Ungheria, una nuova tassa per contrastare l’obesità

 Gli alimenti e i cibi che contengono molto zucchero e molti grassi sono praticamente presenti dappertutto, ma l’Ungheria ha deciso di contrastare in maniera più efficace i problemi legati all’obesità: il Parlamento di Budapest dovrebbe infatti dar vita a breve a una apposita tassa che sia in grado di colpire i principali responsabili degli aumenti di peso. L’imposta in questione, già ribattezzata col nome di “Chips Tax”, entrerà in vigore il prossimo 1° settembre ed è stata studiata per colpire bevande e cibi con due specifiche aliquote, vale a dire quella del 5% e quella del 20%. Ma qual è la reale struttura di questo tributo? Le tabelle sono già state predisposte, ad esempio sono previsti cinque fiorini per ogni litro di bevande zuccherate che presentano un contenuto di frutta piuttosto basso (inferiore al 25%), mentre altri cento fiorini sono quelli che devono essere sborsati per ogni quintale di dolci.

Irap: taglio per aziende in perdita, ipotesi poco convincente

 Il Governo ha intenzione di “spendere” un paio di miliardi di euro per tagliare l’Irap, ma c’è grande incertezza sulla platea di imprese che potranno beneficiarne; estendere il beneficio a tutte, infatti, rappresenterebbe una misura non solo dispersiva, ma anche di scarsa efficacia, ragion per cui nelle ultime ore si sta pensando di ridurre l’imposta alle imprese che chiudono il bilancio in perdita; questo al fine di evitare che sulle imprese in rosso lo Stato vada ulteriormente a gravare sul bilancio con il prelievo dell’Irap che, lo ricordiamo, non è un’imposta sul reddito. Ma trattasi di una buona idea? Ebbene, l’ipotesi di tagliare l’Irap alle aziende in perdita non entusiasma la CGIA di Mestre, la quale nei giorni scorsi, invece, aveva avanzato la proposta di tagliare l’Irap a quelle imprese con partita IVA ma senza dipendenti, ovverosia alle ditte individuali che, come tra l’altro emerso da alcune sentenze della Corte di Cassazione, l’imposta non la dovrebbero pagare in base al fatto che i titolari di queste micro imprese non hanno lavoratori a carico.

Irap: autonomi senza dipendenti, proposta di abolizione

 In Italia c’è un vero e proprio esercito di lavoratori autonomi che svolgono un’attività con partita IVA ma non hanno dipendenti; sono tantissimi infatti i lavoratori, giovani e meno giovani, titolari di una ditta individuale nata molto spesso a seguito di un rapporto di lavoro subordinato “camuffato”, visto che molti di questi soggetti hanno un unico committente. E visto che si parla di questi tempi di riduzione dell’Irap, perché non sopprimerla del tutto proprio a favore del popolo delle partite IVA senza dipendenti? A porsi la domanda, ed a formulare una proposta in tal senso, è la CGIA di Mestre, la quale tra l’altro ricorda come questi lavoratori autonomi paghino l’Irap anche se la Corte di Cassazione, con almeno quattro sentenze, si è espressa quest’anno in favore del “non pagamento” dell’imposta visto che questa classe di lavoratori, non avendo dipendenti, non gestisce un’attività che possa definirsi autonomamente organizzata.

Camera approva art. 7 su federalismo fiscale

 L’art. 119 della Costituzione recita:

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio. La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.

L’interpretazione di questo articolo ha portato a formulare l’idea del federalismo fiscale, che é in realtà un principio decentrativo secondo il quale sarà superato il sistema di finanza regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento, in cui le risorse finanziarie di Regioni ed enti locali non sono stabilite e raccolte dagli enti stessi ma le risorse arrivano prima allo Stato e poi quest’ultimo le trasferisce alle Regioni.