L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, con un comunicato congiunto, emesso in data odierna, giovedì 16 dicembre 2010, hanno reso noto che sono in corso in cinque Regioni del nostro Paese dodici interventi presso delle società fiduciarie. In particolare questi dodici interventi, equamente distribuiti tra l’Amministrazione finanziaria dello Stato e la Guardia di Finanza, sono in corso nelle Regioni Lazio, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte con obiettivo nel mirino quello relativo alle corrette comunicazioni all’anagrafe dei rapporti finanziari. L’attività avviata, che non è nuova per il Fisco e per la Guardia di Finanza, rientra nell’ambito delle iniziative di lotta e di contrasto all’evasione fiscale internazionale attuando una “stretta” sulle società fiduciarie che amministrano beni per conto di terzi e che, quindi, possono essere utilizzati per fini di evasione fiscale internazionale.
Paradisi fiscali
Iva Paesi black list, il Fisco tende la mano
L’Agenzia delle Entrate, con una apposita circolare, la numero 54/E emanata in data odierna, giovedì 28 ottobre 2010, ha ufficialmente teso la mano nei confronti di quei soggetti economici che ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) devono comunicare in via telematica le operazioni effettuate con soggetti che si trovano nei Paesi inseriti nella cosiddetta “black list“. Nel dettaglio l’agevolazione, ai fini sanzionatori, consiste nel non applicare sanzioni nel caso in cui i contribuenti interessati provvedano a sanare le eventuali violazioni entro e non oltre la data del 31 gennaio del 2011 presentando i relativi modelli di comunicazione integrativa. Nel dettaglio, sono previste zero sanzioni per le possibili violazioni inerenti la compilazione dei modelli per il periodo da luglio a novembre per i contribuenti chiamati all’invio mensile, e da luglio e fino al mese di settembre per quelli che hanno invece le scadenze trimestrali.
Riscossione: Equitalia, precisazioni su Maradona
Diego Armando Maradona è stato un grande calciatore, ed è ancora molto amato dai tifosi, ma questo non lo pone in una posizione diversa dagli altri contribuenti che devono compiere nei confronti del Fisco il proprio dovere. E’ questa la posizione ufficiale di Equitalia a seguito dell’ipotesi del ritorno a Napoli di quello che da molti viene considerato il più grande giocatore di tutti i tempi. Ma Equitalia è intervenuta anche a seguito delle dichiarazioni fatte da Salvatore Bagni, ex calciatore, il quale, in accordo con quanto riportato dalla stampa, avrebbe dichiarato che “in passato gli hanno confiscato orologi e orecchino quando è venuto in Italia, vorrà dire che stavolta non li porterà con sé“. Equitalia, in merito a tali dichiarazioni, constata come nel nostro Paese sia necessario un cambiamento culturale visto che proprio certi comportamenti in Italia non hanno fatto altro che favorire l’evasione.
Paradisi fiscali e giurisdizioni sempre più rivolti alla Cina
La conformazione dei paradisi fiscali e le loro caratteristiche principali sono mutate profondamente negli ultimi tempi e non solo come il risultato della lotta tenace intrapresa dall’Ocse per ridimensionare il fenomeno: gran parte di quei paesi che applicano una tassazione agevolata e molte giurisdizioni offshore, infatti, si stanno rivolgendo sempre di più al governo di Pechino. Che cosa trovano di così appetibile tali paradisi nella Cina? Secondo moltissimi analisti, sta diventando una prassi ordinaria, persino per i consiglieri della Fed: l’intento è quello di rincorrere letteralmente il mercato dei capitali dell’ex Impero Celeste. Il paese più convinto in questo senso è sicuramente la Svizzera. La Confederazione elvetica, in effetti, ha delineato una serie di fondamentali incontri dal punto di vista tributario, in modo da sistemare nella maniera migliore bilanci e capitali appunto.
Paradisi fiscali: obbligo comunicazione telematica operazioni
A partire dallo scorso 1 luglio 2010, per le transazioni effettuate con i Paesi appartenenti alla cosiddetta “black-list”, ovverosia quelli a fiscalità privilegiata, scatta l’obbligo di comunicazione attraverso uno specifico canale telematico. A farlo presente nella giornata di ieri, martedì 6 luglio 2010, è stata l’Agenzia delle Entrate nel sottolineare come siano pronte le indicazioni e tutte le specifiche tecniche per poter trasmettere le operazioni relative a prestazioni, acquisto e vendita di servizi con quei paesi in “black-list” individuati da appositi Decreti del maggio del 1999 e del novembre del 2001 del Mef, il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Occorre quindi trasmettere un modello dedicato anche se con questi Paesi, ed in particolare con operatori economici che risultano essere domiciliati o residenti nei Paesi e nei territori a fiscalità privilegiata, viene effettuata una sola operazione.
