi a tale imposta per ottenere nuove risorse in grado di assestare i loro bilanci pericolanti. Nel caso della città partenopea esistono tariffe ben precise, vale a dire un euro per quel che riguarda gli alberghi che sono contrassegnati con due stelle, fino ad arrivare a un massimo di quattro euro per le strutture ricettive più lussuose. La misura fiscale in questione, invece, non ricomprende gli hotel che vantano una sola stella e i cosiddetti bed&breakfast, in modo da evitare che la tassa colpisca le fasce più giovani di età.
Gli studenti napoletani chiedono il rimborso delle tasse
Le tasse sono al centro dell’attenzione pubblica in questo periodo. Lo stesso premier Monti non fa altro che ricordare agli italiani che a causa di questo periodo di austerità, i sacrifici sono indispensabili per portare il Paese fuori dal baratro. Pensioni, casa, consumi, sono solo alcuni punti che sono stati toccati dalla manovra finanziaria: adesso anche gli studenti si ribellano. Al pagamento delle tasse dovrebbe corrispondere l’erogazione di un servizio adeguato, ma sembra non sia stata questa la risposta ottenuta dagli studenti.
Contribuenti Napoli minacciano sciopero dei Bot
Un disastro sanitario, ma anche ambientale senza precedenti. La definisce così il presidente di Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, l’emergenza rifiuti nella Regione Campania ed in particolar modo nel Comune di Napoli. Al punto che, a favore ed a sostegno del Sud, l’associazione nei giorni scorsi ha annunciato una forma di “sciopero” singolare ma incisiva per pungolare le Autorità competenti a risolvere una volta per tutte un problema che oramai dura da anni. Ebbene, secondo quanto ha reso noto proprio il presidente Carlomagno, a partire dalla data di domani, venerdì 1 luglio 2011, i contribuenti di Napoli e della Campania, in “risposta” alla mancata soluzione sul tema dei rifiuti, valuteranno se fare lo sciopero dei Bot, i Buoni Ordinari del Tesoro.
Agenzia Entrate Campania: partono le Direzioni Provinciali di Napoli
Sono due, e partono oggi, lunedì 5 luglio 2010, le Direzioni Provinciali di Napoli dell’Agenzia delle Entrate. A darne notizia è l’Amministrazione finanziaria dello Stato nel mettere in evidenza come quelle di Napoli I e II siano le ultime due Direzioni Provinciali da attivare nell’ambito del progetto nazionale di riorganizzazione dell’Agenzia delle Entrate in Campania. Così come per le città di Milano e di Torino, quindi, anche quella di Napoli ha due Direzioni Provinciali con competenze ben precise a livello territoriale, ed una strutturazione dei due uffici controlli nelle seguenti quattro aree: Area persone fisiche ed enti non commerciali; Area imprese minori e lavoratori autonomi; Area imprese di medie dimensioni ed Area legale. Nessun cambiamento è invece previsto per i servizi di assistenza e di informazione da fornire ai contribuenti visto che gli uffici territoriali del Fisco si trovano sempre nelle stesse sedi in cui si trovavano gli uffici preesistenti.
Equitalia: riscossione, aumentano casse e sportelli
Al fine di accorciare in materia di riscossione e relative richieste di informazioni, la distanza con i cittadini, lo scorso anno nel nostro Paese c’è stato un aumento sul territorio del numero delle casse e degli sportelli. A darne notizia è Equitalia nel far presente al riguardo, infatti, come rispetto all’anno 2008 il numero di punti consulenza e di casse, a quota 1.431, siano saliti del 16%, mentre gli sportelli su tutto il territorio nazionale sono ora 360 con un incremento del 6%. E così nelle grandi città, ed in particolare a Roma ed a Napoli, ora ci sono rispettivamente cinque ed otto sportelli rispetto invece agli anni scorsi, ed in particolare al 2005, prima della nascita di Equitalia, quando sia nella Capitale, sia a Napoli, di sportelli per la riscossione se ne potevano contare solo uno. Equitalia nel contempo sottolinea come sia stata ridotta la distanza sul territorio tra uno sportello è l’altro; la distanza media è ora pari a sedici chilometri ma per il futuro uno degli obiettivi è quello di ridurre le distanze presenti nelle zone montuose dove chiaramente i percorsi sono meno agevoli e c’è quindi bisogno di una maggiore densità.
