Quest’anno, per la presentazione del Modello Unico 2009, e per gli studi di settore, i contribuenti soggetti agli studi si sono potuti avvalere dei cosiddetti “correttivi anticrisi” al fine di tenere conto della difficile congiuntura economica dello scorso anno. Ma nonostante tali “agevolazioni” disposte del Fisco, molte imprese rischiano comunque di dichiarare un volume d’affari e indicatori di reddito non perfettamente congrui con i parametri che scaturiscono dall’applicazione degli studi di settore. Non a caso, la CGIA di Mestre ha rilevato come, nonostante gli aggiustamenti ed i correttivi introdotti, un’impresa su tre, riguardo all’anno di imposta 2008, dall’applicazione degli studi di settore non dichiarerà ricavi in linea con le pretese che il Fisco avanza con gli studi. Considerando che in Italia sono circa 3,7 milioni i soggetti con partita IVA soggetti agli studi, allora ben 1,2 milioni di contribuenti non presenteranno dichiarazioni “congrue” agli studi proprio in virtù del fatto che la crisi finanziaria ed economica ha avuto sul business un impatto tale e negativo da non poter essere “rilevato” attraverso i correttivi anticrisi applicabili per lo studio di settore di appartenenza.
partita Iva
Emilia Romagna: accordo per imposta di registro
L’imposta di registro deve essere pagata al momento della registrazione degli atti presso l’Agenzia delle Entrate. Gli atti che rientrano in questo obbligo sono l’acquisto di una casa o la registrazione dei contratti di locazione/affitto di un appartemento ad un inquilino.
L’imposta di registro si paga in proporzione (aliquota) al prezzo dell’acquisto:
* l’aliquota è del 3% sul prezzo dell’immobile indicato nel rogito per la prima casa e se il venditore dell’immobile non è titolare di partita IVA;
* se non si tratta di prima casa, si paga lo stesso il 3% quando l’immobile è di interesse storico, artistico o archeologico.
* si deve pagare il 7% in tutti gli altri casi.
Irap: Agenzia delle Entrate per la determinazione del valore
L’Irap ha sopresso altre tasse: l’Ilor, l’Iciap, l’imposta sul patrimonio netto, la tassa sulla partita Iva, la tassa salute (contributo SSN) e altri contributi minori, tasse di concessione comunali. Il ricavato (in gergo fiscale si dice gettito) dell’Irap va alle Regioni e spesso viene impiegato nella sanità. La base imponibile è quasi il valore del prodotto nazionale netto, la remunerazione della produzione nel capitale e di lavoro, in pratica i ricavi di un’attività economica.
Per determinare la base imponibile Irap, l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile un’apposita Circolare. Ben 27 pagine che spiegano dettagliatamente i passi per la determinazione del valore della produzione ai fini Irap per le società di capitali, per le imprese assicurative, gli istituti di credito e gli enti finanziari. Tra le varie precisazioni l’Agenzia ricorda che nei costi deducibili ai fini Irap rientrano le spese funzionali sostenute per acquisire beni e servizi da destinare ai dipendenti (per esempio l’acquisto l’acquisto di tute e scarpe da lavoro, i corsi di aggiornamento professionale, i servizi di mensa e di trasporto collettivo dei dipendenti).
Modello Unico 2009: come, dove e a chi presentarlo
Per gli imprenditori e per tutti coloro che, in possesso di partita IVA, esercitano arti e professioni, si avvicina a grandi passi l’appuntamento con Unico 2009 e con il relativo pagamento delle tasse che quest’anno, per chi rientra nell’ambito degli studi di settore, potrà avvenire nel mese di luglio senza la “consueta” maggiorazione dello 0,40%. Il modello Unico 2009 è disponibile gratuitamente, con le relative istruzioni, sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, e può essere compilato e trasmesso in via telematica direttamente dal contribuente, oppure quest’ultimo può sempre e comunque avvalersi di un intermediario abilitato alla trasmissione. Gli intermediari, inoltre, a fronte di un corrispettivo possono compilare il modello per conto del contribuente, il quale è chiamato a consegnare al professionista tutta la documentazione necessaria per il calcolo delle imposte.
Pagamento tasse e contributi: artigiani e commercianti chiedono una proroga
Il prossimo 16 giugno 2009 artigiani, commercianti, piccole imprese, ditte individuali e lavoratori autonomi con partita IVA, saranno chiamati al versamento delle imposte relative ai redditi del 2008, con la possibilità di saldare in un’unica soluzione o con versamenti rateali soggetti a maggiorazioni legate alla dilazione dei pagamenti. E proprio in vista di tale scadenza, le principali Associazioni di Categoria degli artigiani, esercenti e piccole e medie imprese hanno scritto una lettera a Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, con la quale si chiede una proroga di un mese, dal 16 giugno al 16 luglio 2009, per il pagamento delle tasse e dei contributi senza la maggiorazione dello 0,40% prevista. Nel dettaglio, le Associazioni di categoria che hanno inviato congiuntamente la lettera al Ministro sono la Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Confartigianato e CNA, spiegando come la proroga si renda necessaria in virtù del fatto che, per quei contribuenti soggetti all’applicazione degli studi di settore, l’Agenzia delle Entrate non ha ancora provveduto a rendere disponibile “Ge.Ri.Co“, l’applicativo che, per i redditi dello scorso anno, permette di calcolare i ricavi ai fini degli studi di settore con l’applicazione dei dovuti correttivi.
Fatturazione e Iva: obblighi ed esoneri
La fattura è il documento fiscale obbligatorio che viene redatto da colui che vende beni o servizi. Per emettere fattura occorre essere titolare di Partita Iva, per comprovare l’avvenuta cessione di beni o prestazione di servizi e il diritto a riscuoterne il prezzo. Gli imprenditori quindi devono emettere fattura quando vendono un bene o prestano un servizio, a seconda dell’attività svolta. Ma ci sono casi di esonero, ovvero in cui il venditore può anche evitare di emetterla. Se non è espressamente richiesto dal cliente al momento di effettuazione dell’operazione, il venditore è esonerato dall’obbligo di emettere la fattura nei seguenti casi:
* commercianti al dettaglio;
* agricoltori per beni di propria produzione;
* prestazioni alberghiere;
* somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;
* autotrasporti di persone;
* transito sulle autostrade;
* coloro che prestano servizi in forma ambulante o nell’abitazione dei clienti.