Lista nera Ocse: dal 1° luglio via alla comunicazione delle transazioni
Mancano soltanto cinque giorni dal momento in cui comincerà a essere effettivo l’obbligo di comunicazione di quelle transazioni che vedono coinvolti i clienti e i fornitori degli stati che figurano nella cosiddetta “black list” dell’Ocse (i paradisi fiscali più “tenaci” in questo senso): in effetti, dal prossimo 1° luglio, l’Agenzia delle Entrate dovrà ricevere i modelli telematici che sono stati predisposti mediante l’apposito provvedimento dello scorso 28 maggio. L’ambito di riferimento di questi adempimenti è molto vasto e riguarda sostanzialmente ogni operazione che è rilevante ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto e che è stata posta in essere da soggetti che risiedono, che hanno il domicilio o che si sono stabiliti in uno dei paesi sopracitati. I dubbi e le perplessità sono comunque ancora moltissimi. In pratica, l’obbligo in questione si riferisce alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi che hanno avuto qualche contatto con operatori appartenenti alla black list: gli elementi da indicare in questo senso sono diversi, tra cui il codice fiscale, l’importo delle operazioni (distinguendo tra quelle imponibili e quelle non imponibili), ma anche l’importo complessivo dell’imposta.
Fisco recupera 104,5 miliardi grazie allo scudo fiscale
Non tutti gli analisti erano stati ottimisti, ma sembra che dovranno ricredersi: lo scudo fiscale 2009-2010 ha superato i 100 miliardi, la regolarizzazione in materia tributaria che ferma l’azione penale e di accertamento tributario ha fatto emergere per il Fisco 104,5 miliardi di euro in sette mesi con un’entrata per le casse dell’erario di tutto rilievo. L’apertura dello scudo fiscale, che ha consentito di regolarizzare attività italiane detenute illecitamente all’estero, ha così avuto “successo”.
Si è chiusa con l’emersione di 9,2 miliardi di euro e un gettito di 694 milioni di euro la riapertura delle operazioni di ‘Rimpatrio dei capitali in Italia – spiega il ministero dell’Economia in una nota -. Il 95% dei 9,2 miliardi è costituito da rimpatri in Italia. Il bilancio dell’operazione si chiude così con un recupero di attività per complessivi 104,5 miliardi di euro (il 98% dei quali costituiti da rimpatri in Italia) e un incasso per l’Erario di 5,6 miliardi di euro.
L’India bandisce il turismo fiscale iniziando da Singapore
L’India e la sua finanza nazionale sono tra i più esposti per quel che riguarda i paradisi fiscali internazionali: l’allarme è stato lanciato, non molto tempo fa, dall’amministrazione tributaria del paese asiatico, ma sembra che sia stata trovata una soluzione abbastanza efficace in questo senso, così come è stato annunciato da Pranab Mukherjee, il ministro delle Finanze, in occasione di una interrogazione parlamentare. Si punta dunque tutto sui cosiddetti centri “offshore”, partendo anzitutto con Singapore, fino ad arrivare ai centri europei. Il Central Board of Direct Taxes, l’autorità delle Entrate indiane, intendono in questo modo raccogliere il maggior numero di informazioni fiscali possibili: recandosi direttamente in questi paesi, infatti, ci sono più possibilità di ottenere riscontri veritieri sulla reale situazione finanziaria.
Lucca é la città con meno tasse locali
Si parla sempre di tasse, di salasso dei tributi e dell’Italia che è uno tra i Paesi europei dove il sistema fiscale è più martellante. Ma esiste in Italia una città che sia un’oasi felice (senza arrivare a parlare di paradisi fiscali)? Dire oasi felice forse sarebbe un pò eccessivo, ma possiamo comunque affermare che c’è una città dove i cittadini sono meno tartassati dalle tasse comunali e pagano meno rispetto alla media nazionale: Lucca è fra le città italiane e toscane, secondo un’indagine del “Sole 24 Ore” dove tutto questo é possibile: risparmiare sulle tasse si può.
Paradisi fiscali: societa’ anonime saranno abolite
Un paradiso fiscale è uno Stato che garantisce un prelievo in termini di tasse minore rispetto al paese di origine, o addirittura nullo. Le motivazioni dello Stato sono semplici da spiegare: si cerca in questo modo di attirare molto capitale proveniente dai paesi esteri, fornendo in cambio una tassazione estremamente ridotta.
San Marino è nella White list per l’Ocse, dopo aver firmato oltre 20 accordi per lo scambio di informazioni. Ma l’Italia forse la pensa diversamente, almeno per una questione puramente tecnica. Roma considera non collaborativi tutti i paesi con i quali non c’è un accordo contro le doppie imposizioni, anche se tra i due paesi è stato siglato quello sullo scambio di informazioni.