Napoli: in pochi pagano la tassa sui rifiuti
A Napoli sembra siano proprio in pochi a pagare la Tarsu tant’è che qualcuno inizia a parlare di limite di sopravvivenza per Asia, la società del Comune di Napoli che fornisce servizi di igiene ambientale
Asia ha tempo di sopravvivenza sino alla scadenza dell’anno in corso. A Napoli la tassa sui rifiuti non la paga nessuno.
Il sottosegretario a palazzo San Macuto, davanti alla commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, da due giorni sta riferendo ai parlamentari sulla situazione dei rifiuti in Campania, sulla gravità e l’urgenza di portare tutto ad una situazione di normalità. Non é la prima volta che Asia é al centro delle discussioni del governo: tempo fa fu il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, a dire pubblicamente che uno dei problemi di Napoli era Asia, il cui personale non lavorava abbastanza e mai di domenica.
Torre del Greco: meno Tarsu dal 2010
La Tarsu é la tassa sui rifiuti solidi urbani. Si paga in base ai metri quadrati di superficie dell’abitazione (compresi garage, box, cantine, scale, mansarde abitabili, ecc.) e di ogni altro locale. Il Comune può decidere di differenziare le tariffe per tipologia di locale (es.: abitazioni private, negozi, bar, ecc.), ma deve, obbligatoriamente far pagare in rapporto ai metri quadrati dei locali.
La tassa é pagata ai Comuni poichè questi hanno l’obbligo di provvedere al servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, servizio che non é certo cosa da poco, é anzi molto complesso. Il comune stabilisce delle categorie a cui corrispondono delle tariffe al m²: ogni categoria identifica dei gruppi che riuniscono determinate tipologie di immobili destinati ad attività economiche o a scopo residenziale.
Ici e Tarsu condonate a Torre del Greco
Non pagate la Tarsu? Venite condonati, se abitate a Torre del Greco, ridente cittadina napoletana dove l’evasione di questa tassa ha generato dal 2003 più di cinque milioni di euro come cifra stimata per l’evasione fiscale. Dopo l’approvazione del provvedimento sulla Tarsu, che ha previsto un incremento dell’83%, il sindaco ha dichiarato che molti cittadini non pagano normalmente le tasse.
I cittadini torrese infatti dal non molto lontano 2003, stando agli accertamenti fatti dagli uffici tecnici hanno pagato una Tarsu minore. Lo hanno fatto dichiarando meno metri quadrati rispetto a quelli posseduti o non pagando proprio. Il comune avrebbe dovuto preoccuparsi di questa situazione difatti avrebbero dovuto esserci dei controlli per risalire a chi avesse pagato meno Tarsu e chi non l’avesse pagata. Invece non é stato così, il sindaco ha convocato un consiglio di urgenza per far approvare un regolamento in cui si “condona” il 50% dei tributi non pagati, per Ici e Tarsu, a partire dall’anno 2003 fino al 2008.
Ritorna l’Ici sui loculi cimiteriali
L’anno scorso é stata finalmente abolita la tassa sulla prima casa, e c’è qualcuno che, non potendola più imporre, ha deciso di tassare l’ultima dimora. Per la serie “La crisi economica non risparmia nemmeno i morti”. Questo avviene a Torre del Greco, cittadina in provincia di Napoli, dove il sindaco Ciro Borriello decide di tassare i cittadini ospitati nel camposanto cittadino. La delibera è stata approvata approvata solo poche settimane fa e arriva al termine di una serie di rincari per rinvigorire le casse del Comune: il pienone di strisce blu per la sosta a pagamento (provvedimento poi sospeso), poi l’aumento del 90% in più rispetto al 2008 della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
E la “tassa sui morti“?
In realtà – spiega l’assessore al cimitero, Raffaele La Pietra – il regolamento cimiteriale in vigore a Torre del Greco già prevedeva una serie di diritti e costi da riconoscere al Comune. Considerati i tagli agli enti locali stabiliti dal Governo, l’amministrazione comunale ha semplicemente deciso di far rispettare rigorosamente le normative vigenti.