Evasione fiscale internazionale: blitz Entrate su case oltreconfine
Nell’ambito delle azioni programmate di lotta e di contrasto all’evasione fiscale internazionale, l’Agenzia delle Entrate ha reso noto in data odierna, mercoledì 24 marzo 2010, d’aver ora spostato la propria attenzione su quei contribuenti italiani che possiedono case oltreconfine. In particolare, stavolta il Fisco ha fatto tappa in Gran Bretagna ed in Costa Azzurra, tra loft e ville, bussando alla porta dei proprietari attraverso il recapito nelle rispettive cassette dela posta di ben seimila lettere ad altrettanti contribuenti che sono stati scovati dagli 007 dell’Agenzia delle Entrate in quanto possessori di immobili che non sono stati dichiarati. I controlli al riguardo non solo sono diventati più fitti e stringenti, ma a valere sull’anno 2009, e quindi in Unico 2010 c’è ora l’obbligo, nell’ambito delle nuove regole relative al monitoraggio fiscale, di dichiarazione degli immobili detenuti all’estero nell’apposito modulo RW del modello anche se questi non producono reddito in quanto non sono stati oggetto di vendita o di locazione.
Paradisi fiscali: adesso tocca a San Marino
Sebbene San Marino sia nella White list per l’Ocse, dopo aver firmato oltre 20 accordi per lo scambio di informazioni, per l’Italia, Roma considera non collaborativi tutti i paesi con i quali non c’è un accordo contro le doppie imposizioni, anche se tra i due paesi è stato siglato quello sullo scambio di informazioni. Da oggi, in base a un regolamento attuativo che contiene norme di contrasto alle frodi fiscali, i soggetti con partita Iva che hanno scambi sia in entrata che in uscita con San Marino, devono comunicarlo alla agenzia delle entrate, fornendo i dati identificativi dei soggetti con i quali effettuano l’operazione.
Mi riservo di valutare con i tecnici il contenuto del provvedimento di cui avevamo esaminato le linee nei giorni scorsi – ha sottolineato il segretario alle Finanze, Gabriele Gatti – Osservo, tuttavia, che fra San Marino e l’Italia esistono già accordi per la comunicazione di tutte le operazioni commerciali.
Scudo fiscale: attenzione ai termini per il versamento
Entro il prossimo 28 febbraio 2010 è possibile versare l’imposta straordinaria relativa all’adesione allo scudo fiscale pagando un’aliquota al 6%; in merito, l’Agenzia delle Entrate, che ha reso noto d’aver pubblicato una circolare con le risposte agli operatori, ha fatto presente come quest’anno il 28 febbraio cada di domenica; ma ciò nonostante, contrariamente con quanto avviene per le imposte ordinarie, per le quali c’è lo slittamento al primo giorno lavorativo successivo, quello del 28 febbraio 2010 rimane per l’imposta straordinaria l’ultimo giorno utile per pagare l’aliquota al 6%. Dopodiché dall’1 marzo prossimo, e fino e non oltre il 30 aprile 2010, il saldo dell’imposta straordinaria per il rientro di asset e capitali detenuti in maniera illegale all’estero potrà avvenire attraverso il pagamento di un’aliquota al 7%. Per quanto riguarda il mancato slittamento del termine dal 28 febbraio all’1 marzo per l’aliquota al 6%, l’Agenzia delle Entrate ha fatto presente come ciò non sia possibile per il semplice fatto che i saldi delle imposte non riguardano versamenti di somme a favore dell’Erario.
Entrate – Guardia di Finanza: operazione filiali banche slovene
L’Agenzia delle Entrate, nell’ambito di un’operazione congiunta con la Guardia di Finanza, ha annunciato un nuovo “blitz” finalizzato a controlli e verifiche sui corretti adempimenti relativi all’Archivio dei rapporti finanziari. L’operazione rientra nell’ambito delle azioni di prevenzione e di contrasto all’evasione fiscale internazionale che, dopo aver fatto visita alle filiali in Italia di banche austriache, svizzere ed al confine con San Marino, hanno portato le Entrate e la GdF a bussare alla porta delle filiali con sede in Italia di banche slovene, ma anche a tutti quegli intermediari in possesso di partecipazioni di banche slovene, e filiali di banche italiane che, a livello territoriale, sono vicine ai confini sia con la Slovenia, sia con l’Austria. Al di là della nazionalità, l’Agenzia delle Entrate ha fatto presente come per i nuovi soggetti sottoposti a controllo, ben 68, le modalità applicate siano sempre le stesse.